Alla sbarra anche quattro persone accusate di favoreggiamento. Il muro di omerà sul delitto
Comincerà il prossimo 11 giugno davanti alla prima sezione della Corte d’assise il processo per la morte dei fratelli Paolo e Carmelo Giacalone, ammazzati a colpi di pistola l’11 aprile 2006 a Largo Seggiola, di fronte al loro bar, -Caffetteria 2000-.
Il Gup Antonino Genovese, al termine di una lunga camera di consiglio, ha disposto il rinvio a giudizio del cugino delle vittime, Francesco Comandè, accusato di essere l’assassino, e di quattro persone, accusate di favoreggiamento. Saranno tutti alla sbarra degli imputati, a partire dal giugno prossimo, come richiesto dal pm della Dda, Fabio D’Anna, che ha coordinato le indagini sin dall’inizio.
Accusati di aver depistato le indagini, mentendo agli investigatori, sono Giuseppina Bombaci, 34 anni, convivente di Comandè; Giampaolo Restuccia, 38 anni; lo slavo Edo Dzemaili, 29 anni, che la mattina dell’omicidio stava lavorando alla ristrutturazione del locale; infine Nicola Rizzitano, 24 anni. Per il duplice omicidiod ei fratelli, che hanno pagato con la vita una lite tra parenti, culmine di dissapori maturati nel comune ambiente dello spaccio della droga, è stato condannato a 18 anni di reclusione Umberto Rizzitano, all’epoca dei fatti minorenne, cugino di Comandè, che secondo l’accusa lo accompagnò sul posto con un ciclomotore.
Nell’udienza preliminare di oggi sono stati impegnati gli avvocati Tancredi Traclò, Daniela Chillè, Giuseppe Amendolia e Giuseppe Abbadessa. La madre e le mogli dei due fratelli uccisi si sono costituite parti civili, assistite dall’avvocato Tommaso Calderone.
