Guerra Libia – Stati Uniti: Giuseppe Restifo presenta il suo ultimo lavoro

Guerra Libia – Stati Uniti: Giuseppe Restifo presenta il suo ultimo lavoro

Redazione

Guerra Libia – Stati Uniti: Giuseppe Restifo presenta il suo ultimo lavoro

martedì 25 Settembre 2007 - 09:44

Mercoledì 26, ore 18, alla Marina del Nettuno

Salvatore Catalano, nocchiero siciliano, Stephen Decatur, eroe americano, Yusuf Qaramanli, pascià tripolino, e poi Messina, Washington, Algeri, Napoli, Livorno, Malta, e ancora Acton, Lilla Aisher, Jefferson, Caracciolo, Ahmet Amerikan: cosa lega queste persone e questi luoghi, a prima vista così separati e distanti?: una guerra, abbastanza sconosciuta, fra la Reggenza di Tripoli e gli Stati Uniti. Ma non è una guerra recente, come subito si sarebbe portati a pensare: si tratta di un conflitto di duecento anni fa, che si sviluppa fra 1801 e 1805. Proprio nel periodo in cui l’attenzione di tutti è attratta dalla fulgente epopea napoleonica, nel Mediterraneo – che è il collante di tutte quelle persone e di quei luoghi – è aperto il fronte meridionale, che vede Messina come luogo centrale e i suoi uomini di mare come protagonisti insieme a tanti altri.

Di questo si parlerà nella presentazione dell’ultimo lavoro di Giuseppe Restifo, -Quando gli Americani scelsero la Libia come ‘nemico’. Un nocchiero siciliano e i marine alla conquista di Tripoli (1801-1805)-, pubblicato da Armando Siciliano Editore.

Mercoledì 26 settembre, alle ore 18, nei locali del Marina del Nettuno ne conversano il gestore del porto turistico, nonché presidente di Confindustria messinese, Ivo Blandina, il comandante delle navi traghetto, nonché sindacalista del Sasmant, Sebastiano Pino e lo storico, nonché direttore del Dipartimento di Storia e scienze sociali dell’Università di Messina, Angelo Sindoni.

Il titolo del libro in discussione è un po’ ingannevole, potrebbe far pensare a ideologici pregiudizi anti-americani. In realtà il sottotitolo dà conto di una storia tutta mediterranea, dei primissimi anni dell’Ottocento, fatta di marinerie e bandiere diverse, dei tempi lunghi del -nostro mare- e di quelli nervosi della modernità atlantica, vista nella sua variante americana. Il saggio dà seguito alla collaborazione fra l’autore e l’editore messinese, iniziata col volume -Epidemie e società nel Mediterraneo di età moderna-.

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