cronaca

Droga tra Messina, Catania e Calabria, qualcuno ha parlato

Via agli interrogatori di garanzia dopo il blitz antidroga della Gdf sul traffico di droga da Catania e la Locride gestito dal gruppo familiare dei Cuscinà di Giostra. Il giudice Tiziana Leanza, che ha firmato i provvedimenti di arresto chiesti dalla Direzione distrettuale antimafia, ha cominciato ieri “l’appello”, convocando per primi quelli che sono andati in carcere. (leggi qui I DETTAGLI DEL BLITZ E IL VIDEO)

Non tutti hanno deciso di rispondere alle domande del giudice, offrendo la loro versione. Molti, infatti, hanno preferito non rispondere, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Si va avanti nei prossimi giorni, e solo alla fine si avrà il quadro completo e si capirà se il giudice confermerà il suo provvedimento per tutti o disporrà qualche liberazione.

Intanto ieri sono stati impegnati nelle difese gli avvocati Alessandro Trovato, Antonio Langher, Salvatore Silvestro e Cinzia Panebianco.

A permettere agli investigatori di far luce sul giro dello spaccio h24 a Giostra gestito dai Cuscinà, che avevano i “magazzini” in un vicolo cieco del quartiere a nord della città, sono state le rivelazioni di Giovanni Bonanno. Ancor prima del suo “pentimento”, però, i finanzieri lo avevano beccato a bazzicare a vicolo Bensaia, la base operativa della rete di pusher. Dopo l’arresto, l’uomo si è auto accusato di aver messo in contatto i Cuscinà con i calabresi e aver mediato per loro grosse partite di cocaina. (leggi qui TUTTI I SEGRETI DEL SISTEMA CUSCINA’)