Divise della Marina Militare abbandonate a Maregrosso: a giudizio un imprenditore

Divise della Marina Militare abbandonate a Maregrosso: a giudizio un imprenditore

Divise della Marina Militare abbandonate a Maregrosso: a giudizio un imprenditore

giovedì 22 Maggio 2008 - 15:07

Anzichè smaltirle, secondo le disposizioni di legge, le uniformi furono gettate in spiaggia

Procede l’inchiesta sul ritrovamento di centinaia di vecchie divise della Marina Militare abbandonate sulla spiaggia di Maregrosso.

Il procuratore aggiunto Pino Siciliano, che coordina il pool pubblica amministrazione della Procura, ha chiesto il giudizio immediato per l’imprenditore Cristoforo Girone. L’uomo è titolare della ditta incaricata dello smaltimento delle divise della Marina Militare che. furono ritrovate abbandonate a centinaia sulla spiaggia di Maregrosso.

L’accusa ipotizzata è di getto pericoloso di cose ma bisogna aggiungere anche la violazione della normativa sull’abbandono dei rifiuti solidi urbani.

Girone non è nuovo a simili vicissitudini. Nel 2004 nello stesso tratto di litorale furono ritrovati 222 materassi dell’Esercito abbandonati non molto distante dal campo nomadi. Anche quel materiale andava smaltito attraverso delle procedure speciali ma fu abbandonato sulla spiaggia. Per questa vicenda Girone fu condannato al pagamento di un’ammenda di 2700 euro mentre un ufficiale e due sottufficiali dell’Esercito, che avrebbero dovuto verificare l’avvenuto smaltimento dei materassi, dovettero pagare 1800 euro per l’omesso controllo.

La storia si è ripetuta il 30 gennaio scorso quando qualcuno casualmente ha scoperto decine di uniformi dismesse della Marina Militare. Anche in questo caso la Procura ha aperto un’inchiesta, seguita in prima persona dal procuratore aggiunto Siciliano che si recò a San Raineri per eseguire un sopralluogo nella zona. Le indagini furono affidate al primo maresciallo della Capitaneria di Porto Tommaso Baluci. Intanto procede speditamente un altro filone d’inchiesta, quello relativo al ritrovamento di nove fusti, seppelliti sulla spiaggia di San Raineri. Le perizie hanno accertato che contenevano olii usati che, per fortuna, non si sono dispersi sull’arenile e dunque non avrebbero inquinato. Gli inquirenti sono ancora al lavoro per risalire alla ditta che, anziché smaltire le sostanze, ha seppellito i fusti sotto la sabbia. L’unica certezza è data dal fatto che si tratterebbe di una ditta che opera nella zona di San Raineri. Anche in questo caso, piuttosto che procedere con le operazioni di smaltimento, è stato trovato più comodo ed economico seppellire i fusti.

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