Vertenza Rfi. Del Piano di produzione presentato dai vertici aziendali lo scorso settembre nessuna traccia

Vertenza Rfi. Del Piano di produzione presentato dai vertici aziendali lo scorso settembre nessuna traccia

Redazione

Vertenza Rfi. Del Piano di produzione presentato dai vertici aziendali lo scorso settembre nessuna traccia

lunedì 23 Marzo 2009 - 09:21

L’intenzione era sembrata quella di voler riorganizzazione il trasporto nello Stretto ma per i sindacati la politica attuata in questi mesi dai vertici Rfi ha dimostrato l'esatto opposto. Intanto si avvicina lo sciopero di giorno 26

Si avvicina lo sciopero di 24 ore indetto dai lavoratori Rfi Bluvia per giorno 26 marzo. Un appuntamento a cui le sigle sindacali hanno aderito in modo compatto ed unitario, per manifestare profondo disappunto nei confronti della campagna di dismissione dei trasporti nello Stretto operata dal gruppo Ferrovie dello Stato. Una questione a cui sigle sindacali e lavoratori stanno cercando di sensibilizzare il più possibile non solo istituzioni e mondo dei media, ma soprattutto la cittadinanza, attraverso una sistematica campagna di informazione fatta di annunci, proclami e comunicati stampa. Perché il problema non riguarda solo i lavoratori il cui posto di lavoro è a rischio, ma tutti gli utenti che giorno dopo giorno hanno visto venir meno la possibilità di usufruire di un efficace servizio pubblico.

«Dalle ore 21.00 di oggi . scrivono gli esponenti sindacali – verrà fermata anche la nave ferroviaria Scilla per le cicliche e programmate visite tecniche da parte dell’Ente certificante (R.I.Na.) e a causa di una confusionaria quanto dispendiosa politica delle manutenzioni, non si riesce a sostituirla con altra nave di riserva». Ultimo atto di una campagna di smantellamento del trasporto ferrato che non ha certo tenuto conto di quanto stabilito nel Piano di Produzione presentato a Roma lo scorso 16 settembre dai vertici di RFI e che prevedeva una pur pallida riorganizzazione del settore.

Queste la tappe fondamentali della dismissioni individuate ed elencate dai sindacati: la nave ferroviaria Rosalia è ferma per lavori dal mese di gennaio; la nave ferroviaria Sibari staziona in invasatura a Messina, in attesa di ordini, dallo scorso mese di luglio (9 mesi) e mantiene passivamente l’equipaggio (ridotto) ; -la nave ferroviaria Logudoru marcisce nelle acque del porto di Napoli e in attesa di ordini,a chhe in questo caso mantenendo passivamente l’equipaggio; la nave bidirezionale Mongibello (ex Budelli) giace alla banchina officina dallo scorso mese di agosto (8 mesi) dopo essere stata “detenuta” dalla Capitaneria di Porto di Messina, stesso per discorso per il mantenimento a vuoto del personale di bordo.

In questo scenario non certo rassicurante, la certezza rimane solo una: la soppressione giornaliera delle 18 corse ferroviarie determinerà la perdita di circa 250 posti di lavoro e avrà conseguenze drammatiche con i connotati della vera emergenza mobilità che negherà il diritto alla continuità territoriale e provocherà un’evitabile crisi occupazionale. Nella speranza che giunga qualche risposta, i lavoratori si preparano ad incrociare le braccia.

(foto Dino Sturiale)

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