Alla sbarra boss ed affiliati alle famiglie mafiose della provincia di Messina
E’ ormai questione di giorni la sentenza del maxiprocesso “Mare Nostrum” che vede alla sbarra presunti affiliati alle famiglie mafiose dei Nebrodi e della zona tirrenica.
Dalle 18 i giudici della Corte d’Assise d’Appello sono riuniti in camera di consiglio per emettere il verdetto del troncone principale di “Mare Nostrum” che riguarda i 133 imputati che il 26 luglio 2006 furono condannati nel processo di primo grado e per quelli assolti per i quali la Procura impugnò la sentenza.
I PG Salvatore Scaramuzza e Fabio D’Anna il 15 maggio scorso aveva chiesto la sostanziale conferma delle condanne a 1646 anni di reclusione e dei 28 ergastoli e l’assoluzione per prescrizione per reati minori.
I rappresentanti dell’accusa hanno chiesto il carcere a vita per Calogero Galati Giordano (anziché 5 anni), Giovanni Aspa, per i boss di Tortorici Cesare e Vincenzo Bontempo Scavo e per il latitante Vincenzino Mignacca, per il padrino di Barcellona Giuseppe Gullotti, per l’ex pentito palermitano Francesco Francese, per Sebastiano Bontempo, Vincenzo Galati Giordano, Francesco Canonizzo, Domenico Leone, Vincenzo Pisano e Gaetano Fontanini.
L’operazione Mare Nostrum scattò la notte del 6 giugno 1994 e portò all’arresto di decine di boss ed affiliati dei clan che da Barcellona fino al confine con la provincia palermitana gestivano le attività illecite.
