Come Genovese controllava l'assessorato: l'incetta di enti, Albert, Rinaldi contro Centorrino

Come Genovese controllava l’assessorato: l’incetta di enti, Albert, Rinaldi contro Centorrino

Alessandra Serio

Come Genovese controllava l’assessorato: l’incetta di enti, Albert, Rinaldi contro Centorrino

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martedì 11 Agosto 2015 - 10:19

Il vice Questore Giuseppe Anzalone al processo Corsi d'Oro ricapitola i rapporti tra l'entourage di Genovese e l'assessorato: le novità introdotte da Mario Centorrino e la reazione di Rinaldi alle circolari non gradite, fino alle dimissioni di Albert. Passando per la defenestrazione di Nino Emanuele.

Proseguiamo la pubblicazione delle trascrizioni dell'esame del Vice Questore Anzalone al processo Corsi d'oro da parte del Pm Sebastiano Ardita, che gli chiede di ricapitolare le intercettazioni svolte dalla Polizia sul telefono di La Macchia. Intercettazioni che hanno svelato il controllo politico ed elettorale degli enti e dell'assessorato alla formazione, dove veniva condizionata anche l'attività normativa.

PM ARDITA- Ma questo collegamento tra interesse politico elettorale e mondo della formazione voi da cosa lo desumete, avete una scansione temporale di eventi che vi danno la possibilità di accreditare questa tesi investigativa?

TESTE ANZALONE– Abbiamo potuto dimostrarlo investigativamente perché abbiamo ricostruito tutte le fasi relative all’acquisizione e alle trattative condotte per l’acquisizione dell’ente ENFAP, la sua gestione, quindi come siano avvenute ad esempio delle assunzioni nell’immediata prospicenza delle elezioni regionali, e questo ci confermava il quadro emerso anche attraverso questa conversazione.

PM ARDITA- Qual è la scansione temporale di queste attività che riguardano l’ENFAP, tra acquisizione, finanziamento, elezioni?

TESTE ANZALONE- Iniziamo a maggio 2012 e arriviamo al momento dell’acquisizione dell’ente, l’8 agosto 2012. Dopodiché abbiamo una fase di gestione immediata dell’ente con attività di assunzione che avvengono – proprio in relazione a Messina – esattamente il 5 ottobre 2012. Il 28 ottobre ci sono state le regionali.

PM ARDITA- Quindi vi muovete nell’ambito di ipotesi investigativa che prende le mosse dalla conversazione di Cappadona, il quale traccia una serie di indicazioni e dice “ha acquisito un tot numero di enti” e risultavano quelle affermazioni fondate, quelle di Cappadona con riferimento all’acquisizione di enti?

TESTE ANZALONE- Sì, e sono stati acquisiti mediante la gestione diretta o indiretta da parte dell’onorevole Genovese. Innanzitutto come l’NT Soft che ha sede a Patti. La Training Service S.r.l. che ha sede a Barcellona, la Lumen e il consorzio Reeti e Api Industria, la LC Learning in Consulting S.r.l. se non ricordo male, e Consorzio Strec, lo I.A.L. CISL, e Ecap Palermo. Oltre all’ENFAP Sicilia.

PM ARDITA- Tutti questi enti che situazione finanziaria avevano?

TESTE ANZALONE- Dal complesso delle conversazioni intercettate si coglieva la difficoltà economica, un’esposizione debitoria in cui questi enti versavano. In alcuni di questi abbiamo avuto anche un riscontro documentale, nel senso che con la Lumen, con l’ENFAP anche e in un’acquisizione di una società collegata all’ECAP Palermo – o meglio l’immobile in cui è locata l’ECAP Palermo, e che è l’Unica che loro acquisiscono, la società l’Unica S.r.l. Anche lì c’è un esposizione debitoria risultante dallo stato patrimoniale e che abbiamo documentalmente acquisito. E anche al CISL, nel senso che dalla conversazione di Cappadona emerge l’esposizione debitoria ma che comunque l’onorevole Genovese ha anche un interesse verso quegli enti che hanno questa esposizione debitoria e una difficoltà che lui può rilevare, dal punto di vista patrimoniale, economico, posso diventare un vantaggio perché c’è un collegamento con i progetti approvati, ammessi a finanziamento. Ma anche un interesse elettorale politico.

PM ARDITA– Ma per potere ottenere queste acquisizioni, è stato semplice o c’è stata qualche difficoltà sul piano amministrativo da risolvere, qualche aspetto da risolvere, qualche normativa da cambiare a questo scopo?

TESTE ANZALONE- Qui si introduce ovviamente un altro profilo importante che è quello del controllo della produzione normativa. Perché nel corso delle indagini emerge chiaramente un incontro tra l’onorevole Genovese, La Macchia Salvatore e il dirigente generale dell’Assessorato alla formazione Albert, incontro che avviene il 3 dicembre 2011 (…) si verificano due situazioni che consentono di cogliere investigativamente il senso di quell’incontro. Cioè che nei giorni precedenti all’incontro, sia per l’intervento di Di Lorenzo Antonino che si sente con Biundo Giuseppe. Di Lorenzo è presidente – al momento delle indagini – di ECAP Palermo e successivamente ad agosto del 2012, poi appunto l’8 agosto diventa presidente di ENFAP Sicilia. Quindi si devono incontrare per avere urgentemente della documentazione. Non abbiamo dei riferimenti chiari per capire a quale documentazione si rivolga, ma visto che si tratta nei giorni precedenti al 3 dicembre 2011 di conversazioni tra Di Lorenzo e Biundo con La Macchia anche, e che poi successivamente questi stessi soggetti saranno coloro che poi diventano gli artefici, i protagonisti dell’acquisizione dell’ENFAP Sicilia. In questi giorni dei primi di dicembre 2011 gli incontri rappresentano proprio la fase prodromica, iniziale per l’acquisizione dell’ENFAP. Il 3 dicembre avviene questo incontro a Tindari presso un ristorante albergo, talaltro per un fine settimana che in base alle conversazioni risulta essere offerto dallo stesso La Macchia Salvatore al dirigente generale Albert, e si discute sicuramente di questi argomenti. Uno, quello connesso alla documentazione che Biundo e Di Lorenzo, di cui parlano; ma evidentemente di qualcosa che avviene immediatamente dopo. Perché il 4 dicembre lui stesso dice di essere a Cefalù per vedere una mostra se non ricordo male di Antonello da Messina, e il 5, quindi lo stesso giorno in cui rientra all’Assessorato, adotta la circolare numero 31. Questa circolare numero 31 introduce un’importante innovazione nel settore della formazione professionale perché riguarda la cessione dei rami di azienda degli enti di formazione, quindi del personale e del complesso aziendale. Questa circolare introduce una novità rispetto al meccanismo che fino a quel momento di era portato avanti, e cioè che la verifica di un’eventuale trasferimento del personale e del complesso aziendale dell’ente o di parte di esso, in capo ad altri soggetti, avveniva attraverso una commissione regionale di controllo, e la Regione, l’Assessorato, dopo la consultazione anche di parti sindacali e degli stessi dipendenti procedeva ad una ratifica della cessione del ramo d’azienda o della struttura (…). Lui fa un passo in più con questa circolare, perché dice sostanzialmente: secondo il codice civile sarebbe ammissibile comunque questo tipo di cessione di ramo aziendale, ma precisa che questo va fatto o integralmente, cioè tutto il complesso dei progetti approvati con finanziamento. Ma va…

PM ARDITA– Segue un pezzo di azienda.

TESTE ANZALONE– Esatto. Cioè dice se i progetti dell’avviso 1, 6, 8, 20, sono stati approvati, la cessione di ramo aziendale deve riguardare tutto, tutti i progetti ammessi a finanziamento in quel bando di gara, in quell’avviso di gara, non possono essere parcellizzati. In effetti l’ENFAP proprio poco dopo viene ammesso a finanziamento dell’avviso 20. Ancora la circolare 31 avviene qualche mese prima, ma l’avviso 20 viene pubblicato il 16 marzo del 2012 e l’ENFAP ottiene nell’avviso 20. Ma i progetti erano già stati presentati molto prima, nel triennio, perché il piano di offerta formativa regionale viene previsto nel triennio per un totale , abbiamo così fatto un po’ la somma, per 14 milioni di euro circa annui.

PM ARDITA– C’è qualche telefonata successiva in cui è possibile trovare un riscontro sul piano delle reazioni politiche alle iniziative di Albert che riguardato il gruppo Genovese, tra Albert e La Macchia?

TESTE ANZALONE– (…)Il ruolo di Albert si manifesta anche in un altro momento importante sempre di quel periodo perché quello che poi porta alla produzione di una direttiva del direttore generale per l’estensione degli importi messi a bilancio da parte della Regione Siciliana per il finanziamento della formazione professionale. Ma qui bisogna appunto partire un attimo dal momento iniziale. Ed è quando l’Assessore Centorrino si insedia nel suo incarico regionale: si trova – è quel che abbiamo potuto cogliere dall’analisi dei documenti adottati dall’Assessore – in un momento di grande confusione. Teniamo conto che la commissione regionale di inchiesta sulla formazione elabora una relazione molto articolata e ben esplicativa del momento di enorme difficoltà che proprio in quegli anni, diciamo nel 2011, il settore della formazione professionale stava incontrando. Soprattutto nel settore del lavoro, delle persone impiegate sia sul piano amministrativo che di docenza era notevole, parliamo di un numero di operatori pari a qualcosa come 8mila operatori, per cui il costo era veramente elevato. L’Assessore Centorrino quindi, appena insediatosi, elabora una importante delibera, la delibera 350, introducendo alcuni elementi di gestione del settore. In particolare introduce il parametro unico di riferimento: cioè l’importo che veniva finanziato era uguale per ogni ora di insegnamento o di attività amministrativa che veniva svolta. Perché in realtà il settore della formazione professionale, in base al tipo di finanziamento pubblico con cui viene concesso, quindi se si tratta di finanziamento pubblico regionale o nazionale o europeo, veniva garantito un importo diverso per ora lavorativa. Mentre questa delibera introduce un parametro unico di riferimento, introduce anche il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato, salvo per coloro che, risultando personali in esubero, doveva essere riassorbito in qualche modo, e, e insomma altre novità. In realtà è una delibera di giunta su proposta dell’Assessore Centorino che cerca di dare ordine un po’ a un settore in affaticamento economico di finanziamento. Nel febbraio 2011 si insedia il direttore generale Albert, che a sua volta adotta ad aprile 2011 due importanti delibere, che sono la 117 e la 132. Con queste due delibere introduce dei correttivi – o meglio la sua proposta che poi viene tradotta con delibera di giunta regionale, la delibera 117, introduce alcuni correttivi. Innanzitutto con la 117 fissa un tetto massimo di finanziamento del progetto riferendolo al parametro indicato nel 2010. Quindi oltre all’indice, al parametro unico di riferimento, Albert introduce anche un tetto massimo, e che comunque il costo per ora lavorativa non può oltrepassare gli indici di costi indicati nel 2010. Questo determina che i progetti approvati nel frattempo…

PM ARDITA– Non potevano avere l’anno successivo un finanziamento maggiore, quindi.

TESTE ANZALONE– Perfetto. In realtà quel che abbiamo potuto cogliere è che proprio quell’anno, nel 2011 i costi sono lievitati perché gli operatori del settore non assunti, o comunque a cui non è stato rinnovato il contratto di lavoro sono andati in cassa integrazione ordinaria o straordinaria, con una lievitazione dei costi che dovevano ricadere sulla Regione(…).

PM ARDITA– Vorrei che spiegasse è rispetto ai singoli enti di formazione, cos’accadeva, che gli enti che avevano un parametro diciamo inferiore a quello previsto.

TESTE ANZALONE– Gli enti che si trovavano con progetti approvati per importo al di sotto di questi parametri è chiaro che avevano un tetto superiore rispetto a quello approvato, e quindi erano tranquilli, ma quegli enti invece il cui importo per ora era stato approvato a progetto finanziato, in base allo stadio in cui si trovava l’iter, al di sopra, è chiaro che avevano uno scarto residuale che determinava un costo che comunque in qualche modo andava recuperato, altrimenti il progetto non poteva essere…

PM ARDITA– Gli enti che facevano capo a Genovese in che condizioni si trovavano?

TESTE ANZALONE- Erano sicuramente, almeno certamente società come la NT Soft, la Training Service, Api, Api Industria, anche dalle conversazioni telefoniche, ma anche ENFAP, in forte esposizione debitoria, ed erano alla ricerca di poter ottenere in tempi più o meno rapidi i mandati del primo saldo, del secondo saldo per poter coprire le spese, per poter coprire questa scopertura di bilancio da parte della Regione. Inizia un’attività politica che fa capo anche all’onorevole Rinaldi per ottenere una estensione dei fondi che la Regione metteva a disposizione per l’espletamento delle attività della formazione sul 2012, a valere sul bilancio del 2011. Quindi a partire da settembre iniziano tutta una serie di conversazioni anche telefoniche in cui abbiamo anche l’onorevole Genovese in prima linea a conversare più volte con La Macchia Salvatore, poi indirettamente anche con Centorrino, su quello che appunto era l’estensione a bilancio, e che viene genericamente definito del 30%, perché erano necessari una sessantina di milioni di euro in più per poter in qualche modo coprire le spese che si sarebbe sostenute nel 2012 per i progetti. Effettivamente vengono adottate ma soltanto tardivamente, diciamo nel novembre, ottobre 2011 un provvedimento diciamo dell’Assessore Centorrino e poi del dirigente generale per poter ottenere questa estensione che poi arriva in realtà al 24%, e che sono un 57 milioni di euro. Allora innanzitutto abbiamo il 25 ottobre del 2011 e la conversazione interviene tra La Macchia Salvatore e l’onorevole Genovese che chiede se ci sono novità sul decreto del 30% e anche sull’avviso 8. Il 29 ottobre 2011 l’onorevole Genovese chiama La Macchia Salvatore che gli fornisce dei chiarimenti proprio per indicare che sulla somma inizialmente indicata dei 60 su arriva a 57 milioni e quindi del 24,25%. Segue l’8 novembre 2011, anche qui ancora l’onorevole Genovese chiama La Macchia, il quale gli chiarisce che si era tenuta una riunione con le associazioni degli enti di formazione sul 30%, e che manifestavano una adesione, la possibilità su questa linea di estensione del bilancio. Segue ancora una del 9 novembre 2011, sempre l’onorevole Genovese che chiama La Macchia, l’argomento della conversazione è sempre quella. 15 novembre 2011, l’onorevole Genovese chiede sempre a La Macchia se il decreto del 24% è stato firmato e, e gli chiarisce che prima di poter firmare il decreto del dirigente generale si deve registrare quello dell’Assessore. Si tenga conto che il decreto assessoriale è il numero 4667 del 30 novembre 2011, cioè che viene registrato, e la determina del dirigente generale è il numero 4907del 22 dicembre 2011. Ancora, un’altra conversazione è del 28 novembre 2011: La Macchia Salvatore conferma all’onorevole Genovese che il decreto sul cosiddetto 30% è stato fatto, e infatti 2 giorni dopo, perché la conversazione è del 20 novembre e il decreto è del 30. Il 30 novembre abbiamo un’altra conversazione e l’onorevole Genovese chiede conferma sulla firma del decreto assessoriale e della determina del dirigente generale. 1 dicembre 2011: gli interlocutori sono sempre gli stessi ed oggetto della conversazione è sempre questa. Una successiva conversazione dello stesso giorno: l’onorevole Genovese torna a chiedere a La Macchia su questo decreto, e ottiene conferma. Il 12 dicembre 2011 è ancora tra l’onorevole Genovese e La Macchia Salvatore: qui in questa conversazione in particolare l’onorevole Genovese si altera, è arrabbiato perché ancora non è stata firmata la determina del dirigente generale, e si arrabbia con Albert per non avere ancora provveduto. Quindi intende valutare se Albert va spostato, va rimosso o spostato in altro assessorato, visto che incontrano queste difficoltà con l’approvazione di questo, di questo, di questo provvedimento. Sempre nello stesso giorno l’onorevole Genovese insiste ancora e chiede ancora di essere

aggiornato sull’adozione di questo provvedimento. Qua certamente è un passaggio breve ma investigativamente interessante: l’onorevole Genovese chiede scusa se rompe le scatole a La Macchia Salvatore, ma La Macchia Salvatore gli dice : “no, non me le rompi, sono qui apposta”, quindi investigativamente per noi è importante il significato di questa parola, perché insomma La Macchia Salvatore gli fa capire sono qui proprio per fornire a te quel supporto e quell’ausilio di cui tu hai bisogno.

PM ARDITA- Senta lei ha parlato di questa questione anche politica, ci sono stati momenti di frizione all’interno dello stessa compagine politica del Genovese, con riferimento a richieste non assecondate.

TESTE ANZALONE- La vicenda assume un’importanza tale, come si coglie in quei giorni da articoli di stampa che sono pubblicati. In particolare noi abbiamo prodotto un articolo di stampa del 19 dicembre 2011 in cui viene descritto l’attacco condotto dall’onorevole Rinaldi nei confronti dell’Assessore Centorrino proprio in ordine alla mancata adozione dei provvedimenti necessari per dare attuazione all’estensione del 24% a bilancio delle somme per il finanziamento delle attività della formazione professionale.

PM ARDITA– Senta e invece nei rapporti interni all’Assessorato ci sono comunicazioni, conversazioni che hanno ad oggetto la possibili rimozione di qualcuno che non si adegua a questa linea diciamo, questa richiesta che viene fatta di aumento del 30%?

TESTE ANZALONE- Sì, l’attività di controllo dell’Assessorato emerge in almeno altre due circostanze. Innanzitutto una conversazione dell’11 giugno 2012 sull’utenza in uso a La Macchia, intercorre tra La Macchia e L’Assessore Centorrino. Questa conversazione si colloca in un momento temporale molto delicato, perché è appena due giorni dalle dimissione dall’incarico dell’Assessore Centorrino. Ed è lo stesso giorno in cui l’Assessore Centorrino adotta un decreto assessoriale, il numero 3982, che inquadra la composizione della segreteria, dell’ufficio di gabinetto dell’Assessore, indicando una serie di nominativi che risultano da questo decreto. Però la conversazione oltre a dare segno quasi di una sorta di momento conclusivo di sintesi dell’attività condotta dall’Assessore Centorrino, è anche una sorta di elenco di abbinamento tra i nominativi dei soggetti che compongono la segreteria e il referente politico di questi soggetti, ed è espressamente indicato. Quindi questa conversazione sinteticamente e brevemente, dimostra come esiste un intervento politico anche nella indicazione dei nominativi che compongono la segreteria e l’onorevole Genovese ovviamente è tra questi nominativi. Ma anche altre conversazioni ci consentono di cogliere quanto l’onorevole Genovese potesse in qualche modo ingerire nella struttura organizzativa dell’ufficio di diretto controllo, di maggiore ausilio e di vicinanza all’ufficio dell’Assessore, come appunto la segreteria tecnica o la segreteria particolare. Qua in particolare ci sono una serie di conversazioni che riguardano la situazione del capo di gabinetto di allora, che è Nino Emanuele. La vicenda di Emanuele si inserisce esattamente nella vicenda del 24%, cioè di questa adozione di questo decreto di estensione si cui abbiamo parlato. Centorrino con quella delibera di giunta iniziale, la 350, aveva in qualche modo dato ordine (…).Mentre le delibere successive di Albert rendono più difficile questa situazione, quindi il sistema determina un’esposizione debitoria dei vari enti impegnati in questo settore. Ma Nino Emanuele è contrario anche lui alla estensione del bilancio regionale, quello che poi si conclude col decreto che consente l’estensione al 24% del bilancio regionale, quindi le conversazioni sono esattamente in questo periodo. La prima ad esempio è del 13 novembre 2011, e l’onorevole Genovese contatta La Macchia Salvatore e parlano di un incontro avvenuto con l’Assessore Centorrino su alcune nomine. Uno di questi appunto è Nino Emanuele che era stato nominato capo di gabinetto con decorrenza al 14 gennaio 2010. Qui si pone un problema anche per un incarico come presidente dell’ERSU perché, dice l’onorevole Genovese “così almeno lo togliamo da Palermo”. Ma sulla questione del 24% poi proseguono altre conversazioni. In particolare abbiamo il 15 novembre 2011 e l’onorevole Genovese discute proprio con La Macchia Salvatore il problema del complesso delle risorse disponibili e che La Macchia Salvatore dice “ancora sono a novembre, ancora non hanno dei dati completi numerici, però sembra che i tagli che si determineranno per la formazione, per il 2012, saranno intorno ai 600 milioni circa”. Quindi l’onorevole Genovese manifesta tutta la sua preoccupazione per il pericolo che non possa essere completato il piano triennale dell’offerta formativa. In questo contesto che si inquadra la figura di Nino Emanuele perché poi nei giorni successivi, e al 4 dicembre 2011 discutono l’onorevole Genovese e La Macchia Salvatore proprio sulla collocazione all’interno della segreteria di una persona che loro indicano come Cettina, nel ruolo di capo di gabinetto dell’assessorato di Centorrino.

PM ARDITA: Centorrino viene consultato, viene sentito?

TESTE ANZALONE- No, finora non risultano conversazioni da cui si desume che Centorrino sia stato contattato. Il 5 dicembre 2011 l’onorevole Genovese discute con Salvatore La Macchia proprio del trasferimento di Nino Emanuele e sull’opportunità di inserire Domenico Fazio. E sì, evidentemente c’è un diretto collegamento tra l’uscita di Nino Emanuele. Il 6/12/2011 l’onorevole Genovese e La Macchia discutono del curriculum di Fazio. C’è anche una conversazione del 23 novembre 2011 tra l’onorevole Genovese e La Macchia che si inserisce sempre in questo contesto dell’incarico del capo di gabinetto, e dell’adozione quanto più possibile urgente di questo decreto, in cui Genovese dice appunto se “noi non andiamo a bilancio a marzo 2012”, cioè se non si trovano queste somme che vengono approvate a bilancio per poter gestire il 2012 dice noi non possiamo neppure iniziare l’anno formativo. In questa conversazione investigativamente va posta l’attenzione sull’utilizzo della prima persona plurale, noi, quindi anche la consapevolezza del diretto coinvolgimento nella gestione del settore della formazione professionale. Talaltro il 12 dicembre 2011 La Macchia conferma con Genovese la nomina di Domenico Fazio. Non a capo di gabinetto però, poi lui in realtà fa parte della segreteria e basta. Altre conversazioni sono esplicative della forza di influenza e di ingerenza che l’onorevole Genovese poteva esercitare sull’Assessorato. E’una conversazione del 30 agosto 2012 e avviene tra il dirigente generale Albert Ludovico e La Macchia Salvatore. E’ esattamente il giorno in cui lui presenta le dimissioni da dirigente generale e confessa al suo interlocutore il fatto che le dimissioni derivano anche dal fatto che lui è stato ritenuto colui che è stato.. anzi parla proprio di essere stato accusato “di aver creato la strada del tuo amico Francantonio”. Quindi Albert presenta le dimissione anche tenendo conto delle accuse che gli sono state rivolte, in quanto ritenuto per certi aspetti vicino all’onorevole Genovese.

(Alessandra Serio)

8 commenti

  1. Ottimo articolo!

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  2. Ottimo articolo!

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  3. Quanto ha dovuto studiare per rispondere a questo interrogatorio ?
    Se gli avessero domandato cosa ha mangiato Domenica rispondeva non ricordo !!!!
    Bravo ha studiato bene voto 10.

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  4. Quanto ha dovuto studiare per rispondere a questo interrogatorio ?
    Se gli avessero domandato cosa ha mangiato Domenica rispondeva non ricordo !!!!
    Bravo ha studiato bene voto 10.

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  5. letterio.colloca 11 Agosto 2015 17:54

    Altro che MessinaAmbiente xxxxxxxxxxxxxxx di gran lunga superiore agli “ipotizzati” ritorni anche dalla HOLDING Ato3 ed Amam. Immagino le abbuffate di sghignazzi e di malacensura che fanno i nostri connazionali residenti sopra la “linea gotica”.Oltre all’acquisito “storico” VERMINAIO,m’é toccato ascoltare commenti del tipo:Messina é diventata la città dei “babbi” ladroni;lagnosi mali-travagghiaturi;concentrazione di “clientela elettorale allo sbando costituita da gente senza orgoglio od aspirazioni di civiltà mirante a pietire non solo i mezzi per la loro stessa sopravvivenza ma -e soprattutto- “il DIRITTO ALLO SVAGO,AL LIBERO INTRALLAZZO,etc” di Lavoro..non ne parliamo.

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  6. letterio.colloca 11 Agosto 2015 17:54

    Altro che MessinaAmbiente xxxxxxxxxxxxxxx di gran lunga superiore agli “ipotizzati” ritorni anche dalla HOLDING Ato3 ed Amam. Immagino le abbuffate di sghignazzi e di malacensura che fanno i nostri connazionali residenti sopra la “linea gotica”.Oltre all’acquisito “storico” VERMINAIO,m’é toccato ascoltare commenti del tipo:Messina é diventata la città dei “babbi” ladroni;lagnosi mali-travagghiaturi;concentrazione di “clientela elettorale allo sbando costituita da gente senza orgoglio od aspirazioni di civiltà mirante a pietire non solo i mezzi per la loro stessa sopravvivenza ma -e soprattutto- “il DIRITTO ALLO SVAGO,AL LIBERO INTRALLAZZO,etc” di Lavoro..non ne parliamo.

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  7. MessineseAttento 11 Agosto 2015 22:05

    Garantisti e maggiordomi che ne pensano?

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  8. MessineseAttento 11 Agosto 2015 22:05

    Garantisti e maggiordomi che ne pensano?

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