Il presidente dei geologi siciliani Graziano: «Con la rinaturalizzazione e la messa in sicurezza, la gente può tornare a casa». Calcaterra del consiglio campano: «Alcune condizioni simili all'alluvione di Sarno».
«L’evento che è accaduto a Messina potrebbe ripetersi in caso di gravi condizioni meteorologiche, quindi bisogna agire con accuratezza e il prima possibile». A lanciare questo monito è Gianvito Graziano, presidente regionale dei geologi siciliani, nel corso della conferenza regionale dei geologi svoltasi oggi a Scaletta Zanclea. Un confronto a trecentosessanta gradi che ha avuto, ovviamente, come epicentro il disastro abbattutosi a Messina il 1. ottobre scorso. «La Sicilia – prosegue Graziano – è undicesima nella triste classifica relativa al rischio idrogeologico. Messina è la provincia che presenta i problemi più gravi, ma ci sono altri 300 comuni a rischio». Secondo il geologo «esistono delle possibilità per effettuare nei territori colpiti delle tecniche per la rinaturalizzazione del territorio e la sua messa in sicurezza. Ritengo che i cittadini dopo questi interventi possano tornare nelle loro abitazioni». E’ importante quanto Graziano dice in relazione all’abusivismo: «Bisogna combatterlo, anche se nel caso di Giampilieri e Scaletta non è stato quello il problema, ma la cattiva gestione del territorio».
Secondo Domenico Calcaterra del Consiglio dei geologi della Campania «si possono fare dei confronti tra l’alluvione di Sarno e quella di Messina, in parte ci sono state condizioni simili, ma anche differenze. Anche nella città dello Stretto si possono effettuare alcuni degli interventi realizzati poi a Sarno, ma la cosa più importante è un continuo monitoraggio e una maggiore attenzione per il territorio».
(foto Sturiale)
