Schifani rappresenta lo Stato a Partinico. Proposta anche la -scorta mediatica- per il direttore antimafia
Un simbolo che vale molto. Il presidente del Senato Renato Schifani si è unito ieri alla valanga di messaggi e segni di solidarietà ricevuti dal direttore di Telejato Pino Maniaci (nella foto), dopo che venerdì gli è stata bruciata l’auto, probabile atto intimidatorio mafioso. Schifani ha fatto di più, è andato a farsi intervistare negli studi dell’emittente di Partinico, dove ha detto al direttore: «Voglio testimoniare la presenza forte dello Stato a casa tua, in un momento molto delicato della tua vita. Faremo di tutto perché non si abbassino i riflettori su di te e sulla tua attività».
Il presidente ha parlato anche dei prossimi provvedimenti del Governo in materia di 41 bis, di sicurezza e di riforma della giustizia, ma soprattutto ha ribadito che «la migliore lotta alla mafia la sta facendo la società civile. Allo stesso tempo sta nascendo una nuova classe politica di amministratori più consapevoli. Sono fiducioso ma non possiamo abbassare il livello di guardia e di attenzione».
Da canto suo, Maniaci ha rilanciato il suo impegno, fatto di scomoda, quotidiana, passione per la verità. Un impegno non solitario, per fortuna, visto che alla lista dei collaboratori e simpatizzanti della rete televisiva si è aggiunta l’associazione -Articolo21-, che ha proposto di aggiungere l’emittente di Partinico alla lista dei giornalisti coperti dalla -scorta mediatica-.
«Lo strumento della scorta mediatica è assolutamente indispensabile per noi – ha detto Maniaci – e ringrazio Articolo21 oltre che per la solidarietà espressa anche per questa campagna affinché giornali e media illuminino a giorno ciò che accade in queste realtà del Sud del Paese e le battaglie di chi non vuole né rassegnarsi né arrendersi».
«Telejato e tutti gli altri organi che quotidianamente informano i cittadini sulle connivenze, le complicità, i silenzi, non possono restare soli – ha ribadito Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21 -. E le organizzazioni criminali devono sentire il fiato addosso non solo delle forze di polizia ma della stampa e della Tv.»
