Soppressione Ente Porto: Madaudo reagisce

Soppressione Ente Porto: Madaudo reagisce

Soppressione Ente Porto: Madaudo reagisce

venerdì 25 Luglio 2008 - 14:35

Decisione intempestiva e contraria allo spirito autonomista

Il giudizio è, come prevedibile, negativo. Ma c’è anche di più: il presidente dell’Ente Porto di Messina, Rosario Madaudo, dice, in un comunicato di oggi, di avere appreso dalla stampa la notizia della decisione della Giunta Lombardo di sciogliere l’Ente e metterlo in liquidazione.

Una decisione presa, a detta di Madaudo, «cedendo alle pressioni di coloro che hanno trovato nell’Ente l’unico ostacolo alle loro speculazioni edilizie, mascherate col recupero del waterfront a danno delle imprese e dei lavoratori del settore cantieristico, tra le pochissime attività produttive rimaste a Messina.»

Accuse pesanti, quindi, che accompagno la difesa dell’operato dell’Ente: «L’Ente è, forse, l’unico Ente ad aver presentato un bilancio in attivo e, pur con l’esiguità del suo organico, ha messo in atto tante iniziative da stimolare il precedente presidente della Regione, on. Cuffaro, a richiedere una conferenza Stato-Regione per la risoluzione delle varie problematiche connesse alla gestione del demanio marittimo nell’isola ed alla definita realizzazione del Punto Franco; ha riacquistato al patrimonio regionale lo stabilimento industriale della stazione di degassificazione, sottraendolo alle ingiustificate pretese di organi dello Stato centrale, ed ha avviato le procedure necessarie per la sua bonifica e riqualificazione; ha rilanciato il progetto del Punto Franco, rendendolo attuale e attuabile.»

Insomma, tutt’altro che inutilmente dispendioso sarebbe l’Ente Porto, a detta del suo presidente. Anche se forse non erano necessarie due istituzioni, l’Ente e l’Autorità, per ottenere gli stessi successi vantati da Madaudo.

Ma l’Ente Porto, conclude Madaudo, ha, rispetto all’Autorità, una caratteristica unica: «è sorto a seguito di un duro contenzioso con lo Stato, sfociato nella decisione dell’Alta Corte di Giustizia, che ha riconosciuto le prerogative autonomistiche della Regione, derivategli dal suo Statuto». Insomma, la soppressione di un’istituzione di ispirazione autonomistica, da parte di un Governo regionale autonomista, sarebbe una contraddizione e lascerebbe molti dubbi sulla volontà di questo Governo di rispondere alle «aspettative di un rilancio economico della città di Messina, sempre più spogliata di opportunità di lavoro».

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