La Corte d’Appello di Messina ha inflitto due anni di reclusione al disoccupato di Roccalumera che per tre mesi ha occultato il cadavere del padre allo scopo di continuare a riscuotere la pensione.
Francesco Foti, 37 anni era stato condannato in primo grado a 10 anni ma i giudici di secondo grado lo hanno assolto dal reato più grave, quello di omicidio. Lo stesso PG Franco Cassata aveva chiesto l’assoluzione di Foti dall’accusa di aver ucciso del padre e la conferma della condanna per l’occultamento di cadavere.
Il caso risale al luglio del 2006 quando nella palazzina di Roccalumera in cui vivevano padre e figlio l’aria era diventata irrespirabile ed il cattivo odore insopportabile. I vicini di casa, insospettiti, chiedevano a Francesco notizie del padre Domenico di 76 anni. Ma il disoccupato era sempre evasivo o rispondeva che l’anziano genitore era costretto a letto dagli acciacchi. Ma le segnalazioni e le proteste degli abitanti della zona hanno convinto i Carabinieri ad effettuare una perquisizione in casa di Francesco Foti ed a fare la macabra scoperta.
Il corpo del pensionato era avvolto in un lenzuolo, fra due materassi e adagiato in uno sgabuzzino sul balcone. Il medico Patrizia Napoli stabilì che la morte risaliva a tre mesi prima.
Francesco Foti, disoccupato e con evidenti disturbi mentali aveva pensato di nascondere il cadavere del padre, dopo la sua morte avvenuta per cause naturali, per non rinunciare alla pensione del genitore. Inizialmente al 37enne era stata contestata anche l’accusa di omicidio perché era stato ipotizzato l’abbandono dell’anziano, morto senza assistenza da parte del figlio. L’accusa però è caduta in appello alleggerendo la posizione di Francesco Foti.
