I segretari Altadonna, Alizzi e Mercadante: «Irresponsabile l’atteggiamento degli altri sindacati, non c’è alternativa a questo progetto. Si avvii un tavolo istituzionale»
Non è pienamente compatto il fronte sindacale nei confronti della vertenza Atm. Già nelle scorse settimane l’Ugl si era discostata dalla dichiarazione di sciopero, sostenendo invece la protesta più eclatante sul terrazzo dell’azienda, senza però interrompere il servizio. Adesso si è alla spaccatura totale tra l’Ugl stessa e le altre sigle sindacali, nei confronti di un piano di risanamento che i segretari Carmelo Altadonna, Francesco Alizzi e Salvatore Mercadante ritengono l’ultima speranza per la salvezza dell’Atm. «La Ugl – scrivono i tre in una lunga nota – si è dichiarata immediatamente contraria allo sciopero perché arrecherebbe soltanto ulteriori danni a quelli fin’oggi già sopportati da tutti i lavoratori, senza certamente fornire un contributo costruttivo in termini di proposte e soluzioni, in un momento che, al contrario, richiede che tutte le parti, a vario titolo coinvolte, trovino una forte intesa. Non è più il momento del facile populismo e della demagogia mirate più al procacciamento di consensi o adesioni, piuttosto che alla difficile operazione di salvataggio dell’Atm. In un orizzonte popolato da soggetti che sembrano avere davvero poche idee, e quelle poche appaiono in verità molto confuse. A voler pensare male si fa peccato, è vero, ma spesso si indovina, come dice un noto e navigato uomo politico nostrano. Alcuni comportamenti sembrano mirare al deprezzamento dell’Atm, quasi a volerne favorire la svendita piuttosto che favorirne lo sviluppo e l’inserimento sul complesso mercato del trasporto pubblico».
Il piano di risanamento dell’azienda è stato accolto con scetticismo, ed è quasi un eufemismo, da tutti i sindacati. Diverso l’atteggiamento dell’Ugl: «Il progetto di risanamento è stato presentato ed illustrato in un contesto a dir poco irrituale, si trattava appunto di “procedure di raffreddamento” e non di un tavolo “tecnico istituzionale”. Tale progetto, che finalmente contiene elementi nuovi rispetto all’apatia che per decenni ha caratterizzato l’amministrazione comunale e la stessa Atm, rappresenta, a nostro parere, una svolta epocale che consente l’inizio di un percorso virtuoso atto al risanamento e rilancio dell’azienda».
Secondo l’Ugl qualcosa è cambiato: «Le recenti dichiarazioni rese dal direttore generale, relativamente alla situazione economico–finanziaria dell’Atm, squarciano anni di silenzio indotto, evidenziando, di fatto, le cause e le motivazioni che vedono oggi l’Atm soccombere, schiacciata dal peso di enormi esposizioni debitorie. Finalmente l’amministrazione comunale ha, dopo anni di colpevole silenzio, attenzionato la spinosa “Questione Atm”, la recente delibera di Giunta rappresenta un positivo segnale, anche se va rivista in alcuni punti, non essendoci, in alternativa, altre proposte concrete, riteniamo quantomeno doveroso tentare il salvataggio dell’Atm, attraverso il percorso indicato dall’unica proposta esistente».
«In questo contesto – prosegue la nota – l’Ugl rimane incredula nell’apprendere che parte o forse tutte le sigle sindacali presenti alla procedura di raffreddamento hanno espresso contrarietà al progetto di risanamento e di nuovi investimenti che ha illustrato il commissario La Corte nel corso dell’incontro. Tale atteggiamento, quasi al limite della irresponsabilità (se non conoscessimo la serietà dei colleghi), avrebbe un senso concreto nella sola ipotesi in cui esistessero altre e migliori possibilità di salvataggio. Che non esistono. Poiché l’alternativa rimarrebbe solo la liquidazione della nostra Atm, e poiché il naufragio del progetto, considerate le rassicurazioni della Banca Europea degli Investimenti (BEI), potrà dipendere esclusivamente dalla mancanza di sostegno da parte del sindacato e quindi dell’amministrazione comunale, allora ci sentiamo di rivolgere un appello a tutti i lavoratori dell’Atm affinchè manifestino il massimo sostegno al Progetto Europeo illustrato nei mesi scorsi da La Corte ed ufficializzato giorno 8 giugno».
«Inoltre – aggiungono Altadonna, Alizzi e Mercadante – è di assoluta evidenza che l’amministrazione comunale e la Regione Siciliana devono, sinergicamente e prioritariamente, rimuovere le attuali criticità economiche, ponendo l’Atm nelle condizioni di gestire concretamente l’auspicato percorso di risanamento, e garantire a tutti i lavoratori quella serenità, oggi negata, rispetto alla regolarità delle retribuzioni ed al mantenimento dei livelli occupazionali con particolare riferimento alla imminente scadenza contrattuale degli ex Lsu che, non dimentichiamolo, da decenni contribuiscono attivamente ed efficacemente alle attività lavorative aziendali».
Il sindacato si rivolge ai lavoratori: «Non lasciamo che decidano per noi soggetti che non conoscono le dinamiche aziendali, sono estranei all’azienda e, quel che è peggio, con i loro comportamenti stanno agevolando ed accelerando il passaggio dell’azienda in altre mani. Fatto che non sembra preoccuparli. Vi chiediamo di rivendicare a gran voce che il progetto di risanamento, rilancio e trasformazione della nostra azienda venga seguito, accompagnato e gestito dagli stessi soggetti che lo hanno, con caparbietà e competenza, voluto, pensato ed istruito, nonostante l’irresponsabile indifferenza e lo scetticismo sopra evidenziato». L’Ugl chiede dunque «l’immediata
attivazione di un tavolo istituzionale finalizzato a dare concreta attuazione al percorso di risanamento già tracciato e per buona parte condiviso».
