I “Varchi- pittorici di Francesca Borgia

I “Varchi- pittorici di Francesca Borgia

Redazione

I “Varchi- pittorici di Francesca Borgia

lunedì 02 Giugno 2008 - 10:41

A tu per tu con la pittrice messinese. -La mia arte per mettermi in relazione con il mondo-

“Varchi-. E’ questo il titolo dell’ultima fatica espositiva di Francesca Borgia (nella foto), pittrice messinese da sempre impegnata a tirare fuori, tramite la “magia- dei colori, quell’aspetto relazionale che contraddistingue la sua arte.

“Ho cominciato a dipingere negli anni ’80, e sin dagli inizi sono stata tacciata di essere un’artista troppo impegnata; può anche essere vero, ma la pittura vissuta come un qualcosa di puramente contemplativo mi attrae poco. “Varchi-, dunque, rappresenta l’ennesima scommessa; attraverso i dipinti esposti negli appositi spazi concessi da Fortuna Arte, ho cercato di recuperare il rapporto con il mare. Messina, infatti, città che da sempre intreccia la propria storia con tale elemento, adesso non riesce più a proporsi come centro marinaro. E’ un peccato! Ritengo che per potere costruire e conservare il proprio patrimonio sia necessario avere dei solidi punti di riferimento; per questo, ho voluto recuperare, attraverso il blu dei dipinti facenti parte del suddetto ciclo, il perduto rapporto con la falce del porto e con la lanterna del Montorsoli, gioiello del Cinquecento messinese, del quale noi stessi abbiamo perso la memoria.

E’ stata una mostra molto pensata; ho trascorso un anno e mezzo a lavorare, scartare e scegliere ciò che mi consentiva maggiormente di entrare in relazione con gli altri su questo argomento. Lavorando spesso fuori, mi sono resa conto che noi messinesi abbiamo perso la nostra identità e, attraverso la pittura, ho voluto “urlare- la mia indignazione nei confronti delle innumerevoli mortificazioni subite dalla città-.

– Come ha cominciato la sua attività artistica?

“Sin da piccola ho avuto una vera e propria predilezione per l’espressione pittorica; poi, dopo essermi diplomata in Arte Applicata, ho cominciato a vivere e trasmettere il “mio mondo-, pur dovendo scontrarmi con l’aridità messinese nei confronti dell’arte. La nostra è una città in cui non esistono spazi espositivi e che non risponde a quella fame di arte che, invece, nel resto del mondo si evidenzia sempre di più. Da noi, purtroppo, non esiste una cultura adeguata alla fruizione dell’arte-.

– Da qui la sua scelta di lavorare anche in altre città. Crede che la scuola non aiuti i giovani a scoprire l’arte o, ancora di più, la propria vena espressiva?

“La situazione sta migliorando, ma siamo ancora all’anno zero. Manca l’educazione visiva, nonché l’esperienza diretta dell’arte, basti pensare che la gran parte dei messinesi non ha mai visto il patrimonio museale. Fortunatamente i giovani si muovono in quell’universo globale che è Internet ed i più curiosi possono avvicinarsi alle varie forme artistiche, ma certo è che non c’è nessuna educazione in tal senso. I miei “Varchi- nascono proprio dall’amarezza dovuta al fatto che il territorio non riesce a fare tesoro delle proprie bellezze culturali-.

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