Ma quale -Area integrata dello Stretto-?

Ma quale -Area integrata dello Stretto-?

Ma quale -Area integrata dello Stretto-?

martedì 19 Agosto 2008 - 10:00

Un nostro lettore ci spiega quante difficoltà deve superare un messinese per lavorare il sabato a Reggio dopo le 20:30. Ma è il problema dei pendolari che non è mai stato risolto: i proclami della politica non sono mai diventati fatti

Si fa un gran parlare da anni di -Area integrata dello Stretto-, di unione economica tra le province di Reggio e Messina, di rafforzamento dei trasporti per permettere, soprattutto ai pendolari, di avere facilità nel passaggio da una sponda all’altra. Spesso questo argomento, immaginato anche come modello di sviluppo, è stato sfruttato in campagna elettorale per poi rimanere lì, nei sogni.

A testimonianza di questo mai concrettizzato legame tra le due città, una segnalazione di un lettore messinese, che ci ha spiegato quali difficoltà sta cercando di affrontare per riuscire a lavorare sabato nel capoluogo calabrese. «Per via della mia professione sabato dovrò lavorare a Reggio dalle 20 alle 23 e 30 circa – ci scrive. Per l’andata pohi problemi, ma per il ritorno non sono riuscito a trovare un mezzo che dal Porto di Reggio mi riportasse in città. Né la Meridiano, né gli aliscafi infatti, effettuano servizio dopo tale ora. Ho pensato allora di cercare -riparo- a Villa, per poi transitare con le navi delle Ferrovie. Ma niente da fare, perché nessun treno dopo le 20:50 parte dal centro città per raggiungere il paese in cui hanno sede gli approdi. Il primo è alle 05:45, tra l’altro IC plus».

L’alternativa potrebbe essere rappresentata dal mezzo privato, ma il nostro lettore replica: «Non mi conviene assolutamente dal punto di vista finanziario. Passo lo Stretto per guadagnare quaranta euro, che faccio ne spendo trenta? Ma indipendemente mi chiedo che razza di servizio viene offerto? Non c’è assolutamente niente che unisca i due territori. I politici devono capire che siamo stanchi. Siamo peggio del terzo mondo. Si fa prima ad arrivare a Catania…forse conviene così?».

Un problema che non è solo di questo signore, ma che è di tutti coloro che quotidianamente devono superare il tratto di mare per portare a casa lo stipendio, lasciando stare quei giovani che magari vogliono passare una serata diversa. Una situazione, quella della navigazione sulle nostre acque, che da troppo tempo è sul tavolo delle discussioni e mai, purtroppo, su quello delle decisioni prese. Non sono servite a nulla le proteste dei pendolari e gli appelli dei loro rappresentanti e dei sindacati: i progetti non hanno mai lasciato il posto ai fatti e i disagi sono sempre rimasti a galla. Infondo, chi vuole solo liberamente lavorare, chiede ad Enti ed amministrazioni continuità nelle corse e prezzi adeguati.

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