Disagio sociale, lockdown, violenza: il boom delle risse tra ragazzini

Disagio sociale, lockdown, violenza: il boom delle risse tra ragazzini

Chiara Cenini

Disagio sociale, lockdown, violenza: il boom delle risse tra ragazzini

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sabato 05 Giugno 2021 - 08:15

Il fenomeno è in costante aumento e sta interessando anche Messina e Reggio Calabria

Ormai sembra essere diventata una “MODA DA NON SEGUIRE”. Curiosando tra la cronaca online delle grandi città, purtroppo non si può non imbattersi in storie di giovani, annoiati e sempre più aggressivi tra di loro coetanei .Secondo gli esperti gli episodi di risse tra giovani sono in costante aumento. Non solo nelle grandi città, come Roma, Milano e Napoli. Il fenomeno – che non è certo una novità – nell’ultimo anno è cresciuto e si diffonde ora anche nelle province, da nord a sud.

Le risse del sabato sera in centro città  non risparmiano ne Messina ne  Reggio Calabria e ci raccontano di “Botte da Orbi” tra ragazzi, troppe volte minorenni che dopo aver consumato bevande alcoliche fanno nascere liti che stanno diventando molto preoccupanti, PIAZZA CAIROLI A MESSINA, COME IL centro  DI REGGIO CALABRIA, diventano la sera, e sopratutto nei fine settimana , teatro di risse più o meno prepotenti e che vedono come attori i giovanissimi, che si sfidano, senza motivi apparenti, a pugni,calci e nei casi peggiori con piccole armi contendenti. Grande protagonista di questa sconsiderata moda è IL SOCIAL.

Infatti più volte, la polizia e chi indaga su queste risse ha potuto appurare che il più degli screzi nasce sul web e in seguito anche l’appuntamento per sfidarsi faccia a faccia. Così si creano dei gruppi di giovani che si schierano da una o dall’altra parte e che alla fine si incontrano nelle piazze più frequentate del centro città per prendersi a mazzate.Molti si picchiano, moltissimi stanno a guardare. E i video finiscono in tempo reale su Instagram, tik tok e Facebook. Un segnale molto preoccupante, secondo gli esperti, che parlano di giovani “esasperati, che, oltre al disagio e ai molti modelli negativi che trovano su internet e in certe serie tv, devono fare i conti con una situazione (legata alla pandemia e al lokdown) che non riescono più a gestire.Una società” malata ” che lancia segnali violenti e sopratutto segnali che hanno il gusto amaro dell’odio e dell’antisocialita’.

RAGAZZINI che come raccontano le forze dell’ordine, non hanno più la consapevolezza del limite e che il più delle volte si mostrano violenti anche con chi interviene a placare la rissa come delle vere proprie  GANG. Non sarà semplice superare tutto quello che la Pandemia ci ha regalato, ma è certo che una delle cose indispensabili per la nostra società e inevitabilmente quella di vigilare sui nostri figli e sui più giovani, che sembrerebbero quelli più feriti psicologicamente dai cambiamenti degli ultimi anni.I ragazzi, come sottolinea  la psicologa MARIA RITA PARSI, sono risultati I più fragili e vanno urgentemente “resettati/rielaborati” nel loro modo di socializzare, essere ricondotti, da adulti responsabili verso la nuova stabilità. L’appello va alla Scuola e a tutti i genitori, anche di ragazzi che hanno superato l’adolescenza,i giovani – devono sapere che voi sapete,- devono capire che quando varcando la soglia di casa non possono fare tutto ciò che gli passa per la testa e sopratutto devono imparare che  la violenza è il peggior modo per risolvere i problemi. Un prezzo psicologico troppo alto, quello che i ragazzi si trovano oggi  a pagare, riconoscendosi come dei DISADATTATI NELLA PROPRIA VITA. Non abbandoniamoli, da soli no ritroveranno certamente la strada smarrita. Reinsegniamo ai nostri figli ad Amare e a fare GRUPPO, PERCHÉ A FARE BRANCO CI SI PERDE SEMPRE. 

Un commento

  1. Altro disastro delle misure lockdown, sia ben chiaro quello del disagio giovanile non è un problema nato esclusivamente ora ma certamente si è acuito. Questi provvedimenti hanno perfettamente delineato la figura dello zombie asociale che vivendo per lo più in una realtà virtuale non ha la capacità di interagire con i suoi simili

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