Sanità: ecco le 43 Guardie tagliate in Sicilia

Sanità: ecco le 43 Guardie tagliate in Sicilia

Sanità: ecco le 43 Guardie tagliate in Sicilia

sabato 28 Giugno 2008 - 10:59

Messina ampiamente in testa. Ma il risparmio passa da qui?

ASL 1 – Agrigento (5)

– Agrigento

– Calamonaci

– Cammarata

– Licata

– Palma di Montechiaro

ASL 2 – Caltanissetta (3)

– Sommatino

– Sutera

– Milena

ASL 3 – Catania (1)

– Catania Centro (già chiusa nell’ottobre 2007)

ASL 4 – Enna (4)

– Nissoria

– Pergusa

– San Giorgio

– Sperlinga

ASL 5 – Messina (14)

– Barcellona Oreto

– Condrò

– Fantina

– Frazzanò

– Messina Centro Sud

– Mistretta

– Patti

– Roccafiorita

– Sant’AgataMilitello

– San Teodoro

– Santa Teresa Riva

– Scaletta Zanclea

– Taormina

– Valdina

ASL 6 – Palermo (8)

– Palermo Libertà 1

– Palermo Libertà 2

– Porrazzi

– Palermo Cantieri Navali

– Pioppo

– Aliminusa

– Cefala Diana

– Santa Cristina Gela

ASL 7 – Ragusa (1)

– Ragusa Ibla

ASL 8 – Siracusa (3)

– Lentini

– Carlentini Nord

– Melilli Città Giardino

ASL 9 – Trapani (4)

– Castelvetrano

– Mazara

– Salemi

– Trapani

Messina fa 14, Catania 0, Palermo 8. Si fa notare la sproporzione tra i presidi chiusi a Messina e quelli chiusi in tutte le altre città. Un numero che fa pensare ad una distribuzione non proprio equa del carico del Piano di rientro della spesa sanitaria tra le province siciliane. Lo ha sottolineato nei giorni scorsi anche la Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) provinciale: «Se è vero che il nostro territorio ha più guardie mediche delle altre province è altrettanto vero che è il più ricco di comuni, grandi e piccoli, fra loro collegati da una viabilità fatiscente.

Le critiche da parte di politici locali, sindacati e cittadini non si sono fatte attendere, paventando l’abbassamento dei livelli di assistenza, soprattutto nelle zone più periferiche, costrette già a subire disagi di ogni genere. A fare discutere è stato anche il metodo dirigista della scelta, delegata ai direttori delle Asl, senza un confronto con le istituzioni locali. Inoltre preoccupano le sorti dei medici (56 nella provincia di Messina), impiegati nei presidi, che dall’1 luglio saranno in mobilità.

Non è tutto, come ha suggerito ieri il segretario della Funzione pubblica Cgil, Lillo Oceano: «La Regione lascia le consulenze e taglia i servizi ai cittadini. Tagliare le Guardie mediche invece di aggredire le vere spese superflue, significa ridurre l’assistenza ai cittadini e mantenere inalterati gli sprechi». Oltre al fatto che «la Regione Sicilia ha definitivamente perduto i fondi nazionali per la riduzione delle liste d’attesa, col risultato che rispetto allo scorso anno le liste d’attesa si sono ulteriormente allungate».

Un provvedimento crea disagi e non risolve nulla, dunque, mentre rimangono intatti i veri capitoli di spreco della sanità isolana, le consulenze milionarie, le nomine clientelari, la mancanza di progettualità.

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