Rimane a Messina il processo ai due palermitani accusati dell’omicidio di Graziella Campagna (nella foto), la stiratrice diciassettenne sequestrata e uccisa sui monti Peloritani la sera del 14 dicembre 1985. Lo ha deciso la Settima sezione penale della Cassazione, che ha dichiarato inammissibile il ricorso con il quale Gerlando Alberti jr, imputato dell’omicidio insieme a Giovanni Sutera, aveva chiesto la revisione del processo, per legittimo sospetto, ad altra sede giudiziaria. In primo grado entrambi erano stati condannati all’ergastolo ed il Procuratore Generale nei giorni scorsi aveva chiesto la conferma della sentenza emessa dalla Corte d’Assise.
I giudici di secondo grado dovrebbero emettere il loro verdetto il 18 marzo. Sul processo si è concentrata ulteriormente l’attenzione dell’opinione a seguito dei ripetuti slittamenti della fiction tv, ‘La vita rubata’ che ripercorre i 23 anni trascorsi dal giorno dell’omicidio. In un primo tempo doveva andare in onda a novembre ma il presidente della Corte d’Appello e del Tribunale di Messina hanno chiesto ed ottenuto il rinvio per evitare qualsiasi condizionamento ai giudici impegnati nel processo. La programmazione dovrebbe avvenire il 10 marzo ma i giudici di Messina hanno chiesto nuovamente al ministro della Giustizia, Luigi Scotti, di rinviare la messa in onda in attesa che venga emessa la sentenza. Il Guardasigilli non si è ancora pronunciato ma la semplice richiesta ha già scatenato un vespaio di polemiche soprattutto da parte del produttore e del regista del film oltre che dall’attore Beppe Fiorello, protagonista della fiction.
