Il Pd messinese piomba nel caos e finisce "sotto curatela"

Il Pd messinese piomba nel caos e finisce “sotto curatela”

Rosaria Brancato

Il Pd messinese piomba nel caos e finisce “sotto curatela”

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sabato 05 Ottobre 2013 - 15:42

Nulla di fatto nella direzione provinciale del Pd. Anzi, sulle regole e sulla riduzione degli attuali 64 circoli scoppia il caos. Nessun accordo tra le anime del partito che finisce così "sotto tutela". Sarà infatti la Direzione regionale di lunedì a decidere sia il numero dei circoli che le regole nonchè gli 11 componenti della Commissione di garanzia. Un Pd a pezzi finito sotto la"curatela" di chi non aspettava altro....

Il Pd dello Stretto piomba nel caos. Convocata per affrontare le questioni congressuali, fissare le regole e nominare gli 11 componenti della Commissione di garanzia, la Direzione provinciale del partito si è rivelata una resa dei conti ed alla fine è saltato il banco. Nulla di fatto, le sorti del Congresso provinciale saranno decise lunedì a Palermo e, qualora così non fosse, c’è persino il rischio che salti il congresso e il Pd venga commissariato. Del resto, se lasci una pentola in ebollizione per due mesi, è quasi normale che i problemi esplodano.

La mattinata è iniziata con l’arrivo, in ritardo di due ore, del segretario regionale e reggente del Pd messinese Giuseppe Lupo (evidentemente la frequentazione, sia pure litigiosa, con il governatore è stata contagiosa e si è crocettizzato sui tempi), accompagnato dal neo renziano Giuseppe Laccoto. Nell’auditorium Monsignor Fasola ad attendere Lupo c’erano le diverse anime del Pd, renziani (suddivisi in renziani della prima ora, neo renziani e renziani in itinere…), civatiani, area Cuperlo e aera Pittella. Tra i presenti anche alcuni genovesiani di ferro, che ancora non si sono schierati apertamente, in attesa di conoscere la scelta che farà il parlamentare. Numerose le assenze, compresa quella della Presidente dell’assemblea provinciale Angela Bottari. Presenti i tre deputati regionali, Franco Rinaldi, Giuseppe Laccoto, Filippo Panarello, presente anche la deputata nazionale Maria Tindara Gullo, mentre Francantonio Genovese è rimasto davanti al teatro ma non è entrato in sala.

Per Lupo è la seconda volta in riva allo Stretto da reggente ed il fatto che per due mesi abbia lasciato la pentola in ebollizione, sperando forse che il tempo risolvesse gli scontri, non ha giovato. Lo stesso reggente, in apertura di un lunghissimo discorso sui temi nazionali ha premesso “Mi spiace non essere stato più presente, ma impegni legati al partito non mi hanno consentito di fare di più, compresa la crisi alla Regione”. E’ passato quindi alle regole del Congresso. A livello nazionale le primarie dell’8 dicembre saranno aperte a tutti, anche ai non iscritti, come lo scorso anno. Diverso il discorso per il Congresso regionale (che sarà a fine marzo 2014) e per i Congressi provinciali, fissati tra la fine di ottobre e i primi di novembre. Le note dolenti sono state proprio le regole da adottare in una città divenuta un vero e proprio caso. I problemi sono due: il tesseramento ed il numero dei circoli.

“Il tesseramento del 2012 a Messina è stato fatto in modo capillare”, ha sintetizzato il reggente, che probabilmente voleva usare un altro aggettivo dal momento che il tesseramento nella città dei 64 circoli è stato il pomo della discordia per mesi. Chi ha le tessere comanda, indipendentemente dalle modalità con cui sono state raccolte. La proposta di Lupo è quindi quella di operare in deroga rispetto alle regole nazionali e prevedere, solo per Messina, che possa valere esclusivamente il tesseramento 2011, se rinnovato entro il 27 settembre per chi si vuol candidare, oppure fino al momento del voto per l’elettorato passivo. In sintesi si salta il tesseramento 2012 finito nel vortice delle polemiche sui numeri troppo alti per sembrare veri. Gli iscritti che non hanno rinnovato possono farlo fino all’istante del voto per il rinnovo delle cariche provinciali. I nuovi tesseramenti, sempre in deroga, potranno essere consentiti solo fino ad una data da stabilire, probabilmente il 15 ottobre. Ma è stata la proposta sui circoli a far saltare il banco. Come è noto Messina ha 64 circoli, contro i 10 di Milano o Torino, ma la “circolite” è una malattia diffusa in numerosi comuni della provincia. Dando risposte alle istanze di quanti hanno chiesto di riportare ad un numero congruo i circoli Lupo ha proposto la riduzione a 6, in base al numero della circoscrizione ed a quanto prevede lo Statuto.

“Dobbiamo tenere in considerazione sia la necessità di un rapporto con il territorio- ha detto- che quella di evitare situazioni non sostenibili, anche a causa di circoli in conflitto tra loro. A Messina quindi si potrebbe votare nei 6 seggi allestiti in base alle circoscrizioni”. La proposta del reggente ha avuto il via libera di tutti i presenti, da Panarello ai renziani. E’ stato invece Franco Rinaldi a non essere d’accordo, richiedendo, in nome della partecipazione, un aumento del numero dei circoli. Ed è scoppiato il caos. Fino all’ultimo Lupo ha difeso la tesi sostenuta da gran parte delle altre anime del Pd, poi Rinaldi ha chiesto la verifica del numero legale, che non c’era, e l’accordo è saltato. Morale della favola: tra scontri e polemiche la palla passa a Palermo. Le sorti del Congresso messinese saranno decise lunedì, quando è stata convocata la Direzione regionale, che dovrà nominare la Commissione regionale per il Congresso. Spetterà a quest’ultimo organismo decidere le regole per Messina, finita così sotto tutela, e nominare la Commissione provinciale di garanzia (formata da 11 persone). Se Messina non è in grado di autodeterminarsi saranno quindi altri a decidere per il Pd dello Stretto. Paradossalmente, ma il rischio è minimo, qualora non si riuscisse a trovare una soluzione in quella sede, il Congresso provinciale potrebbe saltare e il Pd venire commissariato. Più probabile che i giochi si spostino nella Direzione regionale dove la proposta del reggente, avallata da Panarello, Laccoto e renziani, non dovrebbe incontrare ostacoli, ma al più avere qualche modifica.

Certo è che un Pd uscito a pezzi dalle amministrative e dall’inchiesta sulla formazione, incapace di trovare una strada unitaria, dilaniato dagli scontri e dai veleni, finisce, per così dire sotto tutela, sotto la curatela della Direzione regionale. In che condizioni e con quale clima si andrà al Congresso non è facile dirlo, anche perché lo stesso Felice Calabrò, dato per candidato alla segreteria provinciale, non è affatto detto che decida di finire nella fossa dei leoni. Una situazione di caos che fa il gioco di chi vuole un Pd messinese debole. Il caso Bartolotta è esemplare. Anche oggi Lupo ha ribadito: “Da assessore ha lavorato egregiamente. Dispiace per Messina, ma il Pd ha preso una decisione. Puoi anche essere il ministro migliore del mondo, ma non ci saranno assessori del Pd in giunta”. Non sappiamo se il Pd andrà verso un appoggio esterno o se alla fine sostituirà solo qualche casella, ma quel che è certo che un Pd in ginocchio, può far stare meglio in salute qualcun altro. Del resto, “Chi pecora si fa Lupo se la mangia”. E a Palermo i lupi non mancano.

Rosaria Brancato

11 commenti

  1. Dove è george. Qualcuno ha visto george? Va bene pazientiamo fino a dicembre forse lo troveremo..

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  2. Mi schifiai! ! ! !

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  3. …E questo è il partito che esprime quello che potrebbe essere il Sindaco al posto di Accorinti….Siamo messi proprio bene!

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  4. Sono più le righe scritte da Rosaria Brancato che i presenti all’assemblea documentata spietatamente da alcune foto pubblicate su Facebook.
    Che partito è mai questo chw ha più anime dei suoi iscritti che, a ben vedere, si guardano bene dal partecipare all’assemblea?
    La questione non è tanto di lana caprina e la possibile verità sta nella disomogeneità politica che compone il Pd. E quella messinese è l’immagine specchiata di quanto succede a livello nazionale dove, per loro fortuna, non perdono la faccia perchè ancora tiene la cordata degli ex Pci, quelli veri (anche a Messina, vedi Angela Bottari)il cui convincimento è radicato nella filosofia del vecchio partito e sorretto da un’incrollabile fede.
    Gli altri, chi li ha visti?, nel senso che l’appartenenza e quindi il credo politico non fa per loro. Si tratta di accozzaglia messa su non da fede politica ma da arrivismo di maniera. E sono quelli che pretendono di governare il paese, la regione, le città… meditate gente, meditate…

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  5. Carissima Rosaria BRANCATO, fai bene a dare ampia visibilità alle cose interne del PARTITO DEMOCRATICO, e farebbero ancora meglio i messinesi, lontani politicamente da questo partito, ad occuparsene, vista la loro ricaduta su Messina, non dimentichiamo, che la maggioranza del Consiglio Comunale sia di questo schieramento politico, anche se in ordine sparso e, ad un passo a trasformarsi in un’armata brancaleone. Il CENTROSINISTRA, principalmente a causa delle cose interne al PARTITO DEMOCRATICO, non riesce ad organizzare una forte OPPOSIZIONE costruttiva a R E N A T O sindaco, sta puntando tutto su ASPETTANDO CALABRO’, questo atteggiamento è inaccettabile, danneggia i messinesi, rende più difficile il governo della città, parlo dell’aspetto istituzionale. Cara Rosaria BRANCATO, il tuo, nostro giornale fa in pieno il proprio dovere di media, ma dobbiamo andare oltre gli articoli e i commenti, mi permetto di suggerire, come lettore/commentatore storico, di trovare uno strumento mediatico per fare interagire, CONSIGLIO e GIUNTA con TEMPOSTRETTO. Le video interviste ai politici, in questo periodo trascurate, possono essere utili allo scopo, ma non bastano da sole, bisogna coinvolgere gli ordini professionali, le associazioni dei cittadini, insomma chi si intende e conosce i bilanci, l’ urbanistica, i servizi sociali, il sistema rifiuti, il trasporto pubblico, devi inventarti uno strumento GIORNALIERO, per far sentire il fiato delle genti di Messina sul collo degli eletti dal popolo. Sarebbe un investimento, ripagato economicamente con la pubblicità.

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  6. “Chi pecora si fa Lupo se la mangia”? No: Chi pecora si fa… bela, ed a Messina sono troppo assuefatti a belare , ma in tempi di sede vacante….. anche le pecore tacciono, o si limitano a fare gossip ( cioè…sputazza)

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  7. Immagino che tu eri presente ahahhaah. Comunque credo che ci voglia una bella ripulita nel PD sennò siamo messi davvero male…

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  8. E CHE SUCCIDIU ANNUI SUNNU ERAVATE POCHISSIMI IL CAPO ERA FUORI E PICCHI BOOOOOO SECUNNU MEI SI STANNU AMMAZZANNU CU IAVI A CASSA CHI SODDI DU PATITTU CU L.AVI BOOOOOOO. A SCIARA E PI CHISTU MA VERGOGNATEVI MISSINA NON VI VOLI CHIU NA CAPISTU E U CAPU E DIFFICILI DA ELIMINARLO E BASTA

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  9. Mi annoia anche sentirli e vederli,al di la’ di qualche lodevole e rara eccezione.
    Sono come quei condomini rissosi dove ognuno dice la sua ed alla fine non si conclude nulla.
    Poi è angosciante il tasso dei ” riciclati politici” del PD : gente che ieri stava da una parte con ruoli anche importanti e di comando,ed oggi si è trasferita armi e bagagli dall’altra parte,giusto per mantenere posti di potere, e per giunta non lesina insulti di ogni genere ai suoi ex compagni di cordata.
    Spettacolo inverecondo.

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  10. genovese???allora sei di Genova e vattene da Messina che hai xxxxxxx abbastanza.

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  11. Nell’articolo mirabile di ROSARIA BRANCATO manca il riferimento alla richiesta ufficiale di espulsione dal partito di Alessandro Russo e di Francesco Palano Quero perché alle ultime elezioni sono stati candidati in liste contrapposte al PD e ciò in forza dello Statuto del partito.

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