Test di Medicina: Mussi scrive al Procuratore, Spanò (Cgil): «Si faccia chiarezza»

Test di Medicina: Mussi scrive al Procuratore, Spanò (Cgil): «Si faccia chiarezza»

Test di Medicina: Mussi scrive al Procuratore, Spanò (Cgil): «Si faccia chiarezza»

giovedì 13 Settembre 2007 - 19:39

Il Ministro a Croce: «Da valutare la singolarità dei dati evidenziati». Il sindacalista: «Non alziamo i toni»

«Il dato di Messina è il più alto d’Italia», questo emerge dai risultati dei testi di Medicina tenutisi quest’estate, e da questo presupposto parte il ministro dell’Università e della Ricerca Fabio Mussi (nella foto), che come preannunciato ieri nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha scritto una lettera al Procuratore di Messina, Luigi Croce.

Mussi inizia spiegando dettagliatamente le modalità con le quali si svolgono i test: «Le prove si svolgono in tutta Italia nello stesso giorno, sulla base di domande identiche, predisposte da una apposita Commissione ministeriale» scrive il ministro, che aggiunge che «la graduatoria è formata attribuendo al concorrente un punto per ciascuna risposta esatta ed una penalizzazione di 0,25 punti per ciascuna risposta errata; la mancata risposta non comporta attribuzione di punteggio».

Primo dato rilevante: «per il corso di laurea in medicina e chirurgia, su 17 studenti che, in tutta Italia, hanno conseguito un punteggio superiore a 70, 8 hanno svolto le prove a Messina; su 487 studenti che hanno conseguito un punteggio superiore a 60, 50 hanno svolto la prova a Messina». E ancora: «Per il corso di laurea in odontoiatria e protesi dentaria, su 12 studenti con punteggio superiore a 70, 1 ha svolto la prova a Messina, mentre su 332 studenti che hanno conseguito un punteggio superiore a 60, 46 sono a Messina. La conclusione, dunque, è la seguente: «la sede di Messina presenta il dato più alto in Italia con riferimento all’accesso al corso di laurea in medicina e chirurgia (calcolato considerando sia gli studenti con punteggio superiore a 70, sia gli studenti con punteggio superiore a 60), nonché il dato più alto in Italia con riferimento all’accesso al corso di laurea in odontoiatria (calcolato considerando gli studenti con punteggio superiore a 60)». Tutti bravi, dunque, i ragazzi del nostro ateneo? Mussi non può escluderlo a priori. «Pur considerando che il risultato, valutato in sé, non costituisce prova di irregolarità – scrive infatti il ministro – e che ogni considerazione statistico/comparativa non assume di per sé alcuna rilevanza giuridica, mi corre l’obbligo, signor Procuratore, di sottoporre alla Sua valutazione – conclude – per quanto di eventuale competenza, la singolarità dei dati evidenziati».

Sulla questione, alla luce anche dell’intervento odierno della Guardia di Finanza, è voluto intervenire Franco Spanò, segretario provinciale della Cgil, il quale si rifà proprio ad una frase detta da Mussi in occasione di questo “affaire università- (ricordiamo che altri atenei italiani sono sotto l’occhio del ciclone). «Come dice il ministro Mussi – dice Spanò – il bene più prezioso delle università è il prestigio. Quella di Messina ha davvero bisogno di recuperare il suo e non è certo alzando la voce che lo riavrà». Spanò, dunque, invita ad abbassare la luce dei riflettori. «Dopo lo scandalo dello scorso luglio – aggiunge – che già aveva posto la nostra università sotto osservazione per vicende legate alle modalità di selezione e ingresso nell’ateneo messinese, meglio sarebbe stato non tornare sotto la lente di ingrandimento per una vicenda nuovamente legate alle chance di accesso. Nella situazione in cui si trova l’università di Messina alzare il tono e gridare al razzismo non pare davvero l’atteggiamento più consono. Meglio sarebbe – conclude Spanò – invocare una rapida soluzione per le diverse inchieste affinché possa esser fatta chiarezza e si possa così recuperare quel prezioso prestigio di cui parla il ministro Mussi».

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