Nuovo modello di gestione dei rifiuti: Reset consegna all'amministrazione il suo progetto

Nuovo modello di gestione dei rifiuti: Reset consegna all’amministrazione il suo progetto

Nuovo modello di gestione dei rifiuti: Reset consegna all’amministrazione il suo progetto

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mercoledì 29 Gennaio 2014 - 17:24

Reset compie il primo passo di quel percorso di collaborazione siglato con l'amministrazione Accorinti e presenta uno studio di fattibilità tecnico economica per offrire proposte risolutive. Un progetto che si articola in vari momenti e che punta a rivoluzionare il sistema attuale.

“I 44,5 milioni di euro del piano finanziario della gestione rifiuti non sono una cifra esorbitante, ma è vero che con alcuni correttivi si può risparmiare qualche milione di euro, avere la città pulita e pagare almeno il 20% in meno di tassa sui rifiuti”. Ha esordito così Alessandro Tinaglia che insieme al gruppo di Reset ha messo la lente d’ingrandimento sul difficile settore rifiuti e ha prodotto uno studio di fattibilità tecnico economica per dare proposte risolutive all’amministrazione Accorinti. E’ questo il primo passo che Reset compie sulla scia di quel percorso di collaborazione siglato ufficialmente qualche settimana fa e che, ha annunciato Tinaglia, porterà preso alla presentazione della flotta comunale.

Sul fronte rifiuti quello proposto da Reset e messo a punto dall’ingegnere ambientale Luca Barresi è un progetto che parte dall’analisi delle reali esigenze di popolazione e territorio e delle risorse che la città ha già a sua disposizione. Lo studio di divide in tre fasi. Il primo step riguarda le azioni che si possono intraprendere nell’immediato a integrazione dell’attuale organizzazione dei servizi (senza dover far fronte a particolari investimenti) e che determinerebbero il raggiungimento di una percentuale di raccolta differenziata di circa il 18%, con un sostanziale abbattimento dei costi di gestone di circa € 2.000.000,00, per il mancato conferimento in discarica. Per Reset si dovrebbe subito razionalizzare la gestione dei rifiuti speciali lasciandola nelle mani delle aziende produttrici. Così facendo, si potrà ridurre parte dei costi oggi sostenuti dalla collettività, raccogliere in modo differenziato il 4 ÷ 6% dei rifiuti speciali.

Per i centri di raccolta invece si ispira al modello Eco Recycling Point,, esperienza già attuata nel territorio, la cui percentuale di raccolta differenziata raggiunta (4%) supera quella dell’intero Comune (3%), consente di incentivare i cittadini “virtuosi” immediatamente all’ingresso presso i centri, contabilizzare dettagliatamente i rifiuti differenziati prodotti dalle utenze e valorizzare “a distanza zero” gli imballaggi raccolti, evitando ulteriori processi di messa in riserva, selezione e recupero. L’applicazione di tale modello consentirebbe di raggiungere almeno il 15% di raccolta differenziata.

Per comprendere meglio Reset fornisce anche un esempio: una famiglia di 3 componenti residente in un’abitazione di 100 mq, secondo il prospetto del Dipartimento Tributi, dovrebbe pagare una tassa sui rifiuti pari a circa 385,00 €/anno; 3 persone producono mediamente circa 1.500 kg/anno di rifiuti, di cui 300 kg/anno di carta e cartone, 150 kg di plastica, 50 kg/anno di alluminio; per tali quantitativi si otterrebbero incentivi in buoni spesa che variano da 15 a 30 € per famiglia. Se a tale incentivo si aggiunge un risparmio per aver sottratto gran parte dei rifiuti allo smaltimento (30% della produzione di una famiglia “virtuosa”) per un quantitativo di 500 kg/anno, ovvero di circa 50 €/anno (costo smaltimento 100 €/t), si potrebbe giungere a un valore complessivo della tassa di circa 305 €/anno.

In definitiva una famiglia “virtuosa” otterrebbe una riduzione della spesa sui rifiuti pari al 20% ca. della tares.

Lo step 2 riguarda invece le azioni previste entro il prossimo anno, a partire da una riorganizzazione totale del sistema di smaltimento dei rifiuti nella Città. In quest’ottica Reset punta all’implementazione di due diversi sistemi di raccolta differenziata: il “porta a porta” per le circoscrizioni I e VI, nelle quali prevale la presenza di edifici a sviluppo orizzontale e una popolazione complessiva di circa 55.000 abitanti, e il “domiciliare di prossimità” attraverso l’installazione di circa 1.000 “eco – punti con il riconoscimento dell’utenza” per le circoscrizioni II, III, IV e V, nelle quali prevale la presenza di edifici a sviluppo verticale. Tali azioni tengono conto della realizzazione di un impianto di compostaggio (in zona “Mili”), di un impianto di selezione del secco (in zona “Pace”) e di un impianto per la biostabilizzazione e lo smaltimento del rifiuto residuale (in zona “Pace”). Oltre all’implementazione di sistemi per la raccolta differenziata, abbiamo scelto di incrementare le attività di pulizia del territorio attraverso un piano operativo che migliori il decoro delle strade e delle aree pubbliche.

La tesi è che a fronte di un incremento della tecnologia in campo, dell’implementazione di sistemi di raccolta differenziata, del miglioramento dei servizi di pulizia del territorio, attraverso l’applicazione della proposta ­potranno essere raggiunti gli obiettivi ambientali (65% di raccolta differenziata), risparmiare circa € 2.500.000,00 sui costi operativi di gestione ed evitare le infrazioni (multe) della C.E.

Il terzo step guarda al futuro, soprattutto alla capacità di tramutare i rifiuti in opportunità occupazionale e quindi in sviluppo per il nostro territorio. Partendo dal terzo passo della strategia “rifiuti zero”, una prima opportunità deriva dalle centrali di compostaggio che, se gestite con perizia, possono consentire la produzione di compost di qualità. Altra opportunità, inoltre, deriverebbe dalla realizzazione di aziende (pubbliche o private) per la trasformazione del rifiuto (carta e cartone, alluminio, vetro e plastica), riciclandolo e tramutando in risorsa. Tali aziende, che dovranno nascere nel territorio comunale della città, contribuiranno a chiudere la filiera del ciclo dei rifiuti, a ridurre il costo della gestione di tale ciclo, a creare nuovi posti di lavoro e ad attuare un ulteriore passo della strategia “rifiuti zero”.

2 commenti

  1. Gente seria

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  2. Caro ing.Luca BARRESI,apprezzo il suo tentativo di analizzare una questione così complessa,mi pare di capire in solitudine.Dai numeri forniti dall’articolo si capisce che lei utilizzi l’indicatore di PRODUZIONE PRO CAPITE di rifiuti,un parametro statistico che consente di confrontare le diverse realtà territoriali,allo scopo di fornire un quadro sull’evoluzione dei rifiuti,come si sa influenzata da fattori socio-economici,territoriali,gestionali.
    Quell’indicatore ci dice che la produzione totale di rifiuti comprende non solo i rifiuti di origine domestica UD ma anche i rifiuti assimilati,provenienti da utenze non domestiche UND diverse,commerciali,di servizi,artigianali,industriali etc.. Ecco perchè le direttive europee e la normativa italiana, prevedono per la parte variabile della tariffa,quella direttamente legata alla produzione di rifiuti,piani tariffari rispetto al numero dei componenti il nucleo familiare. Tutte le indagini condotte dai diversi Osservatori Regionali Rifiuti hanno rilevato una produzione media per una famiglia di 3 componenti non superiore a 1,5 kg/giorno,548 kg/anno,quindi non sono d’accordo sui 1500 kg/anno. Uno degli errori madornali del nostro piano finanziario è la ripartizione tra UD e UND,non è in base ai rifiuti prodotti, ma ai costi,70% a carico delle UD, 30% alle UND, percentuale ereditata dal regime TARSU,concettualmente diverso dalla TARES. L’obiezione,che non ci siano sistemi puntuali di misura,è superata dall’utilizzo degli indicatori previsti dalla legge e dagli osservatori regionali,come fanno i Comuni a conoscenza del principio sancito dalle direttive, CHI PIU’ INQUINA E PRODUCE RIFIUTI PIU’ PAGA. E’ vero che ii nostro costo per abitante €ab 184 è nella media ITALIA,nel 2010 fu di €ab 186, ma rispetto al dato statistico del NORD €ab 151,6 e del SUD €ab 151,5 siamo alti,il CENTRO €ab 225,2 fa storia a se per le note vicende legate alle discariche. Ho analizzato il nostro piano rifiuti,confrontandolo con altri,sono arrivato alla conclusione,è CARTA STRACCIA,se lo ritiene ci possiamo confrontare attraverso TempoStretto o i contatti di RESET,mi faccia sapere intervendo sul nostro giornale.

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