Gli ingegneri e il sacco edilizio: «Ci sono gli strumenti per fermarlo, basta utilizzarli»

Gli ingegneri e il sacco edilizio: «Ci sono gli strumenti per fermarlo, basta utilizzarli»

Gli ingegneri e il sacco edilizio: «Ci sono gli strumenti per fermarlo, basta utilizzarli»

venerdì 28 Maggio 2010 - 11:44

Il presidente dell’Ordine Trovato: «Finora solo anatemi contro la nostra professione. Il Genio Civile ha il potere di intervenire in maniera tecnica e non sotto forma politica». Intervengono anche gli architetti: Montalto dice la sua sulla necessità di un nuovo Prg e sul Piano paesaggistico

«Basta con gli anatemi gratuiti e gli attacchi scriteriati, gli strumenti per fermare il sacco edilizio ci sono, basta utilizzarli». Il presidente dell’Ordine degli ingegneri Santi Trovato alza la voce, e non è un mistero chi sia il bersaglio: l’ingegnere capo del Genio Civile, Gaetano Sciacca, che nei giorni scorsi ha preso di mira gli ordini professionali, definendosi “accerchiato”, lasciato solo nella sua battaglia contro gli scempi del territorio. Ma Trovato passa al contrattacco: «Noi col sacco edilizio non c’entriamo nulla e questa è una posizione che non consente deroghe a nessuno, nemmeno a funzionari pubblici iscritti a questo Ordine (come Sciacca, ndr). Se il Genio Civile ha delle tematiche da far valere, le faccia valere da ufficio, non sotto forma politica ma tecnica. Ci sono violazioni? Che vengano segnalate. Ma ad oggi nulla è giunto al nostro Ordine, solo anatemi nei confronti dei nostri colleghi».

Gli ingegneri si dicono al fianco dell’amministrazione comunale e dell’assessore Corvaja nel provvedimento di stop per 60 giorni alle concessioni edilizie sulle quali è necessario fare verifiche: «Abbiamo apprezzato il lavoro dell’assessore – afferma Trovato – e abbiamo offerto la nostra collaborazione, così come abbiamo offerto la nostra collaborazione al Genio Civile, che deve rispettare l’onorabilità della nostra professione. Lo strumento c’è: l’art. 13 della legge 64 del ’74 impone al Genio Civile il rilascio di pareri sulle condizioni geomorfologiche del territorio. Un parere che è stato rilasciato su tutti gli emendamenti presentati al Prg del 2002, che a suo tempo venne salutato con grande enfasi da tutti, in primis classe politica e certi gruppi economici della città. Se le condizioni oggi sono cambiate, il Genio Civile, ai sensi sempre dell’art. 13, ha il potere di rivedere quegli emendamenti, come del resto abbiamo chiesto ufficialmente a dicembre 2009».

Trovato è un fiume in piena: «Non vorremmo – aggiunge – che certe “urla silenziose” siano atte a creare confusione per nascondere altre cose, per far calare il silenzio sulle ultime operazioni in città. La nostra posizione è una sola ed è quella che abbiamo messo nero su bianco nel documento che oggi distribuiamo. Documento nel quale scriviamo che la nostra professione “deve essere esercitata nel rispetto delle leggi dello Stato e costituisce attività di pubblico interesse”. Il pubblico interesse è la tutela della comunità ma anche dell’ambiente. Noi non siamo solo professionisti, prima di tutto siamo cittadini. E non ci piace l’equazione disastro ambientale o sacco edilizio uguale ingegneri e architetti criminali. E’ un messaggio nel quale non ci riconosciamo».

Sulla vicenda prende posizione in maniera ufficiale anche l’Ordine degli architetti. In una nota il presidente, l’arch. Gaetano Montalto, ricorda di aver invitato più volte il Comune «a farsi promotore di un tavolo tecnico per l’avvio della redazione di un nuovo Piano regolatore. L’esigenza di un nuovo Prg e non di una Variante deriva dalla necessità di rivedere totalmente sia la logica che gli obiettivi del Piano, prestando la massima attenzione a viabilità, accessibilità e servizi di cui i nostri territori sono carenti, vuoi per in attuazione, vuoi per mancata previsione». Montalto respinge al mittente le accuse rivolte all’Ordine: «Di fronte alle istanze di proprietari di aree, imprenditori o cooperative, sono gli enti competenti in materia (Comune, Genio Civile, Soprintendenza, ecc.) ad essere chiamati ad esprimersi, rilasciando o meno licenze, autorizzazioni e nulla osta». E anche Montalto richiama la facoltà data al Genio Civile dall’art. 13 della legge 64/74. Una battuta anche sul Piano paesaggistico: «Da uno studio più approfondito – afferma Montalto – appare chiaro che, nel caso in cui il Piano venisse approvato senza le modifiche suggerite, piuttosto che valorizzare e migliorare il territorio, questo verrebbe “congelato” nello stato in cui è».

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