Piano Regolatore del Porto. L'Orsa a difesa della cantieristica navale

Piano Regolatore del Porto. L’Orsa a difesa della cantieristica navale

Piano Regolatore del Porto. L’Orsa a difesa della cantieristica navale

sabato 14 Giugno 2008 - 09:16

Lo scorso 16 maggio l’Autorità Portuale ha pubblicato sulla Gazzetta Regionale di Sicilia un avviso relativo al Piano Regolatore del Porto, invitando chiunque ne avesse interesse a presentare le proprie osservazioni.

A quasi un mese di distanza giungono le considerazioni dell’Orsa “anche se, in verità – afferma il segretario regionale Mariano Massaro – il sindacato le aveva già inviate ben prima che il Comitato approvasse il Piano. Ma, secondo quanto evidenziato da un verbale dello scorso marzo, un componente dell’Autorità Portuale ha dichiarato che il regolamento interno esclude la possibilità di discutere di documenti recapitati all’ AP ovvero al Comitato Portuale stesso da parte di terzi e pervenute posteriormente alla data di convocazione delle sedute “.

Non volendo al momento entrare nel merito della legittimità di tale norma, ci limitiamo solo a ribadire la nostra disapprovazione dinnanzi ad un intervento inopportuno che non ha dato voce ai lavoratori e alla loro legittima rappresentanza.

Ripensiamo conseguentemente, che lo stesso PRP, è stato approvato dal Commissario Straordinario del Comune di Messina, con tanto zelo degno di migliore causa visto che i problemi urgenti ed irrisolti per la città ne esistono in grande quantità.

Non è forse lo stesso Commissario ad impedire il dibattito del PRP da parte di un Consiglio Comunale democraticamente eletto?

L’ approvazione del Piano generale del Porto per l’importanza e l’impatto sulla città non è atto d’ordinaria amministrazione.

Ricordiamo inoltre che nell’ultimo incontro svoltosi alla presenza del S.E. il Prefetto quest’Organizzazione Sindacale aveva manifestato tutta la sua preoccupazione pur cercando soluzioni che tutelavano insieme alla qualità ed alla quantità dei servizi di collegamento marittimo, anche il mantenimento degli attuali posti di lavoro nel settore della cantieristica.

Anche oggi chiediamo garanzie affinché il piano non finisca con il sottrarre aree che servono per lo sviluppo del trasporto pubblico, dei cantieri navali e dell’attività artigiana ed industriale .

Tutto questo perché, con nostro rammarico, abbiamo avuto conferma di un PRP orientato a ridimensionare il nodo ferroviario dello Stretto con l’obiettivo dichiarato di trasferire definitivamente il trasporto delle merci dai carri ferroviari ai mezzi gommati.

Nello specifico: nell’ultima versione del piano regolatore è apparso dal nulla un significativo prolungamento del molo Norimberga teso a favorire, ancora una volta, l’ormeggio delle navi in forza alla flotta privata dello Stretto. Anche l’osservatore profano si renderà conto di come tale modifica strutturale si pone da barriera alle navi di RFI rendendo impraticabili le invasature ferroviarie. Una nave di stazza media, larga circa 25/30 metri, ormeggiata al Norimberga costringerebbe i traghetti ferroviari ad uno slalom improponibile per utilizzare i propri approdi. In presenza di condizioni meteo marine avverse la manovra risulterebbe quanto meno audace, con il risultato che tre invasature su cinque e la banchina officina sarebbero inutilizzabili. Chi ha redatto il progetto ha pensato di anticipare ogni controversia riducendo i binari destinati al traghettamento dei treni, come dire, se non ci sono i binari non ci saranno neanche i treni, pertanto non servono le navi di FS e meno le invasature.

In buona sostanza – dicevamo allora – che erano state investite risorse della comunità per garantire l’approdo alle navi private, in tal modo si sancisce il monopolio legalizzato del traghettamento privato, dimenticando che il vettore pubblico per i cittadini è garanzia di continuità territoriale e del diritto universale alla mobilità.

Il PRP. Si erge a bonificatore dell’area urbana e attacca le strutture ferroviarie definendo i binari come “un ampio fascio che si prolunga fin dentro il mare con i moli d’attracco dei traghetti RFI, costituendo, di fatto, una barriera tra due ambiti del porto e concausa del progressivo degrado estetico e sociale della zona falcata-.

A parere dell’Autorità Portuale, la Rete Ferroviaria sarebbe causa di degrado e intralcio allo sviluppo.

Un piano regolatore che pretende di fondarsi sulla riqualificazione dell’area urbana e sul rispetto dell’ambiente, si contraddice quando definisce la struttura ferroviaria una barriera ed auspica un trasporto delle merci concentrato su mezzi gommati in luogo dei più ecologici carri ferroviari. Nella relazione generale del PRP si scade ulteriormente nel paradosso quando il progetto è definito “flessibile- in funzione di un ipotetico ponte sullo Stretto, lo stesso ponte fantasma che ha già provocato palpabili disastri offrendo l’alibi ai governi di tagliare ingenti risorse al sistema di trasporto pubblico nello Stretto.

Ricordiamo che solo di recente è apparsa la notizia di fonte governativa che toglie in via definitiva le risorse decise dal precedente governo per le infrastrutture.

L’OrSA si è trovata isolata a difendere la causa dell’impianto di traghettamento pubblico e di tutto il nodo ferroviario interessato. Gli attacchi compatti dei sostenitori del PRP (i cui nomi sono ormai ripetitivi ) tendono a sminuire il ruolo delle ferrovie siciliane rappresentandole come un ingombrante carrozzone incapace di produrre beneficio per i cittadini. Con queste politiche, con gli obiettivi guidati del Piano, certo si arriva a tale posizione.

Tutto questo non può cancellare il principio per cui una società civile e moderna non può prescindere da un moderno sistema ferroviario, tutto questo ci fa difendere la necessità di condivisione nelle scelte importanti e ci dà la forza di chiedere all’Autorità Portuale le garanzie per evitare di trovarci con il ridimensionamento dell’attività ferroviaria già presente nel P.R.P.

Non ci piace altresì immaginare i tagli alle realtà produttive dei cantieri navali Arsenale Militare, Rodriquez, Palumbo e Savena che insieme danno occupazione a circa 1200 lavoratori.

Barcellona, Valencia o Bilbao sono bellissime città rivoluzionate dal punto di vista urbanistico e dove convivono realtà produttive con quelle turistiche ed artigianali, ma chi garantisce che questo può accadere a Messina nello stesso arco di tempo e mantenendo la stessa attuale occupazione nella cantieristica ?

Dal PRP non sembrerebbe visto che il cantiere di costruzione ex Cassaro e quello commerciale al molo Norimberga scompaiono e, fra l’altro, si evidenzia un prolungamento del molo Norimberga che serve a facilitare l’ormeggio delle navi private ma ostacola inopportunamente la navigazione delle navi di RFI rendendo quasi impraticabili le invasature ferroviarie.

Sembra tutto studiato a favore del privato e a danno del pubblico e dei cittadini utenti dei treni di lunga percorrenza che si vedrebbero costretti a salire e scendere dai vagoni, bagaglio alla mano, per attraversare lo Stretto, è questo che vogliamo?

È questo che permetterà a RFI di giustificare il non investimento nell’area dello Stretto e ignorare l’impegno di garantire la continuità territoriale? Già oggi il servizio RFI è scandaloso domani i disagi saranno insopportabili!

Esprimiamo questo giudizio perché gli elaborati del piano conducono a sognare un falso sviluppo costruito con soldi pubblici e approfittando di un vuoto di rappresentanza politica cittadina .

Crediamo di avere diritto a chiedere che:

a) L’emergenza occupazionale venga a cessare dando rilievo a tutte le attività portuali così come previste dalla legge n. 84/94;

b) Non siano effettuate assegnazione d’aree in concessione per le attività alberghiere, turistiche, commerciali (centro commerciale?) ovvero porticcioli che il Piano prevede nella zona falcata, in quanto non sono comprese nell’attività portuale.

c) La conservazione di tutti gli stabilimenti industriali i quali vanno recuperati e convertiti giacché ci risulta che da parte dell’ A.P. non sono state prese in considerazione iniziative rivolte al recupero degli stabilimenti con nuovi investimenti imprenditoriali ;

4. La possibilità di trasformazione e potenziamento della Rete Ferroviaria in modo da assicurare alla città un sistema di trasporto moderno e un traghettamento pubblico almeno paritario a quello privato;

e) La cantieristica, venga presa in seria considerazione in quanto fonte di lavoro rivelatesi altamente competitiva sia a livello nazionale che internazionale.

f) La sicurezza nella navigazione, giacché la posizione della M/N Cartour, presso il molo Norimberga, è un vero ostacolo operativo per la manovra delle Navi Traghetto che trasportano i treni; bisogna evitare il ripetersi di incidenti di collisione che in passato, solo per mera buona sorte, non hanno coinvolto l’incolumità dell’utenza e degli equipaggi!

g) Ripristinare l’uso delle banchine del porto per il carico e lo scarico delle merci ; operazione portuale non più possibile al porto di Messina per mancanza di spazi destinati a tale tipo di attività; lo stesso porto che per la sua importanza operativa è stato considerato di I° classe dalla legge n. 84/94-.

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