Vertenza dello Stretto, l'adesione allo sciopero supera il 90 per cento

Vertenza dello Stretto, l’adesione allo sciopero supera il 90 per cento

Vertenza dello Stretto, l’adesione allo sciopero supera il 90 per cento

sabato 19 Luglio 2008 - 09:43

I sindacati: «Dirigenza di Rfi sorda ed arrogante»

«Alta adesione allo sciopero dei ferrovieri di RFI Navigazione». Lo comunicano Cgil, Cisl, OrSA, Fast, Sasmant e Sap, che sottolineano come già alle 21 di ieri sera una sola nave delle tre previste, la Scilla, ha salpato per garantire i servizi essenziali. E anche nella mattina di oggi la partecipazione è stata compatta, superando il 90per cento. Percentuale che si riscontra anche tra il personale di terra non imbarcato. Sono stati garantiti dai lavoratori comandati in servizio, anch’essi in gran parte scioperanti, i servizi minimi previsti per legge.

Per i sindacati «la grande adesione alla protesta, la terza del settore ferroviario messinese nell’arco di pochi mesi, dimostra il grado di grande sofferenza in cui versa il settore. Ennesimo grido di allarme che i lavoratori lanciano, dopo l’appello che nei giorni scorsi il sindacato del settore ha recapitato a tutta la rappresentanza èolitica cittadina Regionale e Nazionale per sensibilizzarla sulla valenza occupazionale, economica e sociale di quella che è divenuta la -Vertenza Stretto di Messina-».

«Una dirigenza, quella di RFI, sorda ed arrogante – si legge nella nota – che, pur gestendo denaro della collettività, ha perso di vista il ruolo di vettore pubblico, tirando a campare, snobbando le relazioni sindacali e che, nel corso degli anni, ha perseverato nell’unico intento di dismettere progressivamente il trasporto sullo Stretto disattendendo di fatto al dovuto obbligo di continuità territoriale. Servizi inefficienti con una flotta vetusta ridotta ai minimi termini, sfruttamento del precariato e del lavoro straordinario oltre i limiti previsti al punto da esporre a serio rischio la sicurezza dei lavoratori e dei passeggeri spesso abbandonati a se stessi, il tutto col fine recondito di lasciare campo libero all’interesse degli armatori privati abdicando al proprio ruolo di vettore di trasporto pubblico».

«Ci auguriamo – ribadiscono i sindacati – che l’appello non resti, come finora è accaduto, inascoltato e che coloro che hanno avuto nelle scorse elezioni un forte mandato di rappresentanza dagli elettori riescano ad interpretare al meglio ed in tempi brevi le esigenze dei lavoratori, dell’utenza e dei cittadini uscendo dal pericoloso silenzio che sin qui li ha contraddistinti. Perché ormai siamo giunti a un punto di non ritorno».

(foto Dino Sturiale)

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