La caduta degli dei nell'Olimpo dello Stretto e l'assenza dei numeri 2

La caduta degli dei nell’Olimpo dello Stretto e l’assenza dei numeri 2

Rosaria Brancato

La caduta degli dei nell’Olimpo dello Stretto e l’assenza dei numeri 2

domenica 08 Settembre 2013 - 07:12

Tra batoste elettorali e inchieste sono cadute le due leadership che hanno guidato Messina negli ultimi 10 anni: Buzzanca e Genovese. Sono diverse le analogie nel percorso dei due leader di Pdl e Pd, dall'ascesa ad oggi, con due sistemi di gestione del potere apparentemente opposti ma speculari nei fatti. Quel che colpisce adesso è l'assenza delle seconde linee, dei "delfini" di fronte ai nuovi spazi che si aprono politicamente.

Quanto emerso con l’inchiesta Corsi d’oro porta con sé, al di là degli aspetti giudiziari, una forte carica simbolica che comporta diverse riflessioni. Nella stessa indagine e per reati simili sono state coinvolte le mogli dei due sindaci degli ultimi 10 anni, Giuseppe Buzzanca e Francantonio Genovese, entrambi leader indiscussi dei loro partiti (Pdl e Pd) ed entrambi alla guida di Palazzo Zanca nelle ultime amministrazioni politiche che Messina ha avuto. Negli ultimi 10 anni infatti, si sono avvicendati alla guida del Comune Buzzanca per due volte e Genovese per una, ma in tutti e tre i casi il mandato non è stato intero ed è stato interrotto da 3 commissari: Sbordone, Sinatra e Croce. I commissariamenti peraltro non sono piombati dal cielo ma sono stati diretta conseguenza di fatti politici. Nel primo caso vi fu la decadenza di Buzzanca in merito alla vicenda delle auto blu, poi quella di Genovese legata al ricorso del Nuovo Psi (di Gianni De Michelis) studiato a tavolino per fare cadere l’amministrazione, infine, nell’agosto 2012 le dimissioni di Buzzanca per candidarsi alle regionali. Negli ultimi 10 anni quindi la città è stata amministrata da Pdl e Pd e da Buzzanca e Genovese. Entrambi i leader dell’indiscussa guida politica decennale sono “caduti” contemporaneamente, con modalità simili. Sia l’inchiesta che la risposta elettorale non hanno colpito direttamente loro ma i destinatari del messaggi sono stati inequivocabilmente i due ex sindaci e proprio in quanto ritenuti responsabili di 10 anni di una gestione politica ed un sistema apparentemente opposto ma nei fatti speculare. Il fatto che siano espressione di due formazioni politiche opposte avvalora la carica simbolica dell’accaduto: è caduto un sistema di governo, una gestione della cosa pubblica. Agli occhi degli elettori messinesi centro-destra e centro-sinistra sotto l’aspetto del come hanno amministrato, sono apparsi uguali. La bocciatura è stata equanime, il centro- destra non ha superato il primo turno alle amministrative, il messaggio è arrivato prima. Il secondo messaggio, quello per Genovese, è arrivato al ballottaggio. Che i due sistemi di potere fossero simili lo dimostra anche il fatto che l’inchiesta, nata nell’estate 2012 alla vigilia di tutte le tornate elettorali, riguarda gli Enti di formazione, divenuti in Sicilia ed a Messina gli unici “centri di produzione” e, in quanto tale, gestiti da chi amministrava con la stessa ottica. Nell’utilizzo di questi Enti ai fini del proprio potere politico, destra e sinistra, uguali sono. I tempi di ricaduta sotto il profilo politico sono stati diversi tra i due leader e sono stati, per così dire, al rallenty. C’è poi un’altra similitudine. Caduti gli dei non ci sono i delfini, non ci sono vice-re, non ci sono eredi. In questi 10 anni non si è fatto spazio al “numero due”, quello che cresce all’ombra del capo, ha la capacità e il carisma per prenderne il posto. Nel caso di Buzzanca la situazione è diversa, perché il Pdl nasce dall’unione di due anime: Forza Italia e An. L’ex sindaco (per due volte 2003 e 2008)),l’ ex presidente della provincia (per due volte 1994-2003), l’ex deputato regionale è leader di quell’anima ex An che, confluita nel Pdl ha di fatto schiacciato con la leadership Nania-Buzzanca l’anima azzurra. L’attuale Pdl si appresta però a tornare alle origini, azzurro fino al midollo e quindi può contare su Enzo Garofalo (che è tra i fondatori di Forza Italia a Messina) e Nino Germanà. E’ quindi l’area ex An a dovere fare i conti con questo vuoto, come dimostra l’esito delle amministrative per Gianfranco Scoglio,che si è fermato al 2,85%. Nel Pd questo vuoto tra il numero uno e i numeri quattro e cinque è ancora più evidente. C’è uno sbandamento ed un frazionamento in correnti, ma non emerge alcuna figura di spicco da futuro leader. Quanto al “rallenty” della caduta politica i tempi sono stati scanditi in modo diverso. Non vi è dubbio che quando lo scorso agosto Buzzanca si dimise per candidarsi alle regionali era leader indiscusso del Pdl nonostante le polemiche relative alla doppia poltrona. La mancata elezione e il risultato delle urne, con i forzisti che hanno serrato le fila, sono state il primo segnale. Il mancato inserimento nella lista alle Politiche è stato il secondo. La leadership nel Pdl (del quale era stato coordinatore provinciale, oltre che sindaco e deputato regionale con oltre 18 mila voti) era finita, e alle amministrative le due anime hanno corso separate. Nel caso di Genovese il percorso è stato diverso. Dall’inchiesta di Panorama dell’agosto 2012, i passaggi politici sono stati diversi. Grazie al serbatoio di voti messinesi il Pd genovesiano (insieme a D’Alia) ha fatto eleggere Crocetta presidente della Regione. I primi errori politici di una “leadership senza numeri 2” sono stati i primi di dicembre, con le primarie per la candidatura a premier e quel 75% per Bersani, e a fine dicembre le primarie per il Parlamento con quei 16 mila voti per Genovese, risultato il più votato d’Italia. E per capire che non c’era alcun numero 2 basta guardare l’abisso dei numeri: il secondo posto, con 9 mila voti, tocca ad una sconosciuta, oggi deputata, Maria Tindara Gullo, dei Gullo di Patti alleati di ferro di Genovese. Saitta, ad esempio, è a 3.600 voti, quasi quattro volte meno. Pochi mesi dopo però il ballottaggio alle amministrative è stato un referendum nei confronti di Genovese. Il cerchio si chiude, il messaggio degli elettori, nell’arco di un anno, alle due leadership che hanno governato negli ultimi 10 è stato recapitato. E’ stato come nel ’93-’94, con tangentopoli. In quegli anni cadevano i leader della prima Repubblica e iniziavano la carriera le seconde linee. Buzzanca nel ‘94 veniva eletto presidente della Provincia e nel ’98 Genovese entrava nella sua giunta in quota Cdu per esserne defenestrato 4 mesi dopo quando Buttiglione decise di appoggiare il governo D’Alema. E’ nel post-tangentopoli che le seconde linee diventano leader. Adesso, 20 anni dopo, si registra un nuovo terremoto, ma senza i numeri due. Nell’assenza delle seconde linee “a vista” si aprono spazi e praterie. Accorinti è stato eletto con una lista civica ma alle regionali, alle Politiche e alle Europee sono i partiti a dover competere. Il M5S ha dimostrato ampiamente di essere più che attrezzato per farlo. Se alle amministrative il messaggio degli elettori a Pdl-Pd è stato chiaro, con una virata verso un non-politico, è adesso che si dovrebbero iniziare a vedere i futuri leader. E’ passato un ciclone, è il momento più delicato e nello stesso tempo più “fertile” per cambiare. Quando passa un temporale e spazza via alberi e cose, quella stessa pioggia bagna il terreno ed è lì che si possono piantare i nuovi semi e vedere spuntare i germogli.

P.s. Chi non è caduto è Gianpiero D’Alia, che negli ultimi anni è riuscito a governare con qualsiasi alleanza e persino nello stesso momento con alleanze differenti. In ultimo, con il minimo risultato (elettorale) ha ottenuto il massimo rendimento (è ministro). E nel suo caso c’è anche il numero due, Giovanni Ardizzone, presidente dell’Ars. Il primo a guardare le praterie che si stanno aprendo è lui. E se ne è accorto sin da ottobre dell’anno scorso, molto prima di noi, di Buzzanca, di Genovese e degli elettori stessi.

Rosaria Brancato

14 commenti

  1. e meno male che non hanno eredi politici…ni cunsumavunu per altri 20 anni.

    0
    0
  2. Questo si che è un bel articolo, che dovrebbe farci riflettere molto….Renato diamo una risposta a questa gente falsa….

    0
    0
  3. devono restituire il maltolto alla cumunita’ e fare qualcosa di buono per questa deprimente citta’

    0
    0
  4. Rosaria conosce sempre molto bene le vicende politiche, soprattutto in casa PD. Brava!

    0
    0
  5. Hombre de barro 8 Settembre 2013 10:51

    certo perchè D’alia è lo Scilipoti del Messinese!
    Ha avuto anche il coraggio di presentare u ndisegno di legge a favore della censura online… come Siria,Iran e Cina, per intenderci.

    Purtroppo di mangia pane a tradimento come il citato Dalia e Buzzanca, in politica ce ne sono anche troppi.

    0
    0
  6. I MESSINESI E TUTTA LA CITTA VOGLIONO SAPERE DA QUESTI PERSONAGGI ORMAI IN DECLINO DOVE SONO ANDATI A FINIRE I FAMOSI 120 MILIONI DI EURO DI FINANZA DERIVATA I FAMOSI BOC OU NON NE PARLA NESSUNO LA CORTE DEI CONTI COSA FA

    0
    0
  7. Resti sempre un sognatore, puntati la sveglia.

    0
    0
  8. Le considerazioni che emergono spontanee, dal puntuale resoconto della cronistoria politica Messinese degli ultimi 10 anni sono le seguenti.: La fine o il forte ridimensionamento del ” voto di scambio”..per mancanza di “merce” da “offrire ” in cambio del voto ha tolto potere contrattuale ai nostri amministratori
    La spending review , imposta dall’Europa, ha sottratto a tutti i politici ma in misura maggiore ai nostri la possibilità di incidere realmente sulla condizione della maggior parte dei cittadini. Il successo del m5s ed il preoccupante fenomeno dell’astensionismo (50%), che prevedibilmente si implementerà alle prossime elezioni, determinerà la fine dei vecchi partiti …incapaci ormai di rispondere concretamente alle istanze di una comunità sempre più povera, in difficoltà e costretta all’emigrazione anche nelle sue componenti giovanili migliori( decremento demografico). Si è colpevolmente tollerato che Messina sprofondasse in un “deserto produttivo” ed economico che il “miraggio” del posto pubblico, della rendita parassitaria e dell’arte di arrangiarsi non può ormai più nascondere e mimetizzare…..Tal che’ persino il più “carismatico ” dei leaders politici , ove fosse anche dotato di buone intenzioni non potrà che offrire forse solo migliori standard di trasparenza e di onesta’ personale che, seppur ammirevoli e necessari non sono però purtroppo sufficienti per evitare il “default”. Restare immersi nella tradizionale “Matrix” politico culturale , l’assenza di visione strategica, intuito e vero interesse ed amore per il beneESSERE della Città , ha “determinato” la facile ” profezia” da noi espressa da tanti anni ormai e magnificamente illustrata adesso da Rosaria BRANCATO: …”la CADUTA DEGLI DEI NELL’OLIMPO DELLO STRETTO …E L’ASSENZA DEI NUMERI 2″ ( ..per l’assenza dei numeri 2….si sarebbe tentati però di dire ..”meno male” …per motivi scaramantici…i più anziani ricorderanno con me che il 2 il fatidico numero 2 ( u ddui) tras portava inesorabilmente a….GAZZI).

    0
    0
  9. FRANCESCO TIANO 8 Settembre 2013 17:05

    Il Centro Destra di Messina non deve attendere di essere schiavizzato dal prossimo capo. La città merita di essere assistita, amata e governata dal suo popolo. E’ tempo di una politica di BASE.

    0
    0
  10. L’arguto editoriale domenicale di Rosaria BRANCATO mi fa venire in mente Wagner e il CREPUSCOLO DEGLI DEI. Le tre figlie del fiume Reno, che cantano del passato, presente e futuro, raccontano di Wotan (PARTITO DEMOCRATICO e POPOLO DELLA LIBERTA’) che strappa un ramo dal frassino del mondo (MESSINA ), il cui rinsecchimento è stato il risultato dell’abuso di potere di Wotan ( PD e PDL ), che ha fatto cattivo uso della sua sapienza, simboleggiata dal ruscello della saggezza prosciugato ( IL GRANDE CONSENSO POLITICO di GENOVESE e BUZZANCA ). Le figlie del Reno raccontano del crollo finale del vecchio ordine del mondo, che è diventato marcio alla radice ( gli scandali della FORMAZIONE venuti alla luce e i tanti, per adesso, sfuggiti alla magistratura inquirente). L’albero di Wagner servirà alla pira funeraria (Messina devastata eticamente e fisicamente ) per gli dei( i messinesi) che attendono, rassegnati al loro destino. Con l’elezione di R E N A T O sindaco non c’è stato l’epilogo del dramma di Wagner, il messinese verace, con la maglietta e i sandali francescani d’estate, e scarpette da ginnastica d’inverno, ha ridato la speranza e l’entusiasmo, la concretezza del sognatore.

    0
    0
  11. Mi sembra una lettura romanzata e un poco falsata dei fatti.
    I numeri elettorali mi sembrano diversi.
    La verità è, comunque, ben diversa ed il futuro ne darà dimostrazione.
    Messina (come tutte le società) è, e resta, caratterizzata dalla qualità dei suoi abitanti ed i politici eletti hanno rappresentato “il meglio” della cittadinanza.
    Caduti “i migliori” cercheremo quelli un poco peggio.
    Questa analisi pessimistica trova disarmante conferma nella storia (anche più recente).

    0
    0
  12. Mancano in delfini?
    Direi che questa e’ una buona notizia. Le grandi famiglie non hanno più’ eredi da dare alla politica anche questo e’ un bene. Nella crisi economica vi è un dato positivo in controtendenza: la politica senza fondi pubblici per amici e parenti e senza posti precari e prebende da distribuire ai disperati e’ la vera politica. Del nuovo sindaco si potrà dire di tutto in termini ideologici ma è un uomo del popolo che non ha usufruito di corsie privilegiate. Un episodio significativo. Ho chiesto al noto rosticciere della via cesare battisti angolo università come mai avesse sentito il bisogno di dedicare ( per la prima volta ad un sindaco) il nome di un arancino ad Accorinti ( per la cronaca si tratta di un arancino senza carne vegetariano) e questi mi ha risposto perché il sindaco porta la maglietta come lui lavoratore artigiano messinese. Il gesto mi ha colpito molto e mi è sembrato un segnale ( piccolo piccolo) di una speranza che nutro. Che i messinesi si liberino dei potenti della politica e dei loro eredi mediocri e che comprendano che i patronati dispensano servizi ( finanziati dallo Stato ) e non favori. Che bisogna guardare i valori e la storia di ognuno dalle elementari in poi….

    0
    0
  13. L’unica verità è che se mancano i 2^ ci saranno i 3^: sempre peggio sarà.

    0
    0
  14. In un regno lontano era morto un RE che era stato crudele, violento, disonesto, depravato ecc…
    Tutto il popolo festeggiava la morte dell’odiato Re.
    Solo una vecchia (molto vecchia) piageva e si disperava per la morte del Re.
    Un popolano le chiese perchè si disperasse per la morte di cotanto efferato Re.
    La vecchia rispose: ho conosciuto il nonno di questo Re che era cattivo e crudele; quando morì festeggiai per la sua dipartita. Gli successe il padre del Re del quale festeggiate la morte e fu ancora più crudele e cattivo di suo padre. Quando morì io festeggiai di nuovo. Ora tremo pensando a come sarà il figlio di questo appena morto.
    Qualcuno si chiederà se è possibile che vi siano successori peggiori di questi appena “morti”.
    Poichè la risposta è SI dovremmo essere felici che non abbiano formato successori
    PS: LA SOLUZIONE SAREBBE ELIMINARE LA STIRPE……MA QUESTA E’ UN’ALTRA STORIA

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007