Nel maggio scorso furono sequestrati dalla Polizia in due appartamenti di viale San Martino un milione di euro e quattro chili di droghe pesanti
Sono tre gli indagati per il sequestro della “cassaforte” del clan di Mangialupi. Il sostituto procuratore della DDA, Giuseppe Verzera, ha chiuso le indagini inviando i relativi avvisi al boss Antonino Trovato ed ai fratelli Claudio e Maurizio Cutispoto, rispettivamente 33 e 42 anni, indicati dagli inquirenti come i prestanome dei fratelli Trovato.
Le accuse per i tre sono di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e ricettazione di oltre un milione di euro, provento dell’attività di spaccio.
Il 12 maggio scorso la Squadra Mobile eseguì un sequestro di beni ai fratelli Trovato, apponendo i sigilli a diversi appartamenti fra cui due in viale San Martino. Nessuno però, nemmeno gli stessi investigatori, potevano lontanamente immaginare quello che avrebbero trovato nelle abitazioni. Nella prima furono scoperte alcune buste di cellophane contenenti 3 chili e 600 grammi di cocaina e 175 di eroina. Nell’altra, nascosti in un mobiletto, vennero fuori oltre un milione di euro in contanti.
Per la Polizia i soldi rappresentavano il provento della lucrosa attività di spaccio e dovevano servire per acquistare altra droga dall’ndrine della piana di Gioia Tauro.
I due eleganti appartamenti erano intestati a Claudio e Maurizio Cutispoto ma i due fratelli hanno respinto sempre l’accusa di essere dei prestanome di Antonino Trovato. Pur confermando che le abitazioni erano in uso al boss hanno detto di non avere idee dell’utilizzo che ne veniva fatto.
