Rfi riduce il servizio dei mezzi veloci, dopo le 18.30 da Messina e le 19.20 da Reggio le due città dello Stretto saranno isolate per oltre due mesi.
Da lunedì entrerà in vigore l’orario estivo (un’esclusiva 2008!) dei mezzi veloci Rfi che collegano le città “sorelle-, nello Stretto. Le corse sono dimezzate, i tempi di percorrenza allungati.
L’isolamento serale e notturno si allarga al tardo pomeriggio proprio nel periodo estivo, dato che l’ultima corsa partirà da Messina alle 18.30 e da Reggio alle 19.20: esattamente un’ora prima rispetto all’ormai vecchio (sic!) orario.
E’ un disastro.
Un disastro perché Reggio e Messina non sono solo lavoro e università, sono anche relazioni interpersonali, amicizie e rapporti di parentela che uniscono le realtà urbane in un unico grande centro gravitazionale: lo Stretto.
D’estate cambiano i ritmi della vita, il primo pomeriggio diventa un periodo morto per dare spazio a maggiori attività serali e notturne; proprio d’estate l’isolamento già presente si rafforza estendendosi al tardo pomeriggio: dopo le 18.30 da Messina, e dopo le 19.20 da Reggio è impossibile raggiungere l’altra sponda.
Sì, è un disastro per tutti, perché Reggio e Messina mentre da una parte si avvicinano e si “immergono- una nell’altra sempre più intensamente nel quotidiano, sono poi costrette a subire una condizione di trasporti pubblici interurbana assolutamente inadeguata.
E pensare che fino a un anno e mezzo fa la situazione era abbastanza rosea, e sembrava addirittura voler migliorare …
– Cos’è successo
Fino al 2006 erano tre i mezzi veloci della Rfi che effettuavano quotidianamente il collegamento tra Reggio e Messina: Tindari jet, Selinunte jet e Segesta jet.
Due mezzi erano attivi e un terzo stava pronto a rattoppare gli eventuali buchi dovuti a guasti, ritardi, operazioni di manutenzione o disservizi.
Il tempo di percorrenza, compreso imbarco e sbarco, non superava quasi mai i 25 minuti previsti, e gli orari erano prevalentemente rispettati.
Dopo il tragico incidente del Segesta Jet, avvenuto nel 15 gennaio 2007, il mezzo distrutto nell’impatto di collisione con la “Susan Borchard- non è mai stato rimpiazzato in modo adeguato (se non per un breve periodo, nella primavera 2007) e così già da un anno e mezzo ogni qual volta uno dei due jet a disposizione si guasta, o deve effettuare l’ordinaria manutenzione, i pendolari e i viaggiatori pagano le conseguenze con disagi e ritardi spesso pesantissimi, senza alcun servizio di rimborso e, spesso, senza neanche una semplice spiegazione del motivo di tali problemi.
Il tempo di percorrenza si è inoltre dilatato fino a 35 minuti di traversata da sommare alle operazioni di imbarco e sbarco nonostante ufficialmente ci vogliano ancora “25 minuti- come scritto in tutte le tabelle di marcia degli aliscafi.
Stamattina il Selinunte jet è partito verso il porto di Napoli, dove dovrà effettuare una manutenzione intensiva che durerà circa due mesi / due mesi e mezzo: per tutta l’estate nello Stretto rimarrà attivo solamente il Tindari jet e, la cosa più grave è che non c’è nessun mezzo pronto, in caso di necessità, a sostituirlo. Un eventuale guasto paralizzerebbe completamente il traffico dei pendolari tra le due città.
Non c’è alcuna certezza sul periodo di ripristino degli orari ordinari.
Il mezzo “ricoverato- d’urgenza a Napoli dovrebbe stare in convalescenza circa due mesi, o due mesi e mezzo: la previsione più ottimistica è che a inizio settembre venga ripristinato l’orario di sempre, ma probabilmente ci sarà da aspettare fino alla metà del mese o forse addirittura a inizio ottobre.
Intanto i pendolari dello Stretto stanno pensando di diventare devoti della Madonna Nera di Tindari: appellarsi alla santa di cui l’aliscafo ultimo “sopravvissuto- (almeno per questo periodo) porta il nome sembra l’unica possibilità rimasta per evitare ulteriori ripercussioni, sperando che almeno questi nuovi orari vengano rispettati: vista la situazione sarebbe già un’impresa non da poco.E così se la Madonna della Lettera è la patrona di Messina e San Giorgio il santo patrono di Reggio, la Madonna Nera di Tindari (il cui santuario, inoltre, si trova proprio in Provincia di Messina, sulla litoranea Tirrenica tra Patti e Barcellona Pozzo di Gotto) adesso è la candidata principale a diventare la nuova patrona dello Stretto, se davvero l’aliscafo unico e solo riuscirà a reggere il peso della mobilità nello Stretto per questi due mesi.
– Cosa succederà; i nuovi orari
Per visualizzare i nuovi orari degli aliscafi, in vigore da lunedì 7 luglio fino a data da destinarsi avviate il download disponibile alla fine dell’articolo per scaricarli.
Le corse con l’asterisco (*) non si effettueranno il sabato, la domenica e nei giorni festivi.
Tutte le corse saranno realizzate dal Tindari jet, che farà quindi avanti e indietro come un forsennato dalle sei del mattino alle otto della sera senza mai fermarsi.
E’ pensabile che un mezzo così tanto sottosforzo riesca a garantire affidabilità per questi due mesi abbondanti?
Qualora non dovesse farcela, chi garantirà alle migliaia di pendolari che devono studiare e lavorare dall’altro lato il servizio del trasporto?
Ricordiamo che sono circa dodici mila coloro che quotidianamente viaggiano da una sponda all’altra per motivi di studio e lavoro, e che l’università e il lavoro appunto non prevedono una lunga pausa estiva di tre mesi come avviene per le scuole elementari e medie: il problema è molto serio e si prospetta un’estate calda non solo dal punto di vista climatico e meteorologico ma anche per i disagi cui i pendolari dello Stretto andranno inevitabilmente incontro.
Reggio e Messina, inoltre, continuano a soffrire di un assurdo stato di isolamento nelle ore serali e notturne. Soprattutto nel periodo estivo le due città potrebbero attivare un nuovo tipo di relazione interurbana, che va oltre gli schemi degli orari didattici e lavorativi.
Eventi, concerti, shopping stagionale, serate live di musica (ci viene subito in mente lo spettacolo di Vasco Rossi stasera al San Filippo, oppure il concerto dei Duran Duran previsto per il 23 luglio sul lungomare di Reggio) potrebbero diventare momenti d’aggregazione e di socializzazione ancor più forti se vissuti in un’ottica metropolitana.
– Le possibili soluzioni
A parte dal problema di questi due mesi, bisogna rivedere in modo serio e coraggioso la situazione dei trasporti e della mobilità nello Stretto: la nota positiva del nuovo tabellino di marcia degli aliscafi è che il tempo di percorrenza di 35 minuti è dichiarato e ufficializzato: possiamo considerare conclusa la presa in giro di 25 minuti dichiarati che dal gennaio 2007 in poi sono rimasti solo un lontano ricordo.
Nonostante lo sviluppo del progetto ponte negli ultimi mesi, la realizzazione dell’idea di Area Metropolitana, sempre più concreta vista anche l’imminente fusione tra le due Camere di Commercio di Reggio e Messina nella “Camera di Commercio dello Stretto-, passa in modo nevralgico dal sistema di trasporti e non può prescindere dallo stesso Ponte, che è ancora soltanto un modellino di plastica e che, anche qualora dovessero davvero partire i lavori nel 2010 come hanno dichiarato il Presidente della Regione Sicilia Lombardo, il Presidente del Consiglio Berlusconi e il Ministro ai Trasporti Matteoli, non verrebbe comunque inaugurato prima del 2016: sono quasi dieci anni, ed è impossibile tollerare per dieci anni ancora una situazione del genere che vede Reggio e Messina più distanti, almeno nelle ore serali e notturne, di quanto non sia Tunisi con Marsala.
Serve l’impegno delle istituzioni locali: il distacco delle rispettive Regioni è già stato evidenziato dai provvedimenti (o meglio, dalla mancanza di provvedimenti) negli ultimi lunghi anni.
Devono essere quindi i Presidenti delle Province, Morabito e Ricevuto, e i Sindaci di Reggio e Messina tra l’altro adesso dello stesso partito, Scopelliti e Buzzanca (nella foto), ad impegnarsi seriamente per risolvere questo problema che oggi frena lo sviluppo del progetto di Area Metropolitana.
Proprio oggi, alla luce dell’annuncio dei tagli degli aliscafi di Rfi, Buzzanca ha richiesto “l’impegno del Governo nazionale ad intervenire per dare adeguate risposte alle migliaia di cittadini che quotidianamente attraversano le sponde dello Stretto, per concertare soluzioni idonee in modo tale superare le attuali gravi disfunzioni nel servizio di trasporto passeggeri gestito da Rfi, attraverso la Ripartizione Bluvia, puntando al potenziamento e la razionalizzazione delle corse, secondo le richieste dell’utenza ed in questo senso – ha continuato il neo sindaco di Messina – sarà importante che i sindaci di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, con le rappresentanze parlamentari di Sicilia e Calabria, siedano ad un tavolo di concertazione per definire una comune “piattaforma dello Stretto“ da consegnare al Governo nazionale-.
Un’altra possibile ottica è quella dell’Area Metropolitana in sé, la cui realizzazione burocratica e amministrativa comporterebbe la considerazione dei trasporti tra Reggio e Messina come trasporti urbani metropolitani, e non quindi come trasporti interurbani da poter affidare ai privati. Se Reggio e Messina fossero oggi già intese dal punto di vista giuridico come un’unica sola grande città, il servizio di trasporto pubblico da un lato all’altro dello Stretto rientrerebbe tra quei servizi di trasporto urbano che deve assolutamente essere garantito ai cittadini, senza alcun alibi.
E’ un circolo vizioso, che può diventare però virtuoso: è vero che non c’è area metropolitana se non funzionano i trasporti, ma potremmo anche dire che non funzionano i trasporti perché non c’è l’area metropolitana.
Che si inizi a fare sul serio prendendo il problema da quale prospettiva si voglia affinché i disagi che si prospettano per questi due mesi estivi possano essere in futuro dimenticati in fretta.
