Lettera di Scoglio a Croce

Lettera di Scoglio a Croce

Lettera di Scoglio a Croce

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giovedì 06 Giugno 2013 - 06:44

Il candidato sindaco di Nuova Alleanza scrive al commissario straordinario Luigi Croce ed avanza tre richieste. Ecco il testo della missiva:

“Nel ringraziarLa per aver accolto il mio pressante invito ad un incontro con tutti i candidati alla carica di Sindaco, seppure a qualche giorno dal voto – scrive – ritengo doveroso rassegnarLe, nell’interesse della Città, le seguenti richieste:

1. nelle more della definizione dell’iter previsto dalla legge ed in vista dell’insediamento, a breve, del Sindaco e del Consiglio Comunale eletti, comunicare al Ministero dell’Interno ed alla Corte dei Conti, Sezione consultiva, la possibilità di rimodulare il piano decennale nella parte in cui era stato previsto l’introito di somme provenienti dall’AMAM;

2. richiedere, con urgenza, un parere al Collegio di difesa in relazione alla scadenza della concessione alla società ITALGAS del servizio pubblico di distribuzione del gas;

3. verificare, tenuto conto dell’entrata in vigore della TARES, la minor spesa che il Comune prevede annualmente per i servizi di igiene ambientale.

Nella consapevolezza che le predette misure economico-finanziarie potranno consentire alla nuova Amministrazione di adeguatamente rimodulare il piano di riequilibrio decennale attualmente all’esame del Ministero dell’Interno, Le chiedo di sospendere qualsivoglia attività che potrebbe compromettere, da parte del nuovo Sindaco, l’adozione di possibili misure al fine di scongiurare il dissesto dell’Ente”.

Un commento

  1. 500.000.000 di euro in 10 anni…. Mi chiedo per quale motivo il Commissario dovrebbe tenere conto di questa lettera, ma sopratutto viene spontaneo chiedersi come potrà il sindaco eletto far quadrare i conti di un ente dissestato irrimediabilmente, grazie ai signori che oggi vengono a chiedere il voto ai messinesi, qualificandosi esperti conoscitori della macchina amministrativa e quindi risolutori di quegli stessi disastri da loro stessi causati.
    Un’azienda fallisce, chiude ed il proprietario viene iscritto nel registro dei falliti. In un comune viene dichiarato il dissesto e coloro che hanno amministrato, ritenuti responsabili dalla Corte dei conti, per 10 anni sono incandidabili ed interdetti dai pubblici uffici, revisori compresi che non potranno ricoprire incarichi di nessun genere per il periodo predetto. Questa è la città che è stata ridotta in macerie dalla politica.
    La lettera doveva essere indirizzata a uno o più istituti bancari che già sono stati aiutati dallo Stato a non fallire, a spese nostre, o meglio con i soldi delle nostre tasse.
    VERGOGNA A TUTTI

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