Il pasticcio delle Province: Cerreti diffida Crocetta su commissari ed elezioni

Il pasticcio delle Province: Cerreti diffida Crocetta su commissari ed elezioni

Rosaria Brancato

Il pasticcio delle Province: Cerreti diffida Crocetta su commissari ed elezioni

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domenica 23 Febbraio 2014 - 01:23

Mentre l’Ars annaspa sulla riforma delle province, fioccano le prime diffide contro le proroghe ai commissari ritenute illegittime e incostituzionali. L’ex consigliere provinciale Roberto Cerreti ha diffidato Crocetta chiedendo la revoca della proroga per Romano e l’indizione immediata dei comizi elettorali. Ecco perché

Il pasticciaccio dell’abolizione delle province sta diventando un boomerang per Crocetta. E mentre l’Ars annaspa senza riuscire a votare la riforma e l’assessore regionale Valenti firma la seconda proroga per i commissari, fioccano le prime diffide contro un provvedimento ritenuto illegittimo e incostituzionale.

L’ex deputato regionale Rudy Maira, ha presentato una diffida e messa in mora nei confronti di Crocetta per la proroga del commissario di Caltanissetta.

Adesso un’analoga diffida è stata presentata dall’ex consigliere provinciale del Movimento Liberi Insieme Roberto Cerreti, che ha dato incarico all’avvocato Valentino Gullino di presentare l’atto di diffida e messa in mora nei confronti sia del presidente Crocetta che dell’assessore agli Enti Locali Patrizia Valenti ed è stato trasmesso anche al Presidente dell’Ars Ardizzone ed al Presidente del collegio dei questori dell’Ars per darne lettura ad apertura della seduta di martedì. E’ probabile che sia solo il primo di una lunga serie di diffide con le quali, alla luce di una serie di vizi giuridici e costituzionali riscontrati nell’iter fin qui seguito dal governo, viene diffidata la giunta dal revocare le proroghe ai commissari e a convocare i comizi elettorali. In caso contrario si procederà per le vie giudiziarie competenti.

Ma andiamo per ordine. La diffida ripercorre le tappe di una riforma fino ad oggi non ancora varata. Con la legge regionale 7/2013 il governo Crocetta ha sospeso le elezioni provinciali, previste per giugno dell’anno scorso, commissariato le Province, fissando come termine ultimo per la riforma e la costituzione dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane la data del 31 dicembre.

Come ormai noto però, il 28 dicembre l’Ars la legge navigava ancora in alto mare e i deputati, a maggioranza hanno bocciato la proposta di proroga fino a giugno presentata dal governo regionale.

“Da qui la consecutio- si legge nell’atto predisposto dall’avvocato Gullino- che a decorrere dall’1 gennaio 2014, scaduta la sospensione prevista nella norma 7/2013 e ravvisata la volontà dell’Ars di non prorogare i commissariamenti, l’assessore regionale agli Enti locali avrebbe dovuto immediatamente convocare i comizi elettorali per il rinnovo degli organi elettivi della Provincia di Messina, tenuto conto che la stessa nel giugno 2013 aveva concluso l’ultimo percorso elettivo”.

Così in verità non è stato, perché, nonostante la bocciatura della richiesta di proroga la giunta ha varato una mini-proroga di 45 giorni per dare modo all’Aula di votare una riforma dignitosa. Il termine della proroga scadeva il 15 febbraio, ma, e anche questo è un fatto noto, l’Ars non è riuscita a varare nulla perché il testo nel frattempo è stato talmente rivoluzionato che i lavori sono finiti nel caos. Mentre il governo veniva messo ko su diversi emendamenti cruciali del Ddl, grazie al voto segreto, ai franchi tiratori e ai mal-pancisti, l’assessore Valenti, si è vista costretta a firmare (in ritardo rispetto alla scadenza del 15 febbraio) una seconda proroga fino al 30 giugno, confidando sempre nella capacità dell’Assemblea di varare la riforma….

“Le ulteriori proroghe dei commissari- contesta Roberto Cerreti– se da un verso continuano a ledere il diritto elettorale dei siciliani, dall’altro rivelano l’ancor più grave ed ai limiti della legittimità costituzionale e normativa, atteggiamento autoritario del Presidente della Regione, che si è mostrato incurante della volontà deliberativa espressa il 28 dicembre dall’Ars, unico organo istituzionale ed elettivo da Statuto competente nel legiferare, di non procedere a nuove proroghe, confermando i limiti temporali già espressi nella legge 7/2013”.

Nella diffida quindi si chiede il rispetto del voto dell’Aula del 28 dicembre dal quale ne sarebbe dovuta conseguire l’indizione dei comizi elettorali per il rinnovo degli organi degli Enti locali intermedi, sospesi nel giugno 2013.

“Seppur chiare le convenienze che potrebbero derivare dai commissariamenti ad oltranza-si legge nell’atto- con discrezionalità monocratica nella scelta dei commissari straordinari, appare improprio il continuo utilizzo di tale ufficio normativo, dando come preoccupante riscontro ipotesi di danno economico per le scelte operate dal governo, oltreché, nel caso in cui si palesassero eventuali responsabilità erariali ed abusi nell’applicazione della norma da parte del governo, l’odiosa possibilità che ogni atto posto in essere dai commissari delle province dal 1 gennaio 2014, potrebbero diventare nulli o impugnabili, in quanto corre la probabilità che i precedenti organi elettivi (Presidente e Consiglio), sempre dal 1 gennaio 2014, sarebbero dovuti essere riconvocati per garantire la legittima prosecuzione ordinaria delle attività amministrative fino al rinnovo elettorale degli organi provinciali”.

E’ quindi alla luce di questi vizi giuridici e costituzionali dell’azione amministrativa del governo ravvisati dal Movimento Liberi Insieme attraverso l’avvocato Gullino, “intima, diffida e mette in mora il Presidente Crocetta e l’assessore agli Enti locali a sospendere e revocare ogni atto di nomina commissariale per la Provincia di Messina ed a convocare immediatamente i comizi elettorali, procedendo al ripristino della giusta e legittima amministrazione dell’Ente provinciale messinese sino al rinnovo degli organi elettivi e democratici”.

Nell’atto Cerreti annuncia, di essere pronto a procedere anche presso le sedi prefettizie e giudiziarie competenti.“Sciaguratamente la norma al vaglio dell'Ars- spiega Cerreti- non garantisce in alcun modo nè il futuro dei dipendenti provinciali, nè di tutti quei lavoratori che ruotano intorno ai servizi esternalizzati da parte dell'Ente Provincia, per cui, a seguito dell'estenuante ed in alcuni casi ridicolo dibattito sorto in merito agli Enti intermedi ed all'inaccettabile azione amministrativa del Governo Regionale, ai limiti del legittimo e del rispetto costituzionale, abbiamo sentito la necessità da cittadini per tutelare gli interessi soprattutto dei messinesi, tra le popolazioni più colpite dai disastri gestionali ed amministrativi regionali, di agire rivolgendoci ad un legale ed attivando tutte le procedure necessarie ed in tutte le sedi giudiziarie, atte a garantire il diritto all'elettorato attivo e passivo del popolo messinese. Messina merita Dignità e Rispetto, e non le si può più ottenere nè col silenzio, nè accettando tacitamente ciò che un Governo rivelatosi autoritario e distante, ci propina in nome della mediaticità e del populismo più esasperato".

Nei giorni scorsi un atto di diffida è stato presentato dall’ex deputato Rudy Maira in merito al commissariamento di Caltanissetta: “Ricorrere al commissariamento appare “di dubbia costituzionalità” perché il testo unico sugli enti locali lo prevede solo nel caso di gravi e persistenti violazioni di legge da parte di organi dell’ente, ovvero in situazioni nelle quali questi organi non sono in grado di funzionare regolarmente. La proroga appare come un’ennesima forzatura in violazione dei principi costituzionali che regolamentano lo status degli enti locali. Inoltre non essendo stata approvata la riforma nei termini previsti e cioè entro il 31 dicembre, non si capisce sulla base di quale norma il governo abbia proceduto alle nomine. Il ddl è del tutto illegittimo e poiché la provincia di Caltanissetta è al terzo inammissibile commissariamento si intima, diffida e mette in mora il presidente della Regione e l’assessorato alle Autonomie locali a sospendere e revocare ogni atto di nomina per la provincia di Caltanissetta e a convocare immediatamente i comizi elettorali”.

In pochi giorni sono già due le diffide e non è escluso che altre messe in mora si aggiungeranno a queste, mentre il governo si è mostrato finora incapace di varare una riforma, rimasta più annunciata che concretizzata.

Rosaria Brancato

3 commenti

  1. Sottoscrivo ogni parola di Mariedit.In questi mesi si è assistito a un balletto per non cambiare niente e mettere in difficoltà Crocetta,e questo i Siciliani lo abbiamo capito bene.Ad esempio si è drammatizzato il problema dell’assistenza ai disabili oggi affidata alla Provincia,quando questa potrebbe essere benissimo assicurata dai Comuni, anche non consorziati,semplicemente traferendo dalle Provincia ai singoli Comuni le risorse, in base al numero degli assistiti. Altre attività, come ad esempio la manutenzione delle vie non comunali, potrebbero invece essere svolte direttamente alla Regione.E il personale non perderebbe il posto,come non lo perdettero i “dazieri”dopo l’introduzione dell’IVA. Ma NON C’èLA VOLONTà POLITICA!

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  2. Dovrebbero vergognarsi. Solo questo è il commento che meritano i promotori di simili iniziative. Ma non sono i soli. Con essi infatti dovrebbero indossare il saio della vergogna ed essere messi alla berlina ed esposti al pubblico ludibrio, per un periodo non inferiore a 40 giorni, anche i deputati regionali che hanno affossato l’istituzione delle città metropolitane, provocando così un grave danno alla Sicilia che, semmai dovesse essere penalizzata, o addirittura esclusa, dall’assegnazione dei fondi strutturali UE, dovrebbe decretare la loro espulsione per indegnità e richiedere loro un risarcimento danni,
    Ora è tutto chiaro. Quelli che hanno bocciato la legge regionale sulle aree metropolitane sono i seguaci di quella politica clientelare perpetuata per oltre mezzo secolo con enorme spreco di risorse pubbliche che sarebbero potute essere investite meglio. Sono i galoppini elettorali di quei “capibastone” dei partiti che temono una consistente flessione del loro potere elettorale.
    Le Province, così come sono strutturate, non sono altro che enti mangiasoldi dalle competenze ormai vetuste ed improduttive. Carrozzoni politici di lusso su cui viaggiano nullafacenti, lecchini e portaborse il cui scopo è tenere bordone alla politica nefasta dei loro padroni.
    “Via, via… Via da qui”. Questo è il motto amaro dei giovani alla soglia delle estreme decisioni fra le due probabilità. La prima è quella di restare e combattere in strenua, eroica difesa di un futuro ancora da progettare. La seconda è quella di far fagotto ed emigrare.

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  3. Non vale la pena prenderli in considerazione, non contano nulla o meglio quanto il due di coppe quando la briscola è a bastone.

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