Operazione dei Carabinieri, arrestati alcuni appartenenti al clan tortoriciano Bontempo-Scavo

Operazione dei Carabinieri, arrestati alcuni appartenenti al clan tortoriciano Bontempo-Scavo

Redazione

Operazione dei Carabinieri, arrestati alcuni appartenenti al clan tortoriciano Bontempo-Scavo

venerdì 24 Ottobre 2008 - 11:20

Emessi quattro provvedimenti di custodia cautelare per reati di estorsione e coltivazione di sostanze stupefacenti

Quattro i provvedimenti restrittivi emessi dal G.I.P. di Messina Maria Angela Nastasi, su richiesta del Sostituto Procuratore Fabio D’Anna, per reati di estorsione e coltivazione di sostanza stupefacenti nel comprensorio dei nebrodi.

Gli arresti, effettuati dai Carabinieri della Compagnia di Patti e dal Comando Provinciale di Messina, hanno fatto scattare le manette ai polsi di Giuseppe Baratta (nella foto 1) e Marcello Coletta (nella foto 2), entrambi pregiudicati e di professione operai, appartenenti al clan mafioso dei Bontempo-Scavo di Tortorici e che, forti dei -celebri- legami di -parentela-, si sono resi protagonisti di ripetute azioni intimidatorie ai fini di estorsione, che hanno preso di mira alcuni imprenditori della zona tirrenica. A finire in carcere anche il catanese Francesco Papa, arresti domiciliari invece per il ventitreenne Chrsitian Saggio Scaffidi

Secondo le ricostruzioni effettuate dalle forze dell’ordine, già dalla fine del 2006, i due avevano costretto un imprenditore edile di Giosa Marea a versare loro la somma di circa 2000 euro. I -giochi- erano stati interrotti, ma solo per poco, quando nel mese di Gennaio del 2007, Baratta fu arrestato sempre per un tentativo di estorsione ai danni di un’altra impresa edile. Coletta, dunque, con l’aiuto stavolta di Francesco Papa, individuò una -nuova- vittima, sempre appartenente al mondo delle costruzioni, ma stavolta di Patti. Al malcapitato in questo caso, venne chiesto di versare la somma di circa 5500 euro.

L’operazione portata a termine dai Carabinieri, si ricollega ad un’indagine precedentemente condotta e che aveva portato appunto all’arresto di Baratta, poi rinviato poi a giudizio, insieme a Coletta, nell’ambito delle operazioni antimafia -Romanza- e -Icaro-, condotte nei confronti del suddetto clan tortoriciano.

Una volta tornati in libertà Baratta e Coletta, con la collaborazione di Francesco Papa, hanno ripreso -le fila- del -lavoro- da dove si erano fermati continuando la -lucrosa- attività estorsiva. Da quanto reso noto nel corso della conferenza stampa di questa mattina, inoltre, i due malviventi avevano messo in piedi un ben oleato meccanismo di falsa fatturazione tale per cui, lo scambio di denaro risultava come erogazione di prestazioni mai eseguite, a favore dell’esorto, per coprire le somme illecitamente acquisite.

Il successo delle indagini è stato però reso possibile grazie anche alla piana e spontanea collaborazione mostrata da uno dei due malcapitati imprenditori che, alle domande dei Carabinieri ha risposto con una -confessione fiume-, determinante ai fini dell’arresto di Baratta e Coletta. Ben diverso l’atteggiamento dell’altro costruttore che proprio per questo è indagato con l’accusa di favoreggiamento.

Ad essere coinvolto, secondo quanto emerso da intercettazioni telefoniche che testimoniano legami con alcuni degli indagati, anche il ventenne Christian Saggio Scaffidi, accusato però -solo- di coltivazione di una decina di piante di marijuana.

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