-Fortuna Arte- mette in mostra i messinesi (e non solo)

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Redazione

-Fortuna Arte- mette in mostra i messinesi (e non solo)

martedì 25 Marzo 2008 - 18:48

Fino a domenica la personale di Antonio Freiles

Pittura, musica e… caffè nel nuovo spazio espositivo di via del Vespro 44, che ha inaugurato il 23 febbraio con il ritorno in patria («a Messina ci dormo e basta» ha sottolineato), dopo più di 10 anni, del pittore Antonio Freiles. «Il nostro intento è di favorire e promuovere gli artisti messinesi – ha spiegato Piero Serboli, coordinatore della galleria -, ma senza parlarci addosso. Vorremmo costruire un ponte culturale verso il continente, alternando gli artisti locali con proposte internazionali.».

La galleria, nata -per caso- dall’impegno di un gruppo di amici, capitanati dall’avvocato Saro Gulletta, ha già in programma una personale della messinese Francesca Borgia (classe 1958), a partire dal 5 aprile, poi qualcosa ancora da definire, per poi chiudere in estate e riaprire in autunno con un calendario meditato. La mostra di Freiles è aperta dal giovedì alla domenica (per gli orari telefonate allo 0906406498). L’ingresso è libero.

Della pittura di Antonio Freiles è stato detto che in tanti anni, attraverso tante forme, ha ricercato un’unica immagine, che non ha ancora trovato. Lui conferma sornione «Io faccio sempre lo stesso quadro, l’idea mi dà ancora la possibilità di approfondire. E poi perché cambiare? Io faccio sempre la stessa pittura, che rappresenta sé stessa, non altro al di fuori di essa». Intanto ci mostra il frutto di un anno di attività molto intensa, che lo ha portato a indagare linee nuove, a cavallo tra curve geometriche (nella foto) e astrattezza informale. Di tanto in tanto riemerge nettamente il linguaggio che lo contraddistingue maggiormente, la suddivisione dello spazio in campi, la linea fondamentale, l’orizzonte, che distingue la terra dal cielo, e poi le approssimazioni senza fine, l’occupazione mai compiuta dello spazio, che sfida il limite della tela in una tensione che è antipittura, asimmetria, rischio, provocazione. Il paragone con Rothko è d’obbligo. «Siamo arrivati a conclusioni simili, ma autonomamente. Se togli tutto, se cerchi l’essenziale non rimane che colore, sogno, soffio del vento. E’ un percorso che già Matisse aveva iniziato. A questo io aggiungo una matrice grafica che è mia.».

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