L’artista bolognese dipinge note nei testi più melodici e coinvolge con le canzoni celebri, a dieci anni esatti dal primo concerto dei Lunapop, che si tenne a Capo D’Orlando
Sono passati dieci anni dal primo “vero” concerto dei Lunapop, che si tenne a Capo D’Orlando. Una tappa importante per la vita di Cesare Cremonini, più volte ricordata nel corso del concerto tenuto ieri, 12 agosto, a Brolo, in piazza Annunziatella. Il comune tirrenico ha abbracciato con entusiasmo l’artista emiliano, evidentemente cresciuto dal punto di vista musicale e soprattutto canoro da quell’ormai lontano 1999. Oggi Cremonini dipinge note e fa sognare, ma non smette mai di divertire come ai tempi della “Vespa Special”, pezzo divenuto colonna sonora immancabile di feste e serate giovani. Al suo fianco, sul palco come nella vita, l’inseparabile Nicola Balestri, in arte “Ballo”, che accompagna Cremonini dall’album “Squerez” non solo musicalmente, ma anche con un amicizia vera che emerge dai ripetuti dialoghi tra i due in -scena-.
Cremonini ha messo su qualche chilo, non ha più i capelli colorati, ma soprattutto incanta con le sue armonie e i suoi testi ricchi di sentimento e vita. Alterna pezzi lenti e melodici a ritmi jazz e divertenti, coinvolgendo continuamente il pubblico. Il 29enne bolognese ha proposto tutti i prezzi celebri del suo repertorio: Un giorno migliore, Vorrei, Niente di più e ovviamente 50 special dal primo album; Latin lover, Padremadre e Vieni a vedere perché da Bagus; Le tue parole fanno male e Marmellata #25 da Maggese. Alcuni pezzi sono stati riadattati in chiave musicale diversa, come Gli uomini e le donne sono uguali e Un giorno migliore, pezzo che ha chiuso il concerto. Spazio anche per alcuni brani del nuovo album, “Il primo bacio sulla Luna”. Oltre alle già famose “Le sei e ventisei” e “Dicono di me”, Cremonini ha suonato e cantato, tra le altre, “Louise”, “Qualsiasi cosa” e “Il Pagliaccio”. Una sequenza in continuo movimento sonoro, realizzabile grazie anche alla band che il cantante ha portato con sé nel corso del tour, composta da otto musicisti: due chitarre, basso (Ballo), due tastiere, batteria e due coriste. Un repertorio che ha divertito e appassionato gli oltre mille e duecento presenti.
Un successo che nel suo piccolo, attesta e dà riconoscimento ad un cantante che, abbandonando gli atteggiamenti divistici, ha capito quale errore enorme sarebbe in questo mestiere montarsi la testa; ha studiato, è andato avanti, ha suonato perfino in un tour teatrale con la London Telefilmonic Orchestra, un esperienza che lo ha aiutato ulteriormente a crescere, facendo maturare un talento che molti avevano già individuato dieci anni fa. Come detto il tempo è passato, ma Cesare continua ad emozionare con le canzoni, nonostante sia divenuto sempre più difficile raccontare storie, amore e tutto quello che ruota intorno alla vita. Un cantante che riesce ad essere originale non annoiando. Dunque un applauso a quel pianoforte che parla e a quei testi che disegnano scorci emozionali: perché anche un brano può rappresentare una ricchezza da portare dentro di sé.
Dopo la tappa di ieri Cremonini ha lasciato la Sicilia. Arrivederci alla sua musica, con l’auspicio di poterlo magari rivedere nella città capoluogo.
Foto e articolo Emanuele Rigano
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