Si procede verso il corteo -No Ponte-, gli organizzatori sperano di superare le 20 mila presenze della scorsa manifestazione
La Rete No Ponte scalda i motori per il corteo-manifestazione dell’8 agosto, che partendo alle 18 da Piazza Cairoli, percorrerà le strade principali del centro cittadino fermandosi davanti a Palazzo Zanca dove verrà organizzato un dibattito sulla grande opera.
Nella conferenza stampa di presentazione odierna si è fatto il punto della situazione riguardo le adesioni, giunte da associazioni, comitati, movimenti ma anche normali cittadini che hanno voglia di gridare il loro “no” al Ponte sullo Stretto.
«Un percorso durato cinque mesi – spiega Luigi Sturniolo, uno degli organizzatori della manifestazione – che si è avvalso sopratutto del sito internet retenoponte.it e dei relativi social network per raccogliere adesioni e consensi, circa 400 al momento quelle interne, 800 nei vari social network e siti vari».
Ma, tiene a precisare la Rete No Ponte, il nostro non è un no alle infrastrutture, è un no al ponte, visto esclusivamente come una “colata di cemento” che non porterà a nulla dato che, si legge nel comunicato del movimento, «pur non essendoci un progetto definitivo, la società Stretto di Messina potrà contare su un contributo di 1,3 miliardi di euro in “conto impianti”, ovvero soldi destinati all’acquisto di fattori produttivi “a lungo ciclo di utilizzo”». Soldi da spendere subito e male, dato che si tratterà di un delirio di svincoli, raddoppi, gallerie, varianti e viadotti che collegheranno il casello del Ponte alla città, conclude la Rete No Ponte.
Ialacqua si rifà alle esternazioni del Presidente della Provincia Nanni Ricevuto, riportate dal nostro sito (vedi articolo correlato): «è fatto», diceva Ricevuto riferendosi al Ponte.
«E’ fatto un bel niente – replica l’attivista di Sinistra e Libertà. Mancano i capitali e il progetto definitivo».
Saro Andaldo Patti (Lega Autonomie Locali) fa un discorso a piu’ ampio respiro e nota come la politica messinese deve avere porsi in maniera piu’ dura, e lo dice relativamente ai tavoli tecnici romani: «Se la nostre istituzioni e la nostra deputazione, regionale e nazionale, non alza la voce, la Sicilia verrà abbandonata a sé stessa, come sta in parte succedendo».
Antonclaudio Pepe
A breve gli scatti di Dino Sturiale
