-Traghetto Day-, l'analisi dell'OrSA

-Traghetto Day-, l’analisi dell’OrSA

-Traghetto Day-, l’analisi dell’OrSA

mercoledì 13 Agosto 2008 - 11:31

Il sistema di regole vigente crea disservizi: bisogna riscriverlo

Multe per 9 traghetti, rei di avere imbarcato più persone di quante consentito dalle tabelle di armamento. La Capitaneria ha annunciato questi risultati dell’attività ispettiva per la sicurezza sullo Stretto. Questi dati, secondo l’opinione di Antonino D’Orazio, segretario regionale del settore navigazione dell’OrSA, «rendono drammaticamente attuali i pericoli a suo tempo preannunciati dal sindacato e dai tecnici del settore dopo la riduzione delle tabelle d’armamento sancita con ordinanza dell’ex ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi».

La regolamentazione del traghettamento è basata, secondo D’Orazio, su farraginose teorie inapplicabili, «la limitazione dei passeggeri trasportabili per consentire agli armatori ulteriori tagli alla composizione numerica degli equipaggi, è una legge fatta con la certezza del successivo inganno; chi sperava nel senso di responsabilità degli armatori sull’osservanza del limite di 40 passeggeri in navi con tabelle d’armamento ridotte, sapeva d’illudere se stesso e l’intera utenza dello Stretto».

In più la Capitaneria di Porto non ha mezzi né uomini per monitorare continuamente l’imbarco dei passeggeri sui traghetti, per cui le 9 multe inflitte all’inizio del mese di agosto, per un ammontare complessivo di 63.957 euro, sono una pena effimera per chi espone a rischio la sicurezza dei passeggeri e degli equipaggi. «Bastano due corse irregolari – accusa il sindacalista – senza incappare nei controlli per coprire le poche ammende inflitte durante un’intera stagione trascorsa oltrepassando i confini delle norme ministeriali».

Ma il problema è a monte, nella contraddittorietà della normativa: «L’ordinanza dell’ex ministro Bianchi non trova riscontro positivo anche se applicata nel pieno rispetto delle regole, il limite d’imbarco fissato a 40 passeggeri è fra le principali concause del proverbiale disservizio che vige nel traghettamento dello Stretto».

Emblematico, racconta D’Orazio, il paradosso recentemente verificatosi in una bidirezionale di Rfi, quando i 50 passeggeri di un pullman che stava per imbarcare sono stati invitati a scendere dal mezzo gommato e trasferirsi a piedi su una nave adibita al trasporto dei vagoni ferroviari; i malcapitati hanno dovuto attendere per tutto l’arco di tempo necessario all’imbarco del treno e solo dopo 2 ore hanno raggiunto il loro pullman che li attendeva a Villa S.G.

Riferendosi al licenziamento in tronco di 8 ferrovieri, colpevoli di aver fatto timbrare i cartellini ad un collega per raggiungere le docce con qualche minuto di anticipo dopo aver effettuato 2 ore di straordinario, D’Orazio si chiede: «In tale clima di -giustizialismo-, in cui si perde il lavoro per aver timbrato il cartellino poco prima del previsto, che pena si dovrebbe infliggere a chi espone a rischio la sicurezza dei cittadini e crea insopportabili disservizi in nome del bilancio aziendale?»

Infine la proposta: «quando il ministro Bianchi stabiliva questa gestione del traghettamento, foriera di disservizi e abbattimento della sicurezza, l’Autorità Marittima sedeva allo stesso tavolo: sanzionare oggi quanto si è concesso ieri non è una soluzione credibile, bisogna sedersi per riscrivere le regole che non funzionano».

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