Disabilità, l'esempio Giusi Duca e quella lotta all'inciviltà che sembra infinita

Disabilità, l’esempio Giusi Duca e quella lotta all’inciviltà che sembra infinita

Giuseppe Fontana

Disabilità, l’esempio Giusi Duca e quella lotta all’inciviltà che sembra infinita

martedì 02 Gennaio 2024 - 12:30

Se dovessimo scegliere un personaggio dell'anno 2023, la mamma-caregiver sarebbe tra i principali candidati: ecco il motivo e perché bisogna lottare ancora

MESSINA – Se avessimo dovuto scegliere un personaggio dell’anno appena chiusosi alla nostre spalle, una persona comune, che ha avuto un impatto sulla città o sulla mentalità dei cittadini, avremmo sicuramente potuto scegliere Giusi Duca. La giovane donna è una mamma caregiver e al fianco del figlio con disabilità (ha una paralisi cerebrale) lotta ogni giorno per i suoi diritti e la sua battaglia è diventata una guerra più ampia, contro la burocrazia e l’inciviltà.

Il caso del comunicatore

Di Giusi abbiamo parlato già nell’ottobre 2022. Poi, nel dicembre dello stesso anno, è “esploso” il caso del comunicatore: una sorta di tablet che serve al bambino per comunicatore e superare la barriera creata dalla paralisi. Giusi si è scontrata con la burocrazia, combattendo ogni giorno per i diritti di suo figlio, e dopo mesi di lotta (la prima richiesta è rimasta in un cassetto per poi “scoprire” un errore che ha riportato l’iter all’inizio) nella prima metà dell’anno il comunicatore è arrivato. Ma l’impatto della sua lotta si è rivelato tale da “sbloccare” anche le altre pratiche, con altri genitori e altri figli a ricevere, finalmente, quel supporto elettronico che avrebbe potuto migliorare la loro vita.

Le battaglie quotidiane

Ciò nonostante, le battaglie di Giusi Duca non si sono fermate. Comunicatore a parte, più volte ha spiegato a Tempostretto com’è vivere la quotidianità di chi ha problemi nel muoversi. E soprattutto, quanto sia difficile far valere un semplice diritto come quello relativo agli stalli per disabili. Spesso, anche davanti a scuola o sotto casa, la sua famiglia ha fatto i conti con l’occupazione del parcheggio giallo da parte di soggetti che non ne hanno il diritto, al grido di “un minuto”, come se questa frase potesse giustificare tutto. In un ultimo il caso dello street food natalizio in Via Manzoni, con le immediate scuse degli organizzatori per una “casetta” che impediva a guidatori e passeggeri delle auto sullo stallo per disabili di scendere dalla vettura. Insomma: una lotta perenne, tra “sviste” e reiterati comportamenti poco civili che Giusi ha affrontato e affronta tutt’ora.

Scivoli e raccordi

Intanto si è mossa anche l’amministrazione, nel tentativo, pian piano, di migliorare la situazione di strade e marciapiedi, scivoli e passerelle. Nel mese di ottobre avevamo evidenziato la difficoltà per le persone con disabilità ad attraversare in autonomia sul corso Cavour. A pochi giorni dal Natale, il 20 dicembre, sono poi arrivati i raccordi per allineare, di fatto, marciapiede e strada. Un passo importante in una zona centrale del centro città, in una Messina che già nelle prime settimane di gennaio vedrà altri lavori simili proprio per agevolare gli attraversamenti stradali di chi ha difficoltà motorie o si sposta in carrozzina.

Le auto davanti agli scivoli

Sempre a patto che nessuno parcheggi davanti agli scivoli. Nonostante le campagne mediatiche e di sensibilizzazione, i continui appelli dell’amministrazione, quelli delle autorità e perfino dei giornali, la pessima abitudine di lasciare la macchina dove capita, a discapito del più fragile, non è ancora stata sradicata. Bisognerà fare questo scatto culturale per non vanificare la lotta quotidiana di tante persone, come la mamma-caregiver Giusi Duca, i tanti genitori che ogni giorno stanno al fianco dei figli con disabilità, o gli adulti stessi che per anni hanno preferito evitare il centro città proprio per non incappare in problemi simili. Messina sta cambiando? Sì. C’è ancora molto da fare? Sicuramente. Ci vorrebbero altre mille Giusi Duca, o forse più attenzione e rispetto verso il prossimo potrebbero già fare la differenza.

Un commento

  1. Queste famiglie non possono attendere i tempi necessari ad un cambiamento culturale ammesso che questo avverrà mai.
    Va trovato il modo di punire duramente e subito chi occupa stalli per disabili e rampe di accesso in modo da garantirgli un minimo di dignità e soprattutto di supporto istituzionale.

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