San Fratello. Commissione Ambiente del Senato in Prefettura: «La frana si è fermata, ma servono 300 milioni di euro per la messa in sicurezza»

San Fratello. Commissione Ambiente del Senato in Prefettura: «La frana si è fermata, ma servono 300 milioni di euro per la messa in sicurezza»

San Fratello. Commissione Ambiente del Senato in Prefettura: «La frana si è fermata, ma servono 300 milioni di euro per la messa in sicurezza»

lunedì 01 Marzo 2010 - 21:36

D’Alì: «Il problema dovrà essere affrontato alla radice ed assicurare un monitoraggio costante». Ferrante: « Non si tratta solo di cercare risorse, ma anche la qualità degli interventi da fare»

Si è conclusa in Prefettura la lunga giornata messinese della delegazione della 13a Commissione permanente – Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato della Repubblica.

Dopo il sopralluogo effettuato a San Fratello, luogo maggiormente interessato dalla frana del 13 Febbraio, che ha letteralmente diviso in due il territorio comunale, il presidente della Commissione, il senatore del Pdl Antonio D’Alì, accompagnato dal collega di partito Andrea Fluttaro e dall’esponente del Pd Francesco Ferrante si sono recati a Raccuja e a Brolo. Accanto a loro, durante la perlustrazione dei luoghi colpiti dall’evento calamitoso, i deputati messinesi del Pdl Antonino Germanà e Vincenzo Garofalo, il presidente della Provincia Nanni Ricevuto, il dirigente generale della Protezione civile regionale Pietro Lo Monaco e l’assessore regionale all’Ambiente Roberto Di Mauro.

Al termine della visita sui Nebrodi, il gruppo si è spostato a Messina e precisamente al Palazzo del Governo, dove ad attenderli c’erano il prefetto Francesco Alecci e, in rappresentanza del sindaco Giuseppe Buzzanca, l’assessore alle Manutenzioni del Comune di Messina Pippo Isgrò.

I tecnici della Protezione civile hanno rassicurato i membri della Commissione sul fatto che il movimento franoso di San Fratello sta rallentando. Tuttavia, come sottolineato da Ferrante durante il suo intervento «una parte del paese pare oggettivamente irrecuperabile, e si deve studiare come mettere in sicurezza la zona alta di San Fratello».

Secondo una prima stima dei danni servono almeno 300 milioni (escludendo il comune di San Fratello), dei quali 82 milioni per le prime urgenze. Cifre considerevoli soprattutto se si considera, come ha fatto notare Ferrante che « 1 miliardo di euro è la cifra stanziata dal ministero dell’Ambiente per il rischio idrogeologico in tutto il Paese».

Per ricostruire emettere in sicurezza i comuni dei Nebrodi sarà dunque necessario attingere anche da altri fondi. Il Ministero dell’Ambiente, oltre al miliardo stanziato di recente, metterà a disposizione altri 250 milioni di euro, che risalgono al 2009 ma che, non essendo stati spesi ,possono ancora essere utilizzati per questa emergenza. «In più – spiegano i membri della Commissione – l’assessore Di Mauro ci informa della possibilità di attingere ai 4 miliardi di euro dei fondi Fesr a disposizione della Regione. Con queste somme già si può ragionare».

Posto che gli interventi dovranno essere decisi dai governi regionale e nazionale, i componenti della Commissione sono convinti che «la situazione è tale che meriterebbe senz’altro un intervento parlamentare ad hoc». In particolare, D’Alì osserva: «Il problema dovrà essere affrontato alla radice: capire cosa si dovrà fare sul serio del paese di San Fratello, per il quale ci vorrà un monitoraggio nel tempo». Dello stesso parere anche Ferrante: «Prendiamo l’esempio di Raccuja, dove in contrada Zappa c’è una frana che insiste dal 1931 e che interessa un’area vastissima della collina. E’ molto difficile, qui, intervenire per la messa in sicurezza. Non si tratta, dunque, solo di cercare risorse, ma anche la qualità degli interventi da fare».

(FOTO DI DINO STURIALE)

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