Operazione 3X: tre arresti dei carabinieri per estorsione con metodo mafioso

Operazione 3X: tre arresti dei carabinieri per estorsione con metodo mafioso

Redazione

Operazione 3X: tre arresti dei carabinieri per estorsione con metodo mafioso

sabato 22 Novembre 2008 - 12:09

Arrestati due imprenditori che intimidivano imprese concorrenti per aggiudicarsi gli appalti

Marchiavano con tre X i mezzi meccanici delle imprese concorrenti. Un segnale inquietante che significa una cosa sola: se non cedete l’appalto bruceremo il mezzo. E di attentati del genere negli ultimi tempi ne erano stati commessi parecchi nella zona dei Nebrodi il che aveva messo in allarme i Carabinieri. Dopo nove mesi di indagini stamattina sono scattate le manette per due imprenditori: Aldo Galati Rando, 47 anni di Tortorici ed il figlio Rosario di 25 oltre a Luigi Miccichè, 42 anni di Favara. I primi due devono rispondere di estorsione continuata e danneggiamento aggravata dall’aver utilizzato un sistema mafioso, Miccichè solo di favoreggiamento.

Tutto iniziò nel febbraio scorso quando qualcuno incendiò un camion con cassone ribaltabile di proprietà di un giovane imprenditore di Castell’Umberto che, con pochi mezzi e modeste risorse finanziarie, stava tentando di avviare la propria attività di movimento terra. Non appena contattò l’azienda aggiudicataria di un appalto, per la realizzazione di opere di consolidamento in contrada Sfaranda di Castell’Umberto, subì il danneggiamento. Non sapeva il giovane imprenditore che era praticamente obbligatorio in quella zona rivolgersi ai Galati Rando. Il padre, ritenuto vicino al clan dei Batanesi di Tortorici, aveva già dei precedenti per estorsione ed un buon potere intimidatorio. Così altri appaltatori che avevano osato rivolgersi ad alcune imprese per ottenere dei subappalti avevano subito l’incendio di escavatori e camion e pesanti minacce. Ultimamente un imprenditore palermitano, che stava eseguendo lavori di realizzazione di un acquedotto, era stato costretto a prendere a nolo i mezzi dei Galati Rando ed a chiedere la loro protezione. Altri avevano dovuto assumere persone segnalati da padre e figlio. Ma le intercettazioni telefoniche ed ambientali dei Carabinieri hanno portato a galla la vicenda. Gli inquirenti della DDA di Messina hanno anche disposto il sequestro dei beni aziendali dei Galati Rando per un valore complessivo di 500.000 euro. I provvedimenti sono stati firmati dal gip Maria Teresa Arena su richiesta del sostituto procuratore Fabio D’Anna.

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