L’ex viceministro iracheno, che aveva avviato un dialogo per diffondere la cultura laica del suo Paese, è stato ucciso lo scorso anno a Bagdad. Il fratello riceverà un premio alla memoria
Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la Sala Giunta di Palazzo dei Leoni, è stata presentata la rassegna araba dell’Horcynus Festival. Per Mare di cinema arabo, la sezione pensata da Erfan Rashid, tornano infatti stasera i mediometraggi documentaristici, che già lo scorso anno sono stati molto apprezzati dal pubblico del Parco letterario: “Zinzanati Baity” del siriano Mnou Khalil, “Najmiya” della yemenita Khadij Al Salami (vincitrice della scorsa edizione del festival con il coraggioso “Amina”) e “Shourouq wa Ghouroub” del saudita M. Al Dhahiri.
Le proiezioni che prenderanno il via alle 20:45, saranno precedute dalle iniziative collaterali del pomeriggio (18.30), che oggi prevedono la presentazione di “Quando c’era Silvio”, di Beppe Cremagnani ed Enrico Deaglio, una ricostruzione documentaristica della vita del presidente del Consiglio con immagini e documenti inediti realizzata nel 2005. Importante appuntamento di giornata, del quale si è ampiamente discusso nel corso della conferenza stampa alla quale hanno partecipato il presidente della Provincia Nanni Ricevuto, il presidente della Fondazione Gaetano Giunta, Erfan Rashid, e alcuni rappresentanti della stampa araba e locale, sarà la consegna del premio Horcynus Orca alla memoria di Kamel Shiyaa (lo riceverà il fratello), viceministro alla cultura iracheno ucciso lo scorso anno a Bagdad a cinquant’anni appena compiuti. Con il viceministro iracheno il festival Horcynus Orca aveva intrapreso un fitto dialogo e si stavano progettando iniziative culturali volte al recupero della cultura irachena mortificata da anni di guerra. La sua morte, avvenuta il 23 agosto del 2008, ha segnato un profondo sconforto fra gli intellettuali iracheni. Shiyaa promuoveva la cultura laica irachena, parlava diverse lingue fra le quali anche l’italiano, poiché aveva iniziato i suoi studi di filosofia in Italia, e durante il suo ultimo incarico si era speso moltissimo affinché i giovani non si lasciassero coinvolgere dall’odio religioso. Atteggiamento, questo, che gli ha attirato molti nemici. Sapeva che sarebbe stato ucciso, cambiava casa in continuazione e aveva dichiarato poco tempo prima dell’attentato: “Non ce l’ho con il mio assassino, non mi conosce, non ha niente di personale contro di me. Mi ucciderà perché quello è il suo lavoro. Il mio nome è sulla lista che gli hanno consegnato”. Il fratello dell’ex ministro ha commentato oggi in sede di conferenza: “Kamel ha visitato la vostra città una sola volta. E’ fantastico che lo abbiate abbracciato così. Vuol dire che il suo progetto era valido ed apprezzato”.
La serata si chiuderà poi con uno dei momenti musicali della sezione Musica Nomade, con il concerto del solista Francesco Buzzurro alla chitarra (intorno alle 23.15). Taorminese di nascita ma agrigentino d’adozione, Buzzurro ha titolato il suo concerto “L’esploratore” ed è un vero e proprio viaggio di ricerca attraverso la musica etnica di tutto il mondo. Francesco Buzzurro è noto al pubblico messinese perché lo scorso anno aveva accompagnato al festival la folk singer sarda Franca Masu, in un concerto di grande successo, ottenendo un gradimento personale immediato tanto che la cantante gli lasciò per diversi minuti il palcoscenico in assolo.
Tutti i giorni dalle 19.30 alle 20.30 infine, gli spettatori possono intrattenersi sulla terrazza della Torre degli inglesi per un aperitivo sullo Stretto in attesa degli eventi della sera.
ER
