Rfi cambi le tariffe, Interdonato denuncia la subordinazione del vettore pubblico rispetto al privato

Rfi cambi le tariffe, Interdonato denuncia la subordinazione del vettore pubblico rispetto al privato

Rfi cambi le tariffe, Interdonato denuncia la subordinazione del vettore pubblico rispetto al privato

lunedì 18 Agosto 2008 - 11:20

Espressa solidarietà al ferroviere De Angelis

Sembra che il prezzo del biglietto per traghettare da una parte all’altra dello Stretto aumenti di pari passo tra il pubblico e il privato. Pietro Interdonato, del comitato pendolari, denuncia ancora una volta «l’aberrante subordinazione che il vertice aziendale di Rfi mostra nei confronti di Caronte&Tourist».

«Di queste ultime ore – commenta Interdonato – la notizia di code chilometriche negli imbarchi dei privati mentre gli spiazzali della stazione marittima sono rimasti vuoti. Ciò dimostra la sterilità della politica di Rfi, che non riesce a invogliare l’attraversamento gommato e, per giunta, mantiene al minimo il servizio ferroviario. Tutto con enorme guadagno del privato traghettatore.»

Riguardo alle tariffe, Interdonato fa notare che «i privati ritoccano le tariffe a loro piacimento, e subito dopo le Ferrovie si adeguano, giusto per non creare reale e alternativa concorrenza». Una politica che definisce scandalosa. Particolarmente odioso risulta lo scarto tra l’andata e ritorno entro 3 giorni (30 euro) e lo stesso biglietto superati i 3 giorni (50 euro).

I pendolari, dunque, chiedono alle Ferrovie dello Stato di cambiare la tariffa per il biglietto di sola andata, attualmente assestato su un prezzo molto simile a quello dei privati (che è 29 euro). Inoltre «bisogna ripristinare nello Stretto la leadership del pubblico e bisogna allontanare l’attuale vertice di Rfi, che stanno ancora festeggiando lo scambio di Budelli e Razzoli con Agata e Pace».

Non ci si stupisce, viste le scelte strategiche nei prezzi e nella flotta, che i bilanci siano in rosso, e che vengano a mancare i requisiti di sicurezza. Sui quali, ricorda ancora Interdonato, in modo ritardatario anche la Capitaneria ha messo riparo.

E qui il riferimento al ferroviere Dante De Angelis, licenziato a Roma da Ferrovie dello Stato per avere diffuso informazioni false dannose per l’azienda. Il comitato, affiancandosi a molti, tra politici, sindacalisti e gente comune, sospetta che la causa del licenziamento sia piuttosto che il macchinista ha denunciato un incidente avvenuto il mese scorso ad un Etr, provocando un danno di immagine alle Ferrovie. Per questo il comitato si dice «indignato per il caso De Angelis, licenziato per avere denunciato un guasto, e avere portato alla luce il problema della sicurezza sui veicoli delle Ferrovie, che noi ben conosciamo, visti i frequenti incidenti che succedono sulla Budelli (l’ultimo del 26 luglio)».

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