Se segnali di allarme giungono da parte di qualcuno, è bene occuparsene.
Di questo avviso è il consigliere della III Circoscrizione, Enrico Pistorino, il quale in una nota sottolinea come, tra le tante esigenze che al momento affliggono la nostra città, ve ne sia una altrettanto importante.
“Rischia di rimanere sotto silenzio il grido d’allarme lanciato alcuni giorni fa da Annamaria Garufi che ha annunciato la chiusura della LELAT per il prossimo 15 dicembre.
E’ necessario scongiurare una simile eventualità e, per tale motivo verrà presentato oggi in seno al consiglio circoscrizionale, un ordine del giorno con il quale si avanza una concreta richiesta di aiuto per il centro.
“Sono contenta che il consigliere Pistorino abbia voluto prendere a cuore la nostra questione – ci ha detto la fondatrice della Lelat – anche se, in realtà nessun esponente della Circoscrizione ci ha mai contattato-.
– Dottoressa Garufi, come si è arrivati a decidere di chiudere il centro
“La decisione è stata molto sofferta ma, purtroppo, non si può più andare avanti. La Lelat ormai registra quasi 100.000 euro di indebitamento, e la sottoscritta non ha i fondi per colmare questo buco economico. Ciò è dovuto al fatto che la Regione ha bocciato quattro progetti su quattro (ed erano quelli che ci avrebbero consentito di continuare ad esistere), il Comune ha sospeso, a sua volta, i progetti che ci riguardavano, ed il Ministero di Grazia e Giustizia (con il quale esisteva una collaborazione per i tossicodipendenti accolti in regime di affidamento dal carcere) non ci paga più. Non abbiamo alternative alla chiusura!-
– Quanti ragazzi ospitate attualmente, e che fine faranno?
“Ne avevamo ventuno; quattro di questi sono già stati dirottati in altre strutture, ed altri se ne andranno già nei prossimi giorni. Ve ne sono alcuni, però, che non intendono trasferirsi in altri ambiti, sostenendo che, se verrà chiusa quella che ormai considerano come la loro casa, preferiscono girovagare. Due di loro, infatti, sono dei senza fissa dimora. Pensate sia giusto rimandare per strada soggetti che non hanno portato a termine il loro progetto di recupero e che, non avendo nessun punto di riferimento, hanno solo la possibilità di tornare a drogarsi ed a scippare? Alle istituzioni conviene davvero che le cose vadano in questo modo? Tutte domande alle quali non so dare una risposta logica; posso solo affermare con forza che il fatto che in una città in cui non c’è niente si faccia di tutto per fare chiudere anche le realtà già esistenti-.
– Avete provato a rivolgervi al commissario Sinatra?
“Certamente, così come all’ex Sindaco, al Presidente della Provincia ed al Prefetto. Di questi, l’unico che ha risposto alla nostra lettera è stato Alecci, con il quale spero di potermi incontrare al più presto-.
– Cosa si potrebbe fare a questo punto?
“La cosa più semplice sarebbe che Comune e Provincia mettessero, come si suol dire, “mano al portafoglio- stanziando 50.000 euro ciascuno, ma noi avevamo proposto anche di rivolgerci a un cantante che, tramite un suo concerto, potesse aiutarci a raccogliere fondi. Idea bocciata! Il recupero dei tossicodipendenti non interessa a nessuno; meglio stanziare soldi per la sagra di turno…-
