Piazza Duomo icona di dignità e rispetto, immagini che dovrebbero fare il giro del mondo. 1500 pass disponibili per entrare in Chiesa, non tutti i congiunti hanno potuto piangere sulle bare delle vittime
Sofferenza, lacrime, dolore. Tutto espresso con una dignità fuori dal comune, nessuna elemosina, nessun pietismo, nessuna strumentalizzazione. Solo il desiderio di ricordare le vittime e di stare vicino, simbolicamente, ai loro parenti. Un’immagine matura ed inedita di Messina, una città che ha alzato la testa, ha raddrizzato la schiena; un’immagine che deve fare il giro di Italia prima e del mondo poi, che suscita commozione nella commozione. Era quasi surreale vedere i familiari superare le transenne, erano le 9 di questa mattina, con una compostezza che non proviamo neanche a raccontare, tanto fiera ed orgogliosa era.
Sarebbe stato facile aspettarsi cori di proteste all’arrivo delle istituzioni, sarebbe stata un occasione d’oro per i -contestatori organizzati- comparire in una Piazza Duomo esuberante di gente (la folla invadeva via Primo Settembre, via San Giacomo, Corso Cavour…) con le telecamere delle reti nazionali puntate addosso.
Niente di tutto ciò si è verificato, se non al termine della celebrazione all’uscita delle salme. Ma niente di organizzato, niente di clamoroso, niente che abbia rovinato il ricordo dei nostri fratelli scomparsi. I messinesi hanno ridato a queste solenni esequie quella dimensione religiosa che, anche per colpa dei mezzi di informazione che spesso si sono concentrati su altre questioni, si era andata perdendo nei giorni a ridosso del tristissimo evento.
Abbiamo apprezzato quegli assessori e consiglieri, comunali e provinciali, rimasti fuori dalla chiesa, fattisi da parte perché questo era il giorno del ricordo, non del -passeggio mediatico-. E’ sopratutto la sensibilità in questi casi a dettare comportamenti e atteggiamenti, ma abbiamo imparato a non dare nulla per scontato.
Torniamo però a scrivere su coloro che hanno versato tutte le loro lacrime su quelle ventuno bare. Coloro che, paradossalmente, per assistere ai funerali dei loro cari hanno dovuto esibire il -pass- all’ingresso. Una stortura della nostra società dettata da ragioni di ordine pubblico, ma impossibile da condividere per chi ha subito un lutto di tale portata: è la -prassi- hanno spiegato gli addetti alla sicurezza, ma siamo costretti a riflettere su questo lato della vicenda. Erano 1500 i permessi totali che permettevano l’accesso all’interno della Basilica Cattedrale. La famiglia di ciascuna vittima ne aveva a disposizione 10, da esibire per altrettanti componenti. Poi c’erano gli accrediti per gli sfollati, i vicini di casa, gli amici delle vittime, presenti in grande numero, circa mille unità, che occupavano la restante parte del Duomo. Per politici ed istituzioni ne sono stati distrbuiti una trentina, cento per i giornalisti presenti.
Chi non l’aveva, questo maledetto pass, restava fuori senza possibilità di appello. Ma non abbiamo assistito, durante le oltre due ore di esequie ad atti di prepotenza, di esasperazione. Così la madre di un amico di una delle vittime: -Mio figlio è cresciuto assieme al ragazzo scomparso, è assurdo non potere entrare, consolare i genitori, baciare la bara-. Altri non erano al corrente della necessità di procurarsi il lascia-passare: tra questi anche la cugina di una delle vittime, che ha dovuto rivolgere l’ultimo saluto al congiunto da fuori la Chiesa. Ed è proprio questo che ci convince sempre più della grandezza interiore dei nostri concittadini, strettisi come mai prima d’ora in un abbraccio collettivo, sfociato in innumerevoli applausi spontanei partiti quando lo schermo gigante allestito a Piazza Duomo proiettava le immagini delle ventuno bare a ridosso dell’altare, avvolte nel tricolore italiano e rumeno, nel caso della badante giunta dalla Romania proprio nella nostra città.
Indignazione è stata espressa dalle -voci- della Piazza nei confronti di coloro che non hanno accolto l’appello del Comune che invitava a tenere gli esercizi commerciali chiusi: tanti erano quelli che hanno abbassato le saracinesche sul Viale San Martino, pochi, in proporzione, i negozianti delle altre zone cittadine.
Per dovere di cronaca dobbiamo dare notizia riguardo la presenza del Presidente del Consiglio Berlusconi, dei ministri Prestigiacomo e Alfano, del Presidente del Senato Schifani e del Presidente della Regione Lombardo, del Sindaco della città di Messina Buzzanca e della Provincia Ricevuto oltre alla deputazione parlamentare messinese e siciliana, ad ai presidenti del civico consesso comunale e provinciale, dei sei presidenti di circoscrizione e dei sindaci della Provincia, oltre a rappresentanti della società calabrese e abruzzese ed il capo della Protezione Civile Bertolaso.
Oggi pomeriggio alle 17, infine, partirà da Piazza Antonello la manifestazione -Svegliati Messina-. Lo scopo dell’iniziativa è chiaro: evitare che si spengano i riflettori dopo i funerali dei nostri concittadini, periti in una catastrofe, a detta di molti, ampiamente annunciata.
Potrebbe fare paura pensare a domani, quando Messina si ritroverà sola immersa nei suoi problemi di sempre, ma con sulle spalle il peso ideale delle decine di vittime provocate da questa immane tragedia. Non possiamo che augurarci che ci si adoperi affinché la situazione cambi; viceversa si arriverà inesorabilmente ad un punto di non ritorno.
Foto Dino Sturiale
