I Greci di Messina e il terremoto: un legame ancora vivo nella memoria

I Greci di Messina e il terremoto: un legame ancora vivo nella memoria

Vittorio Tumeo

I Greci di Messina e il terremoto: un legame ancora vivo nella memoria

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venerdì 28 Dicembre 2018 - 15:14
CULTURA

Anche la Comunità Ellenica dello Stretto, brillante realtà socioculturale di Messina presieduta dal professore Daniele Macris, ha partecipato attivamente per rendere ancora più vivo il calendario di eventi per ricordare il terremoto del 1908. Proprio alla fatidica ora, le 5.21, i componenti del sodalizio italogreco si sono dati convegno presso l’edicola votiva di San Nicola dei Greci, ubicata in Via Garibaldi, di fronte al palazzo della Prefettura. Mentre dalle navi in porto ed in transito nello Stretto si sono levati fischi con sirene di bordo in segno di ricordo, i convenuti hanno dato inizio alla celebrazione con un momento di preghiera in suffragio delle vittime. Tra gli 80.000 decessi si contarono infatti molti greci, tra cui i sacerdoti Pandeleimonas Gkorojannis (greco-ortodosso) e Cirillo Alessi (greco-cattolico). La liturgia del mattino curata delle “Comunità Orientali di Messina Ortodosse e Cattoliche” è stata officiata dai sacerdoti Antonio Cucinotta (rito greco-cattolico) e Giovanni Amante (rito greco ortodosso).

Rinsaldare la relazione tra la città di Messina e l’evento che forse più di tutti l’ha segnata nel profondo, il terremoto di centodieci anni fa evidentemente, e le presenze greche e russe che si trovarono coinvolte nel disastro è importante per la conservazione e la trasmissione della memoria alle future generazioni” – ha sottolineato Macris.

Il legame della comunità dei greci e Messina ai primi del ‘Novecento era strettissimo, come si evince da una scritta commemorativa posteriore al cataclisma fatale: «La Grecia prima tra tutte le nazioni europee ha mandato alimenti e medicine per le vittime. La gratitudine delle sfortunate vittime, ma anche dell'Italia ufficiale, verso la piccola, ma dal cuore grande, Grecia sarà eterna»

Ma in pochi sanno che gli eroici marinai Russi avevano già fatto rotta verso Messina da Augusta prima che il cataclisma si verificasse. Avevano infatti appuntamento con il greco Michalis Vrionif, fornitore della flotta della Marina russa in servizio nel Mediterraneo, per portarlo con loro in Grecia, come avevano già stabilito due giorni prima di persona a Siracusa. Quando però i marinai russi arrivarono, Vrionif era già morto, travolto dalle macerie dell’Hotel Gallia. Anche 3 marinai russi impegnati nelle operazioni di soccorso perirono sotto le rovine a causa dei crolli.

Un’altra curiosità interessante riguarda la collezione di antiche icone bizantine salvate dalle rovine delle chiese di rito greco. I marinai russi infatti, furono autorizzati dal generale Francesco Mazza, che il 2 gennaio 1909 era stato nominato Regio Commissario straordinario della città di Messina con poteri speciali, a prendere con sé le icone. Queste ultime sono state quindi portate in Grecia, dove si trovano attualmente esposte al Museo Bizantino di Atene.

In conclusione, si può affermare con certezza che il terremoto del 28 dicembre 1908 azzerò quasi del tutto la folta comunità greca che era presente sul territorio. Alla sciagura sopravvissero soltanto alcuni ceppi come i Pallios (Παλλιός), i Kondaxìs (Κονταξής) e gli Stathopoulos (Σταθόπουλος). Le famiglie di origine greca sopravvissute al disastro e presenti ancora oggi in città sono proprio i Pallio e i Trombetta.

Vittorio Tumeo

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