Nel nome degli operai di Mineo, pensando al futuro

Nel nome degli operai di Mineo, pensando al futuro

Nel nome degli operai di Mineo, pensando al futuro

sabato 28 Giugno 2008 - 11:52

Sindacati ieri a Catania, per la sicurezza chiesto un piano straordinario d'interventi

Basta morti bianche. Mentre a Messina l’operaio Onofrio Alfonzetti rischiava la vita alla stazione marittima (vedi la notizia in home page), a Catania i vertici sindacali regionali – i segretari regionali Italo Tripi (Cgil), Maurizio Bernava (Cisl) e Claudio Barone (Uil) – , presenti anche i segretari nazionali di Cgil Guglielmo Epifani, Cisl Raffaele Bonanni e Uil Luigi Angeletti (nella foto il tavolo), insieme a delegazioni di lavoratori, manifestavano contro il lavoro che uccide e ferisce. L’evento ha concluso la ”Settimana di mobilitazione no stop” contro le morti bianche e per la sicurezza e la legalità in fabbriche e uffici.

Circa duemila i presenti, quanti ne può contenere la sala della -Ciminiere- che ospitava l’evento, provenienti dalle nove province siciliane, a ricordare i sei operai morti lo scorso 11 giugno nel depuratore di Mineo, ma anche a lanciare il loro -no- ai rischi sul lavoro. Tra loro tre operai del Catanese: Boris De Felice della St Microelectronics, Caterina Provenza dell’Emmegi di Termini Imerese e Giuseppe Tambone della Rsu del comune di Mineo, dove lavoravano 4 delle 6 vittime decedute nella vasca del depuratore consortile.

La precarietà, il lavoro nero, la formazione insufficiente, la corsa al risparmio, questi i principali punti sotto accusa da parte dei sindacati. Ma anche la mancanza di controlli e di sanzioni efficaci. Tra le richieste avanzate al governo, infatti, il potenziamento della rete della sicurezza, tra ispettorati del lavoro, Asl, Inail e comitati per il coordinamento degli enti interessati.

Intanto la Cisl Sicilia ha reso noti i risultati di un’indagine dell’Ispettorato regionale del Lavoro sulla sicurezza nelle aziende. Quasi la meta’ delle aziende siciliane, il 47,84%, passate al vaglio nei primi cinque mesi di quest’anno, e’ risultata irregolare ai controlli. In pratica, si sono servite di lavoratori in nero ben 3.095 tra ditte e società dell’Isola, sul totale ispezionato di 6.470.

Durante l’incontro è stato toccato anche il tema dei salari, sul quale Epifani ha detto: «Il fatto che il Pil cresca solo lo 0,1%, e io spero possa crescere un po’ di più, conferma che ci vorrebbe una politica economica del governo che sostenga gli investimenti, non deprima la domanda. Non mi convince questo timore della spirale tra inflazione e salari, perché, come e’ evidente, l’inflazione in Italia si mangia i salari, non e’ colpa dei salari se l’inflazione sale».

Riguarda, infine, le famiglie delle vittime, il disegno di legge presentato in settimana all’Ars dai deputati del Partito Democratico. Nel progetto previsto il diritto al collocamento obbligatorio degli orfani o, in alternativa, del coniuge, così come già sancito per le vittime del terrorismo e della mafia. «Un intervento di questo tipo – hanno dichiarato i parlamentari del PD –è quantomai necessario in Sicilia, specie se si considera la particolare fragilità del nostro tessuto economico. Bisogna poi considerare che il fenomeno delle morti sul lavoro il più delle volte coincide con situazioni di lavoro nero e quindi di assenza delle dovute misure assicurative.»

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