Celebrata la “Giornata del rispetto”, contro ogni forma di violenza sui minori

Celebrata la “Giornata del rispetto”, contro ogni forma di violenza sui minori

Celebrata la “Giornata del rispetto”, contro ogni forma di violenza sui minori

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mercoledì 13 Luglio 2011 - 08:19

Organizzata dall’ Osservatorio Lucia Natoli insieme alla Consulta europea dei diritti umani ed alla Consulta comunale del volontariato, l’iniziative si è svolta nella chiesa dei Catalani

Il male peggiore è l’assuefazione. Di fronte alle immagini ed alle notizie sulle diverse forme di violenza sui piccoli del mondo ormai il pericolo maggiore è “l’abitudine”, al dolore. E’ proprio per evitare di non riuscire ad ascoltare più il grido dei minori violati che l’Osservatorio Lucia Natoli, insieme alla Consulta europea dei diritti umani ed alla Consulta comunale del volontariato, ha voluto organizzare il 12 luglio la Giornata del rispetto, nella chiesa dei Catalani. Una giornata pensata in modo da affiancare alla necessaria riflessione, e quindi alle parole, le immagini, con la mostra collettiva di 19 artisti messinesi, i grafici murali dei writers dell’Officina delle idee ed i versi poetici di Teresa Fresco. Il termine “rispetto” indica molto di più e di meglio della parola “tutela”, perché presuppone di aver di fronte l’altro ritenuto non un oggetto, ma un titolare di tutti i diritti e di una sua identità. Non è una differenza di minor conto, se pensiamo che fino al 1999 i reati contro i minori erano considerati reati contro la moralità. La violenza quindi non era contro un essere umano indifeso, ma contro la morale generale. Non era un singolo individuo ad essere offeso e ferito, ma l’etica di una comunità abituata a nascondere sotto il tappeto le proprie vergogne. E ancora oggi le mille forme di abuso sui più indifesi del mondo vengono ritenuti di minor valenza o facilmente cancellabili, dimenticando che una ferita non curata resta una cicatrice indelebile. Troppo spesso le grida d’aiuto dei bambini non vengono ascoltate né comprese. Il bambino disabile picchiato dalle sue maestre d’asilo in Calabria raccontava agli adulti gli abusi subiti, ma solo quando qualcuno, all’asilo, ha ripreso le immagini e le ha inviate anonimamente ai carabinieri sono scattate le indagini. E la bambina che i genitori hanno rinchiuso in un canile per 9 anni è rimasta muta, perché non ha mai ascoltato parole umane e non ha potuto raccontare nulla, fatto questo che ha impedito ai giudici di punire i suoi carnefici. I bambini ci parlano, siamo noi che non riusciamo ad ascoltare. E’ l’assuefazione a queste notizie il pericolo maggiore, come ha sottolineato il presidente del Consiglio comunale Pippo Previti, annunciando l’istituzione della figura del Garante per l’infanzia e l’istituzionalizzazione del 12 luglio quale data tutta messinese per la “Giornata del rispetto”. Saro Visicaro, dell’Osservatorio Lucia Natoli si è soffermato sull’importanza della collaborazione tra tutte le istituzioni coinvolte, perché, se manca un tassello il sistema non funziona, si spezza e non ci si può solo basare sulle energie del volontariato. Un’analisi attenta della legislazione in materia e delle carenze operative tutt’ora esistenti è stata fatta da Concetta Bosurgi, della Consulta europea dei diritti umani, mentre Ennio Marino, della Consulta comunale del volontariato, ha posto l’accento sul ruolo di quanti fanno “dell’ascolto” e dell’aiuto una missione che però non basta se le istituzioni non fanno la loro parte. Nel corso dei lavori è emerso poi come curiosamente la Chiesa dei Catalani sia proprio “terra di tutela dei minori”. La relatrice Lucia Barbera ha infatti spiegato come, a pochi metri della Chiesa, sorgeva quell’Ospizio dei Trovatelli, tra l’altro tra i primi in tutta la Sicilia, che sin dal 1300 in poi, ha dato famiglie, amore e ricovero ai bambini abbandonati. Alle parole dei relatori ha fatto eco il video realizzato dal professor Pippo Martino, che ha affiancato a dipinti come la Strage degli innocenti, le immagini dei nostri giorni, le stragi alle quali, dalle guerre alle carestie, alle silenziose violenze in famiglia, siamo ormai abituati. Gli occhi delle vittime, sia che venissero da quadri che da fotografie scattate negli ospedali di guerra, erano gli stessi. Oggi come allora il futuro dei nostri figli di tutto il mondo dipende da noi, dalla nostra capacità di ascoltare col cuore e d’impedirci il brutto vizio dell’indifferenza. Se non si ascolta più si finisce anche con il non vedere più. Da sordi si diventa ciechi. A margine c’è un particolare emerso nel corso del dibattito. La giunta dell’ex sindaco Genovese ha realizzato una Guida normativa sui diritti dei minori curata dai servizi sociali di Messina (servizi che peraltro scontano carenze d’organico e di strutture spaventose). Questa Guida non è mai stata distribuita dalla nuova amministrazione per via del “peccato originale” d’essere stata creata dalla giunta di centrosinistra. Il presidente del consiglio comunale Previti è riuscito a rispolverarla e la renderà “digeribile” ai nuovi amministratori (probabilmente cancellando l’etichetta di chi l’ha realizzata) e quindi consentendone la distribuzione. Mi chiedo, ma se perfino in questi piccoli gesti a tutela dei minori, spuntano le barricate della politica, ma come potremo mai creare una società che dia risposte e aiuti veri agli indifesi? La violenza non ha un colore politico perché mai dovrebbe averlo la solidarietà, il soccorso,l’amore?
Rosaria Brancato

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