Elezioni regionali in Sicilia, non è prevista la doppia preferenza di genere

Elezioni regionali in Sicilia, non è prevista la doppia preferenza di genere

Redazione

Elezioni regionali in Sicilia, non è prevista la doppia preferenza di genere

venerdì 05 Agosto 2022 - 12:58

Nuova riflessione in vista del voto del 25 settembre

di Giuseppe Vitarelli

Il sistema elettorale per le elezioni regionali in Sicilia è diverso dal sistema elettorale previsto per l’elezione dei componenti del nostro Parlamento nazionale. Infatti il sistema elettorale regionale in Sicilia prevede un metodo misto a turno unico, che vede i 70 eletti con le seguenti modalità: 62 scelti mediante un sistema proporzionale su base provinciale, con voto di preferenza, con uno sbarramento elettorale al 5% regionale per ogni singola lista. Inoltre altri 7, tra cui il Presidente, vengono eletti come componenti dell’Assemblea Regionale Siciliana, con una lista regionale come premio al candidato presidente più votato. Infine viene eletto 1 deputato regionale come il miglior candidato Presidente non eletto. E’ possibile il voto disgiunto. Infatti la scheda è unica, ma vi sono la lista provinciale e la lista regionale con il candidato Presidente, con possibilità di voto disgiunto. Nell’ambito della lista provinciale prescelta, l’elettore puo’ esprimere un voto di preferenza, scrivendo nell’apposita riga, a questo scopo riportata nella scheda di votazione, il cognome, ovvero il cognome e nome, di uno dei candidati compresi nella lista medesima. L’elettore puo’ votare una lista regionale ed una lista provinciale non collegate fra loro. Devo però sottolineare un fatto che definirei scandaloso. Infatti è previsto il voto di preferenza, ma non è prevista la doppia preferenza di genere. Se non erro, il nostro Parlamento Siciliano è il più antico parlamento in funzione del mondo. Mi auspico che non venga ricordato come quello che per ultimo ha previsto la doppia preferenza di genere. Le donne, a mio avviso legittimamente, devono continuare a chiedere con fermezza al Governo nazionale di esercitare il potere sostitutivo dello Stato, come previsto dall’art. 120 comma 2 della Costituzione, al fine di uniformare la legge elettorale siciliana al dettato Costituzionale, con la previsione della doppia preferenza. Perché al principio di “democrazia paritaria” devono infatti uniformarsi anche le regioni a statuto speciale, come ha più volte chiarito la giurisprudenza amministrativa e costituzionale e come stabiliscono le norme dell’Unione Europea e quelle internazionali ratificate dall’Italia. La legge elettorale che non prevede la doppia preferenza di genere per l’elezione all’Assemblea regionale risulta in palese violazione degli articoli 3, 51, 117 della Costituzione e dell’articolo 3 dello Statuto della Regione Siciliana. Il permanere di tale situazione in palese violazione del principio di “democrazia paritaria” sostanziale e quindi compiuta, è inaccettabile in un sistema democratico.

Democrazia paritaria significa che donne e uomini condividono lo spazio pubblico e quello privato, la carriera e la cura familiare, la partecipazione alle istituzioni e al mercato del lavoro. Significa costruire una società basata su una reale eguaglianza tra uomo e donna. La democrazia paritaria è la ricostruzione delle istituzioni democratiche attraverso la condivisione del potere pubblico e delle responsabilità private, che presuppone una rivoluzione nella mentalità, nella cultura, nel modo in cui oggi il potere è distribuito, nelle forme in cui il lavoro è organizzato. Non è solo un tema di riequilibrio della rappresentanza, ma significa costruire un legame diverso tra i cittadini. La Sicilia resta purtroppo una delle ultime Regioni a non avere adottato il principio di democrazia paritaria. Ne risulta attualmente un Parlamento siciliano che esprime un bassissimo numero di donne ed una giunta di governo con un’unica rappresentanza femminile. Occorre porre fine a questa palese discriminazione, affinché la parità di genere non sia affermazione vuota. L’uguaglianza fra uomini e donne è un principio fondante di tutte le democrazie moderne e, in Europa, uno degli obiettivi principali che sia gli Stati membri che le istituzioni dell’Unione si sono impegnati a perseguire con specifiche azioni politiche e misure legislative. L’obiettivo della piena integrazione delle donne nei processi decisionali e nella rappresentanza politica e istituzionale è, infatti, funzionale alla reale attuazione del modello democratico, che fonda la sua legittimazione sulla piena e libera partecipazione di tutti i cittadini alla vita pubblica. Sottoscrivo pertanto l’appello al Presidente del Consiglio dei Ministri delle donne del Partito Democratico, che lamentano quanto sopra, considerato che il Parlamento regionale uscente è rimasto “sordo”, e lo manderei per opportuna conoscenza anche al nostro Presidente della Repubblica. Per il resto, come ho già detto nel precedente articolo del 3 agosto, aspettiamo di conoscere i programmi elettorali…

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