L’11 giugno del 1988 Giovanni Paolo II canonizzava suor Eustochia Smeralda Calafato, clarissa messinese e beata dal 1786. L’evento ebbe luogo a Messina in occasione della visita pastorale del Papa che l’indomani avrebbe presieduto anche il XXI Congresso eucaristico a Reggio Calabria. Eustochia Smeralda è stata l‘unica santa ad essere elevata agli onori dell’altare fuori le Mura di S. Pietro. Per celebrare l’avvenimento l’Arcidiocesi di Messina, le Clarisse del monastero di Montevergine ed il Comitato per le celebrazioni presieduto dal cappellano mons. Pietro Aliquò, hanno indetto l’«Anno Eustochiano» che avrà inizio l’11 giugno prossimo per concludersi lo stesso giorno del 2009. Nella presentazione alla stampa del calendario delle manifestazioni in programma, mons Aliquò, che è anche il direttore dell’Ufficio catechistico dell’Arcidiocesi di Messina, Lipari, S. Lucia del Mela, ha messo in risalto il carattere evangelico dell’iniziativa che si prefigge, in numerosi itinerari di carattere religioso, sociale e culturale, di approfondire ed attualizzare la vita di S. Eustochia definita l’Innamorata del Crocifisso. Smeralda Calafato infatti, ultimogenita di una ricca famiglia messinese, fin dall’adolescenza, avuta una visione del Gesù Crocifisso, manifestò con forza la sua vocazione e rifuggendo le comodità dell’agiatezza a 15 anni entrò nel monastero delle Clarisse di Basicò e lì visse fino al pio transito avvenuto il 20 gennaio del 1485. Molte furono le manifestazioni prodigiose in favore della città di Messina, disastrata da numerosi terremoti fra il 500 ed il 600 tanto che il Senato messinese, in un decreto del 2 luglio 1777, solennizzava un atto di affidamento della città a Eustochia Smeralda il cui corpo incorrotto è esposto tuttora in una bara di cristallo sulla sommità dell’altare della cappella di Montevergine.