Ente Porto: prossima la liquidazione. Ma non tutti esultano

Ente Porto: prossima la liquidazione. Ma non tutti esultano

Ente Porto: prossima la liquidazione. Ma non tutti esultano

mercoledì 23 Luglio 2008 - 12:59

Apprezzamento da Blandina (Confindustria). Bertuccelli (Pdci): «Manovra per favorire Palermo e Catania»

Dal 1952 ad oggi non è riuscito a raggiungere l’unico scopo per il quale era nato, istituire e amministrare il Punto Franco nella Zona falcata. Dal 1994, anno dell’istituzione dell’Autorità portuale, in molti si chiedevano a che cosa servisse. Da qualche mese era diventato famoso in tutta Italia, grazie al giudizio perentorio di Ivan Lo Bello, presidente regionale di Confindustria, che aveva fatto notare la sproporzione tra i 14 consiglieri di Amministrazione e l’unico dipendente.

Adesso pare sia arrivata l’ora di chiudere per l’Ente Porto. Il presidente della Regione Raffaele Lombardo ha avviato ieri l’iter di liquidazione dell’Ente. Per ora è previsto un periodo di commissariamento, utile a capire cosa fare della porzione di territorio, compreso nella Falce di Messina, di proprietà dell’istituzione. Oggi l’assessore all’Industria Pippo Gianni porterà in giunta la proposta di scioglimento dell’Ente, provvedimento che potrà essere immediatamente attuato con un decreto del presidente.

L’area più adatta per il Punto franco è Giammoro, come ha stabilito nello scorso marzo il Comitato portuale di Messina. Una decisione che, una volta per tutte, ha reso assolutamente ingombrante la presenza dell’Ente.

Puntuale è arrivato l’apprezzamento della Confindustria Messina, per bocca del presidente Ivo Blandina. «Da giugno dell’anno scorso – Ricorda Blandina – subito dopo la mia elezione, Confindustria Messina ha dato vita ad una campagna di sensibilizzazione sull’argomento, chiedendo più volte alla Regione di sopprimere un ente inutile ed improduttivo, oltre che costoso. La decisione del presidente Lombardo di sciogliere il Consiglio di amministrazione e di nominare un commissario per la liquidazione dell’Ente Porto, dimostra un alto livello di attenzione verso le esigenze di efficienza e funzionalità rappresentate da noi imprenditori, non più tardi di qualche settimana fa, all’assessore all’Industria Pippo Gianni.»

Balndina, però, sottolinea che questo è solo l’inizio: «Dal Governo regionale ci aspettiamo anche altre scelte riguardo allo sviluppo del sistema portuale della nostra provincia, a partire da un adeguato utilizzo della Zona Falcata. Un luogo nel quale far coesistere attività industriali, servizi, turismo e cultura. Una scelta, questa, da tempo attuata in diverse città portuali europee, che così sono riuscite non solo a rilanciarsi dal punto di vista economico, ma anche a diventare mete turistiche. Come imprenditori, chiediamo alle pubbliche amministrazioni di costruire un quadro certo di competenze, programmi e regole per garantire una migliore operatività non solo alle imprese già insediate ma anche a quelle interessate alle potenzialità dell’area. Come abbiamo ribadito più volte, la realizzazione del porto di Tremestieri e l’ampliamento di quello di Milazzo, la costruzione del pontile industriale a Giammoro, il completamento delle opere di collegamento già progettate e finanziate devono essere la base di scelte coerenti per lo sviluppo futuro. Vista l’attenzione dimostrata dal Governo regionale per una importante vicenda come quella dell’Ente Porto -conclude Blandina- ci auguriamo che d’ora in poi si avvii una fase fondamentale nella quale si elaborino e portino avanti idee e progetti concreti, in grado di attirare tutte le risorse nazionali e comunitarie disponibili».

Di tutt’altra opinione Antonio Bertuccelli segretario provinciale del Pdci, che con una nota di oggi avanza qualche dubbio sulle reali intenzioni del presidente Lombardo. «La notizia dell’avvio della procedura, da parte della Regione, per la liquidazione o il commissariamento dell’Ente Porto – scrive Bertolucci -, salutata con favore da qualcuno in città, costituisce l’ennesima beffa per Messina, diventata ormai terra di conquista per catanesi e palermitani, indipendentemente dal fatto che si tratti di imprenditori, organi istituzionali o affaristi di ogni livello e natura.»

Per il politico, l’-inutilità- dell’Ente Porto è solo presunta, e va ricercata «nei vari governi regionali che si sono succeduti, che hanno, di fatto, impedito lo svolgimento dell’attuazione delle finalità e dei programmi che prevedevano l’attuazione del Punto Franco».

La provocazione più sottile, però, riguarda le intenzioni di Lombardo, che ha già attuato strategie spartitorie che hanno penalizzato Messina. «Ammesso che si tratti di liquidazione e non di semplice commissariamento – dice Bertuccelli -, sorge il sospetto che i tempi di eliminazione dell’Ente Portuale saranno tali che la -manovra- servirà solo ad affidare indirettamente la sua gestione alla politica regionale, quella che ha già espulso Messina dalla Giunta regionale e dall’Ente Stretto. Il commissariamento serve solo al presidente della Regione per asservire ulteriormente Messina, con il benestare delle -istituzioni- locali».

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