Società

Dignità e lavoro. “Noi, in strada, felici di rendere pulita Messina”

MESSINA – «Mentre spazziamo in strada, con una divisa addosso, torniamo a vivere. Ci sentiamo persone utili per la collettività. Non più trattate come “parassiti”, ai margini della società». Prima di tutto la dignità del lavoro. Ma anche il sogno di una città pulita e l’orgoglio di offrire un contributo al benessere di tutti. Un rinnovato senso di comunità che passa dal desiderio di dare una mano nella cura del territorio, ottenendo un riconoscimento da parecchi cittadini e negozianti.

È questo e molto altro che anima i 271 tirocinanti, 139 donne, 132 uomini, in funzione alla Messinaservizi Bene Comune.

Tirocini di inclusione sociale nel segno del risanamento

Si chiamano Tirocini d’inclusione sociale – Piano Attuazione Locale: “Percorsi nuovi di accompagnamento all’abitare e risanamento urbano”, avviati nel dicembre 2021 con i primi 40 tirocinanti per Messina Servizi. Tutti i tirocinanti provengono dalle zone investite dal risanamento, con l’abbandono delle baracche. 2.275 i nuclei familiari censiti. Il finanziamento è con Pon e Poc Metro per 11 milioni di euro.

«Presto arriveremo ad avere 400 tirocinanti sempre dislocati in tre aree, come adesso le attuali 271 persone. Al Nord, Centro e Sud svolgono un’attività di spazzamento e raccolta manuale dei rifiuti urbani nei villaggi, nei quartieri, nelle vie del centro, nei mercati e nei plessi cimiteriali del Comune di Messina. A ognuno di loro viene assegnato un percorso o un’area di lavoro già prestabilita, affiancati, assistiti e monitorati da un dipendente della Msbc come tutor», spiega Pippo Lombardo, presidente di Messinaservizi Bene Comune.

Il tirocinio si svolge per cinque giorni alla settimana, da lunedì al venerdì, per un totale di 25 ore settimanali, con 600 euro mensili non cumulabili con altri sussidi.

“La città è più pulita ed è bello ricevere i complimenti dai messinesi”

L’orgoglio di sentirsi utili. La dignità. Il senso del servizio. L’attenzione alla pulizia delle strade come occasione per dire “ci sono anch’io”, con le mie qualità, e posso dare il mio apporto alla società. Questo non è un film di Ken Loach sui proletari britannici, o sugli ultimi nella scala sociale, sacrificati dalle logiche liberiste. Tuttavia, le parole di queste lavoratrici e lavoratori raccontano di sofferenze e delusioni superate o almeno ridimensionate grazie a questo progetto.

“Il pane e le rose”: sogni e bisogni anche a Messina

Non sono solo tirocinanti, se consideriamo che la loro è un’attività quotidiana. Un piccolo passo, non parliamo di un vero e proprio stipendio, verso la normalità di un’azione collegata al senso del lavoro e della fatica. In cambio, una soddisfazione esistenziale, umana. Sogni e bisogni grazie ai quali la vita riparte.

Così il passato, con le difficoltà economiche e la sensazione di sentirsi esclusi rispetto agli altri, i “privilegiati”, coloro che vivevano in case più confortevoli, diventa una montagna meno insormontabile. La vicinanza di un’azienda e un impegno continuo possono alleviare il disagio. Possono favorire l’acquisizione di competenze lavorative e favorire sane relazioni sociali con i colleghi e con i dipendenti della società.

Il prossimo passo potrebbe essere l’inserimento lavorativo nelle realtà imprenditoriali presenti nei territori. “Il pane e le rose”, insomma: il sogno di una vita migliore e una base economica per vivere in modo più dignitoso.

“Qui non mi sento più vecchia per il mondo del lavoro”

Vera Maffei, 57 anni, e Maria Broccio (nella foto in evidenza), 47 anni, si occupano della spazzatura nelle traverse e nelle strade in via dei Mille, Risorgimento, viale San Martino e Tommaso Cannizzaro. «Noi abbiamo fatto un percorso di formazione dal 28 al 31 dicembre. Abbiamo iniziato il 3 gennaio. Siamo state alla Circonvallazione e in altre zone. Adesso siamo in servizio intorno alla via dei Mille. Come gruppo centro siamo nove, dislocati in varie vie, sempre in coppia. Ogni coppia con un quadrilatero di cui occuparsi, dalle 8:00 alle 13:00. Dopo una prima ricognizione, si cerca di mantenere l’ambiente pulito fino alle 13», spiegano.

I primi tempi la sporcizia in strada era in misura maggiore. Sottolineano Maria e Vera: «All’inizio abbiamo trovato una città davvero sporca. Però ora notiamo un lieve miglioramento. La gente si sta rendendo conto dell’importanza di tenere pulito, vedendoci faticare, e comincia a domandare: “Posso buttare nel cestino, posso buttare nel sacchetto?” I cittadini stanno accettando di buon grado la situazione e i negozianti ci fanno i complimenti. Ci dicono: “Speriamo che vi lascino qui: da quando ci siete voi vediamo la differenza”. Questa è una grande soddisfazione».

Gli occhi di Maria Broccio si illuminano quando racconta dei riscontri positivi rispetto alla loro pulizia e la sua collega non nasconde l’emozione quando Maria insiste sull’importanza del progetto: «Vederci qui, con la divisa, impegnate a migliorare la nostra città, è davvero importante per noi. Alla mia età, a poco meno di cinquant’anni, non è facile trovare lavoro. Prima di quest’esperienza mi sentivo “vecchia”. Accettare il reddito di cittadinanza mi faceva sentire quasi una “parassita”, anche se non è giusto perché ho lavorato tutta la vita. Qui, invece, mi sento utile: non c’è più nessuno che mi dica a 47 anni: “Sei troppo anziana per lavorare”. Questo è un progetto prezioso. Tante aziende dovrebbero proporlo a Messina».

Tra mascherine e deiezioni canine, “chi lavora si rende utile a beneficio della città”

Maria insiste: «Questo progetto è una bella scommessa. Spero che le amministrazioni future continuino su questa scia. Chi lavora si rende utile e la città ne ricava grandi benefici». E la sua collega Vera aggiunge: «C’è la speranza di un futuro, di rimanere, di continuare».

In strada abbondano mascherine, deiezioni canine, cicche e carte. «Anche fuori dall’orario di lavoro ti viene voglia di controllare. Prima di iniziare io non ci credevo. Non avevo grande fiducia ma quando ci hanno chiamato per i colloqui con la Messina Social City, e poi alla firma del contratto, ho cominciato a crederci sempre di più. Anche la divisa ha la sua importanza», dice ancora Maria Broccio.

Si tratta di un vestiario completo: un dispositivo di protezione individuale (Dpi), con scarpe, pantaloni e guanti.

“Più attenzione alla pulizia da parte dei messinesi”

Maria e Vera appaiono orgogliose: «Ci rendiamo conto che, anche grazie alla presenza delle nostre squadre, il messinese si sta sforzando di cambiare le proprie abitudini. Cerca di mantenere pulita la città. Messina ha un aspetto migliore e la gente è contenta, anche se la strada è ancora lunga. Il giorno più critico? Il lunedì, dopo il sabato e la domenica… Prima Messina non era vivibile; ora qualcosa sta cambiando. Il messinese ha spesso questa mentalità sbagliata: “Se lo fanno gli altri, lo faccio pure io”. Non è giusto: dobbiamo rispettare il luogo in cui viviamo. Il nostro sogno? Una città pulita».

Il tutor: “Lavoriamo a stretto contatto e c’è un bel rapporto”

Come tutor dei tirocinanti per la zona centro, Luigi Muscolino (nella foto con le tirocinanti Maffei e Broccio), team leader di Messinaservizi, ci tiene a evidenziare che «il progetto da noi portato avanti, tramite Messina Social City, sta funzionando. Le persone che collaborano con noi sono contente di quest’attività e si è creato con loro un buon rapporto. Ci stanno anche dando una grossa mano, con il servizio di spazzamento, dato che noi abbiamo dovuto occupare il grosso della forza lavoro nella differenziata: porta a porta, domestico, non domestico e commerciale. I risultati, con i tirocinanti, si vedono: riceviamo molti complimenti».

I tutor hanno funzioni di vigilanza, a partire dalla quotidiana raccolta firma. Per non perdere il contributo mensile, i tirocinanti non devono superare il 30 per cento di assenze. «Sono stati accolti come colleghi e c’è il supporto di tutti, in azienda, sia formale sia sostanziale», tiene a precisare il presidente di Messinaservizi Pippo Lombardo.

“Un’occasione per offrire un’opportunità a chi è vissuto nel disagio”

«Questo progetto non rappresenta un’opportunità per aumentare il numero di chi lavora in azienda. È invece l’occasione per offrire un’opportunità a chi è sempre vissuto nel disagio economico e sociale. Un’opportunità d’integrarsi nel contesto lavorativo di un’azienda con 600 dipendenti. Un’azienda che svolge un servizio pubblico essenziale e prioritario per la città», aggiunge il presidente.

La più giovane: Grazia Piano, 23 anni

Maria Pietropaolo, 52 anni, Grazia Piano, la più giovane, 23 anni, Rachele Gangemi, 27 anni (nella foto), svolgono la loro attività in tre, invece, sul viale Europa, in via del Santo, Fondo Pugliatti e via Catania, dal mese di febbraio.

«Ci stiamo trovando bene con la squadra ed è una soddisfazione immensa vedere le strade pulite. I commercianti e le persone della zona sono contente e per noi tutto questo non ha prezzo», racconta Grazia con soddisfazione.

«Socializziamo alla grande tra di noi e ci impegniamo con piacere» evidenzia Rachele, mentre Maria Pietropaolo rimarca «la soddisfazione per un servizio che rende più pulita Messina. Le persone ci ringraziano per questo impegno quotidiano». Ovviamente, non tutti collaborano e ogni zona ha le sue caratteristiche ma, pure per le tre tirocinanti, il rapporto con la cittadinanza è positivo.

«Lavorare ci rende indipendenti e ci piacerebbe continuare a svolgere questo servizio. Ci sentiamo utili, al servizio della città. ll rapporto con l’azienda è ottimo e tra di noi siamo molto collaborative», evidenzia Grazia Piano.

“Sarebbe un onore continuare come operatori ecologici”

Luigia Andronaco, 29 anni, Maria Cavò, 44 anni, e Faustina Auiera, 48 anni (nella foto), lavorano a Provinciale fino a via La Farina e al ponte di Gazzi, comprese le traverse da via Siracusa a via Napoli e via Reggio Calabria.

«Ci stiamo trovando molto bene sia con i tutor, sia con i residenti della zona. C’è chi ci offre la colazione di mattina, per fare sentire la propria vicinanza, e riceviamo elogi dai negozianti. Anche quando non lavoriamo controlliamo le nostre strade. Per noi ormai è una missione. Facciamo a volte anche di più, rispetto a quello che ci compete, ed è una soddisfazione contribuire al rispetto dell’ambiente. Sarebbe un onore diventare operatori ecologici», dicono quasi all’unisono.

Anche per loro, il progetto dei tirocini d’inclusione sociale va valorizzato e «più si va avanti, più si vedranno i risultati giorno per giorno: la pulizia e la cura aumenteranno», aggiunge Luigia Andronaco.

«Gli aspetti più pesanti di quest’attività? Quando piove; quando c’è vento. In estate saranno il caldo e il sole a darci fastidio ma ogni lavoro ha i suoi aspetti positivi e negativi. Noi abbiamo la volontà e il desiderio di continuare», non smettono di rimarcare.

“Rispettiamo il luogo in cui viviamo”

Ad accomunare tutte le lavoratrici incontrate, ma in zona c’è anche una squadra di tirocinanti uomini impegnati dentro il cimitero, è la voglia di sfruttare l’occasione per dare valore a ciò che si fa. Spazzare, togliere erbacce nelle aiuole, raccogliere quello che viene buttato in strada è per loro un primo passo «per essere autonome, prendendoci cura di questa città troppo spesso trascurata».

Che il progetto coinvolga persone con un vissuto in baracche, e in generale con enormi disagi abitativi nel passato, può forse aiutare a sanare alcune ferite di Messina: dalla sporcizia alla trascuratezza e al disordine. Questo sembrano comunicare, con il loro impegno ed entusiamo al servizio della città, le tirocinanti e i tirocinanti: «Cerchiamo di rispettare noi stessi e il luogo in cui viviamo».