Palazzo Zanca non ha impugnato le sentenze del Giudice di Pace e il Tar ha imposto il pagamento della somma, certificata da un commissario ad acta
Il commissario ad acta della situazione si chiama Silvana Merenda. E’ stata nominata dal prefetto per dare esecuzione all’ennesima sentenza del Tar avversa al Comune di Messina, e dunque riconoscere un nuovo debito fuori bilancio. Di non grande entità, per carità, si tratta di 29.918,76 euro. Ma è la sua origine che fa riflettere. A ottenere giustizia dal tribunale amministrativo di Catania è l’avvocato Gianfranco Saccà, che già dal Giudice di Pace aveva incassato la condanna del Comune al rimborso di ben 116 multe (!) di una media di circa 200 euro l’una, evidentemente ritenute non valide.
Palazzo Zanca ha fatto spallucce, così Saccà si è rivolto al Tar. Che ha riconosciuto come l’avvocato avesse «ottenuto con le sentenze in epigrafe indicate la condanna dell’amministrazione intimata al pagamento delle somme meglio indicate in ricorso» e che «le sentenze in questione sono ormai suscettibili di esecuzione perché non impugnate nel termine di legge». Insomma, anche ammesso che qualcuna di quelle multe fosse valida, il Comune non si è mai preoccupato di impugnare le sentenze del Giudice di Pace, così il dado è tratto. E fra qualche settimana il consiglio comunale si ritroverà a votare il suo bel debituccio fuori bilancio da quasi 30 mila euro.
