Sos ambiente. A ‘Cominciamo bene’ tra i “veleni” d’Italia anche quelli della Valle del Mela

Sos ambiente. A ‘Cominciamo bene’ tra i “veleni” d’Italia anche quelli della Valle del Mela

Redazione

Sos ambiente. A ‘Cominciamo bene’ tra i “veleni” d’Italia anche quelli della Valle del Mela

giovedì 19 Marzo 2009 - 12:36

La trasmissione condotta da Fabrizio Frizzi ed Elsa di Gati ritorna nella provincia di Messina, questa volta a Milazzo. Filo conduttore della puntata la mancanza di monitoraggio nei livelli di polveri sottili e il concomitante aumento di tumori e malattie respiratorie

Un, due, tre…in onda! Le telecamere di “Cominciamo bene” trasmissione di Raitre condotta da Fabrizio Frizzi ed Elsa Di Gati, in onda dal lunedì a venerdì si ri-accendono sulla provincia di Messina. Dopo il collegamento dalla baracche di Fondo De Pasquale di qualche mese fa (vedi articolo correlato in basso), l’inviato Giuseppe Pinetti si è messo in collegamento con gli studi di Roma: tema della puntata “I veleni d‘Italia. Sos ambiente”. Una diretta, quella con il centro mamertino, possibile grazie al foto-reporter Dino Sturiale,(inviato a Milazzo) e alla redazione di Tempostretto.it che, nel tentativo di superare i -confini- dello Stretto, sta cercando di puntare l’attenzione su problematiche di carattere sociale troppo spesso fatte passare sotto silenzio, coinvolgendo, come nel caso di Raitre, anche i media nazionali.

Nel caso specifico, parlando dei veleni d’Italia come non parlare del comprensorio della Valle del Mela indicato come una delle aree a maggior rischio ambientale a causa delle emissioni provenienti da quello che il giornalista di Raitre ha definito, “Polo Industriale”: un’area composto, come ha sottolineato nel corso del suo intervento il consigliere provinciale Massimiliano Branca, dagli impianti della Raffineria, della Edipower e da alcuni cantieri per la realizzazione di barche di lusso. A fornire la propria testimonianza sulla probabile correlazione tra l’aumento nel numero dei tumori e la concentrazione di polveri sottili, a Milazzo e nelle zone limitrofe, l’assessore comunale all’ambiente del centro mamertino Marco Rondone (Mpa) e il rappresentante dell’organizzazione mondiale della sanità Pasquale Andaloro .

«I dati dell’Oms – afferma Andaloro – parlano chiaro. Le polveri sottili che circolano nell’aria superano il limite consentito del 20% arrivando a superare addirittura il 25%. Le rilevazioni effettuate dall’associazione epidemiologica regionale mostrano che in Sicilia, quella della Valle del Mela, è una delle aree con il più alto tasso di cittadini affetti da malattie respiratorie gravi, ictus e infarti». Per cercare però di capire l’effettivo grado di relazione esistente tra la concentrazione di sostanze inquinanti respirate e le gravi malattie da cui gli stessi cittadini sono affetti, sarebbe ragionare sui dati ottenuti da un’attenta attività di monitoraggio mediante delle centraline da posizione su tutto il territorio interessato (al momento sarebbero 16?): un monitoraggio che tuttavia tarda ad arrivare.

E la causa va ricercata nei conflitti di competenza, tra l’Arpa e la provincia regionale, nello stabilire a chi spetta la suddetta attività di controllo e rilevamento di polveri sottili presenti nell’aria: «E’ un problema che si protrae ormai da troppo tempo – afferma Andaloro – e che in attesa di avere una risposta contribuisce solo a peggiore la salute dei cittadini e le loro condizioni di vita». Una situazione a dir poco imbarazzante ma riconosciuta anche dallo stesso Branca: «I dati di cui è in possesso la provincia sono del 2008 e risalgono ad una ventina di giorni fa ma non vi è alcun elemento relativo al comune di Milazzo. Ecco perché con i colleghi abbiamo presentato un’interrogazione all’assessore regionale all’ambiente Corbello per cercare di avere delle risposte dall’Arpa perché la salute dei milazzesi è in serio rischio».

Ad intervenire è anche l’assessore comunale al ramo Rondone: «La normativa non prevede alcuna competenza sull’attività di monitoraggio della qualità dell’aria da parte del Comune, tuttavia ci siamo attivati per far installare una centralina che si occupi di controllore il livello di polveri sottili presenti nella zona». I presenti sono stati dunque tutti concordi nel riconoscere come, la correlazione tra l’aumento di gravi malattie in zone a concentrazione industriale attestata in diverse parti del mondo, non lo è solo nel comprensorio della Valle del Male a causa di una mancanza di dati determinata da un conflitto di competenze.

Non è poi mancato il momento delle testimonianze, quelle vere, quelle fatte non di numeri ma di vite umane. A parlare la signora Annalisi Zaffini, affetta da una grave forma di tumore, fortunatamente curata in tempo, qualche anno dopo il marito: «Quello della mia famiglia non è l’unico caso, come noi, infatti, sono tanti i cittadini milazzesi, all’incirca 700, che ogni anno partono per effettuare controlli, cure ed interventi nella speranza di debellare la malattia. Una malattia che è il risultato dell’aria che respiriamo. Il fatto che questa mattina ci siano così poche persone mi dispiace molto. L’ intenzione non è certo quella di mettere in pericolo il posto di lavoro di chi opera all’interno delle industrie ma al contrario cercare di aiutare anche loro facendogli capire il pericolo che corrono. Il nostro compito è quello di cercare di sensibilizzare le coscienze, soprattutto quelle delle nuove generazioni per cercare di affrontare il problema». La signora Zaffini parla di nostro compito: quello che lei e i membri dell’associazione di cui fa parte, l’Adasc (Associazione a difesa dell’ambiente e tutela dei cittadini) si propongono di svolgere: «Il nostro gruppo – spiega il giovane presidente, il ventunenne Giuseppe Maimone – è nato il 12 dicembre del 2008. Il nostro obiettivo è quello di restituire ai cittadini una città che gli è stata rubata e che sembra destinata ad essere soffocata dalle maledette polveri».

Elena De Pasquale – Dino Sturiale

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