-Legambiente dei peloritani- sugli incendi nella provincia di Messina

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venerdì 24 Agosto 2007 - 09:22

Riceviamo una nota da Enzo Colavecchio, attuale presidente dell'associazione.

Riceviamo e pubblichiamo una nota da parte di -Legambiente dei Peloritani- riferita sia agli incendi che si sono susseguiti in questi ultimi giorni che a quelli che hanno distrutto ettari di verde alla fine di luglio:

L’emergenza incendi ha devastato un enorme patrimonio un po’ in tutt’Italia, mettendo a dura prova il Dipartimento della Protezione Civile. Messina non è stata risparmiata, considerato che in un solo giorno sono stati appiccati 15 incendi, che hanno colpito le colline basse, specie nelle zone dell’Annunziata e di Curcuraci, dove sono state lambite anche le case. Il fumo e la cenere hanno invaso il cielo, lasciando nella gente un senso di impotenza e di rabbia. Facili considerazioni lasciano temere conseguenze future in termini di dissesto e di possibili eventi alluvionali. Il patrimonio verde perso potrà riformarsi solo tra una quindicina d’anni, con danni incalcolabili anche alla fauna. Tutti dicono che gli incendi siano prevalentemente di origine dolosa. Date le proporzioni, il crimine commesso ha posto la città in ginocchio, arrecandole un pesantissimo danno economico oltre che ambientale. Per di più ora si può anche temere l’effetto emulativo di vandali e spostati, stimolati dalle drammatiche notizie diffuse dai media. Ricordiamo che la legge in Sicilia (LR n. 16/96 con le modifiche di cui alla LR n. 14/06) si occupa degli incendi nei boschi e nei terreni coltivati o incolti limitrofi ai boschi. All’art. 37 richiama l’applicazione dei divieti e delle sanzioni previste dall’art. 10 della legge 11 novembre 2000 n. 353. In sintesi possiamo dire che i terreni percorsi dall’incendio vanno censiti con aggiornamento annuale nell’apposito Catasto comunale. Per 15 anni non potranno cambiare destinazione urbanistica; per 10 anni non vi si potranno costruire edifici, nè effettuare il pascolo e la caccia; per 5 anni non si potranno neppure realizzare rimboschimenti o lavori di ingegneria ambientale sostenuti da finanziamenti pubblici. SANZIONI: per i pastori multa da £ 60.000 a £ 120.000 a capo; per i cacciatori da £ 400.000 a £ 800.000; Demolizione e messa in pristino per le costruzioni; multa da £ 2.000.000 a £ 20.000.000 (raddoppiabili in alcuni casi) per chi si fa trovare a fare azioni che possano creare anche solo rischio di innesco dell’incendio. Alcune leggi dunque ci sono. Per un corretto monitoraggio del territorio, al fine della prevenzione, occorre realizzare un buon coordinamento di tutte le autorità competenti, individuare i periodi di rischio e pianificare attività di controllo con tutti i mezzi disponibili.

Gli ultimi roghi avvenuti in Sicilia ed in particolare quello dell’Agriturismo “Il rifugio del Falco- nel Comune di Patti, dove un’intera famiglia, riunita per una festa di compleanno è stata falciata, e quelli nei dintorni di Cefalù e del trapanese, dimostrano che i criminali incendiari non arretrano di fronte all’assassinio e che si presentano come nemici giurati di quei luoghi dotati di valenza naturalistica, nei quali l’ambiente è diventato risorsa per lo sviluppo sostenibile. Legambiente dei Peloritani esprime il cordoglio per le vittime innocenti e per il tanto dolore che queste violenze ingenerano. Oltre a un’emergenza di protezione civile, bisogna fronteggiare una volontà criminale e mafiosa, legata a un coacervo di interessi, alcuni arretrati legati al controllo del territorio, come quello del pascolo brado; altri rivolti ad abbattere le logiche di salvaguardia della natura per spianare la strada ad esigenze speculative. Lo Stato e la Società Civile devono serrare le fila ed organizzarsi per battere questa minaccia, che si presenta, per dimensioni e obiettivi di distruzione, con caratteristiche inedite, anche se affiancate a vecchie motivazioni. E’ necessario concentrare più impegno, uomini e mezzi, nel monitoraggio, nell’azione antincendio e, contemporaneamente, nell’opera positiva di riqualificazione e rilancio del nostro patrimonio naturale e ambientale.

ENZO COLAVECCHIO

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